Berlusconi fa bene ai giornali che odia

Via Il Fatto Quotidiano La vicenda Bungagate ha degli effetti collaterali importanti sul mondo dei media liberi, quelli che il premier più volte ha consigliato di non leggere. I quotidiani italiani e i loro siti online hanno visto crescere le loro vendite e i loro accessi dopo le prime indiscrezioni sulle indagini sulle feste di … Leggi tutto

La maitresse affettiva

Via BlitzQuotidiano Per giustificare i suoi stretti rapporti personali, anche economici, con Silvio Berlusconi, Nicole Minetti, sentita ieri dai pm milanesi che indagano sul caso Ruby, ha raccontato della sua “relazione affettiva” con il premier. A gran parte delle domande sul ruolo che lei, secondo l’accusa, avrebbe avuto nel ‘gestire’ le ragazze e la loro … Leggi tutto

La proposta di un politico che non c’è più (se mai c’è stato)

Silvio Berlusconi scrive una lettera al Corriere

Gentile direttore
Il suo giornale ha meritoriamente rilanciato la discussione sul debito pubblico mostruoso che ci ritroviamo sulle spalle da molti anni, sul suo costo oneroso in termini di interessi annuali a carico dello Stato e sull’ostacolo che questo gravame pone sulla via della crescita economica del Paese. Sono d’accordo con le conclusioni di Dario Di Vico, esposte domenica in un testo analitico molto apprezzabile che parte dalle due proposte di imposta patrimoniale, diversamente articolate, firmate il 22 dicembre e il 26 gennaio da Giuliano Amato e da Pellegrino Capaldo. Vorrei brevemente spiegare perché il no del governo e mio va al di là di una semplice preferenza negativa, «preferirei di no», ed esprime invece una irriducibile avversione strategica a quello strumento fiscale, in senso tecnico-finanziario e in senso politico.

Prima di tutto, se l’alternativa fosse tra un prelievo doloroso e una tantum sulla ricchezza privata e una poco credibile azione antidebito da «formichine», un gradualismo pigro e minimalista nei tagli alla spesa pubblica improduttiva e altri pannicelli caldi, staremmo veramente messi male. Ma non è così. L’alternativa è tra una «botta secca», ingiusta e inefficace sul lungo termine, e perciò deprimente per ogni prospettiva di investimento e di intrapresa privata, e la più grande «frustata» al cavallo dell’economia che la storia italiana ricordi. Il debito è una percentuale sul prodotto interno lordo, sulla nostra capacità di produrre ricchezza. Se questa capacità è asfittica o comunque insufficiente, quella percentuale di debito diventa ingombrante a dismisura. Ma se riusciamo a portare la crescita oltre il tre-quattro per cento in cinque anni, e i mercati capiscono che quella è la strada imboccata dall’Italia, Paese ancora assai forte, Paese esportatore, Paese che ha una grande riserva di energia, di capitali, di intelligenza e di lavoro a partire dal suo Mezzogiorno e non solo nel suo Nord europeo e altamente competitivo, l’aggressione vincente al debito e al suo costo annuale diventa, da subito, l’innesco di un lungo ciclo virtuoso.

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Prospettive di carriera

Via Repubblica.it

Litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fianco a te, a quello dietro”. Potrebbe essere la descrizione del Bunga Bunga, invece è l’idea che Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl della Regione Lombardia, in lista con Formigoni, si è fatta della politica. Lo confida al telefono a Barbara Faggioli, una compagna delle feste di Arcore, mentre discutono di come sistemarsi per la vita. In fondo “io voglio fidanzarmi, sposarmi, avere i bambini, la casa…. “. La Minetti è pronta a dare le dimissioni da consigliere se va in porto un progetto, manda tutti a quel paese: “Amò, ma io, ma io tesoro, ma se noi riusciamo a fare quella cosa di cui ti ho parlato io amore.. io fac.. io do le dimissioni, cioè, sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora… devi avere un pelo sullo stomaco come una casa… “. La politica insomma non è il suo sogno, eppure il suo mito è Mara Carfagna, il ministro, lei è arrivata.

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Aldo Busi vs Marina Berlusconi, temi principali Mondadori e il conflitto di interessi

Via Dagospia

A me pare che ogni dichiarazione di Marina Berlusconi – che dimentica che Silvio Berlusconi prima di essere il padre di cinque figli è il Primo Ministro di sessanta e passa milioni di italiani – svuoti di senso, e di futuro imprenditoriale, la Mondadori, che secondo me dovrebbe poter andare avanti anche una volta che Berlusconi è fuori dalla politica (che ne ha dopato al rialzo tutti gli interessi economici, inutile sottolinearlo) e magari restando nelle mani dello stesso attuale proprietario.

Suggerisco quindi all’imprenditrice Marina Berlusconi di darsi una calmata ideologica da figlia del proprio e solo suo papà facendo come segue: a Segrate, chiami a raccolta tutti i “suoi” autori in un simposio aperto alla stampa e alle televisioni e chieda loro cosa pensano del Primo Ministro e, innanzitutto, quanto sono contenti di avere per referente editoriale un imprenditore della carta stampata che, guarda caso, è anche per l’appunto Primo Ministro.

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Visioni dell’Italia di oggi da parte di un marziano

Beppe Severgnini sul Corriere.it Siamo nelle mani di una diciottenne marocchina e di un’igienista dentale. Noi, i fondatori dell’Ue e la settima economia del pianeta. Pensate alla faccia di un marziano che sbarcasse oggi in Italia; o di uno sceneggiatore che sei mesi fa avesse proposto una trama del genere. Sconvolto, il primo. Sospettato di … Leggi tutto