Difficile per questo tipo di televisione – ma possiamo ancora definirla tale o sarebbe meglio videoevento, trasmissione intermediale o qualcos’altro che verrà? – definire chiaramente il successo di “visione”, perché l’audience non è raccolta come nella tv tradizionale davanti a uno schermo, ma occorre mappare le forme di fruizione sparse. Raccogliendo le tracce scopriamo che la prima puntata andata in onda giovedì 3 novembre ha raccolto questi numeri:
- 12,03% di share assommando gli ascolti di tv regionali (2.276.418 spettatori) e SkyTg24 Eventi (645.113), altri dati stimano tra 12% e 14% complessivo;
- 172.000 spettatori che hanno seguito lo streaming su Facebook;
- 400.000 utenti sul sito del Corriere della Sera e altri 400.000 sui siti del Fatto Quotidiano e dell’associazione Servizio Pubblico, mentre su Repubblica.it 5 milioni di contatti e più di 300.000 utenti medi contemporanei.
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Twitt spaziali
Via Apogeonline Quando i primi uomini andarono in orbita attorno alla luna, Marshall McLuhan fu colpito dal fatto che, mentre tutti noi ci aspettavamo fotografie dei crateri lunari, il simbolo di questa avventura spaziale diventò l’immagine della Terra ripresa da un oblò della navicella spaziale. «Tutti noi che stavamo guardando abbiamo avuto un’enorme risposta riflessiva. … Leggi tutto
Pulizia fra i numeri degli italiani in rete
Il sempre imperdibile Roberto Venturini fa un po’ di ordine fra i numeri degli italiani in rete (via Apogeonline) Sulla base del principio lies, damned lies and statistics, ecco i numeretti che potreste usare per convincere il cliente. Scegliete quello che vi fa più comodo (ma assicuratevi di comprare l’eccellente libretto, guida fondamentale per Product … Leggi tutto
Il punto post estivo del Post
Nato in aprile, il nuovo giornale online sperimenta in Italia una ricetta che negli Stati Uniti sta portando fortuna per esempio all’Huffington Post: poca ma buona informazione originale e tanta digestione e contestualizzazione del lavoro altrui. Intervista al direttore
Luca, Il Post è online da quattro mesi. Certo in mezzo ce ne sono stati anche due di estivi, che non sono magari il periodo più vivace per spingere su una start up. Ad ogni modo, come siete sulla tabella di marcia, meglio o peggio di quanto ti proponevi?
Molto meglio, se ti riferisci ai numeri. Abbiamo una tabella di marcia che ci impone crescite continue e considerevoli, ma un ottimo risultato di partenza ci ha permesso di rispettarla finora ampiamente. Adesso ci prepariamo alla strada in salita, ma con buone idee e prospettive.
L’attacco alle TV online
Alessandro Longo via Apogeonline
Scade il 30 luglio la consultazione pubblica Agcom su nuove regole destinate a cambiare il mondo delle web tv italiane. In peggio, dicono gli interessati: l’ultima protesta formale viene dalla Femi, federazione italiana delle micro web tv presieduta da Gianpaolo Colletti, già fondatore dell’osservatorio AltraTv. Significa che fino al 30 luglio Agcom raccoglierà i pareri di vari soggetti: «Ne stanno già arrivando, a fine settembre avremo le prime audizioni con loro», spiega Stefano Mannoni, consigliere Agcom. Dopo, l’Autorità potrebbe modificare almeno gli aspetti più criticati del nuovo regolamento, ma ci sono poche speranze che questo cambi radicalmente.
Il nodo della polemica
Ebookofili in Apogeo
Dal sito di Apogeo Editore Ci siamo quasi: venerdì 15 gennaio, negli uffici di Apogeo in Via Natale Battaglia 12 a Milano ci sarà l’evento per ebookofili annunciato prima delle Feste. A partire dalle 14:00 discuteremo di temi come formati, conversioni, cambiamenti nei flussi di lavoro, devices, situazione del mercato, strategie contrattuali e metodi di … Leggi tutto
Un parere controcorrente sul Nobel a internet
In primo luogo ci sono delle ragioni di ordine pratico: chi ritira il premio? Si estrae a sorte tra i blogger del mondo? Si fa un concorso tra candidati e vince il più “rated” o quello con più amici? Certo sarà solo una rappresentanza simbolica in quanto “internet” è, per definizione, di tutti coloro che la abitano. E se vincono Laura Scimone, Chris Crocker, Dagospia o Susan Boyle (l’elenco può essere vastissimo da Arianna Huffington a Mario Adinolfi) li possiamo considerare rappresentativi? Oppure si premia, sempre simbolicamente, l’azienda che ha posato più cavi per la diffusione della rete o quella che applica tariffe più convenienti per la connessione?
E poi c’è una questione dei soldi e si sa, quando nel condominio,anche il più minuscolo, saltano fuori le questioni di soldi sono cavoli amari. Figuriamoci nel condominione che chiamiamo internet. Che cosa ce ne facciamo di questi soldi? Li lasciamo alla fondazione? O li destiniamo a un progetto per la diffusione ulteriore della rete, magari nel terzo mondo. Bello, ma quale? Ce n’è uno che è più meritevole degli altri? E poi, diciamocelo, con 10 milioni di corone svedesi (meno di un milione di euro) non è che si combina un granché a livello di umanità. Siamo sinceri: la rete ha ancora diversi conti in sospeso, qualche lato oscuro, qualche nodo irrisolto. Secondo il Webby Award prestigioso premio internazionale tra i dieci eventi più importanti della rete si annoverano grandi passi per l’umanità quali Wikipedia e la protesta iraniana monitorata da Twitter ma anche la chiusura di Napster, che rappresenta l’irrisolto contenzioso tra diritti d’autore e file sharing.
Il punto sul piano governativo per la banda larga
Alessandro Longo su Apogeonline
Alla fine forse arriveranno, i milioni di fondi pubblici promessi per la banda larga. Domenica il ministro allo sviluppo economico Scajola l’ha definito «un investimento proritario». Nei giorni precedenti il ministro per l’innovazione Brunetta aveva addirittura indicato una data: entro il 15 dicembre. A fine anno, si prevede, sarà sbloccata una prima tranche, forse 200-300 milioni, degli 800 che questo governo dovrebbe stanziare, nell’ambito degli 1,47 miliardi previsti dal piano Romani. Piano che quindi potrebbe partire nel 2010 e andare avanti con i ritmi già annunciati. Per dare i 20 Megabit al 96% della popolazione e i 2 Megabit (via wireless) al resto entro il 2012.
Eppure, tutto questo can can sui fondi promessi, poi spariti, ora ripromessi rischia di farci perdere di vista il quadro d’insieme. Dimentichiamo che il problema dell’Italia non sono quegli 800 milioni che mancano, ma è il ritardo sistematico rispetto all’Europa. «Ci sono tre partite aperte, la lotta al digital divide, all’analfabetismo digitale e la spinta verso il futuro della banda larga», dice Maurizio Decina, ordinario di reti e comunicazioni al Politecnico di Milano. «E il piano Romani si occupa solo del primo, che è la minor parte, cioè di portare banda larga nelle aree di fallimento di mercato».
11 settembre 2001: 8 anni dopo
Il ricordo ancora pulsante di quel giorno che sembrava poter cambiare il corso del mondo Una giornata di dolce sole pallido del settembre italiano. Il primo pomeriggio sonnecchioso ci riaccompagna in ufficio. Lettura di e-mail, qualche parola con i colleghi, un caffè. Nulla di anomalo, situazione sotto controllo. Ore 14.45 (8.45 di New York) un … Leggi tutto
Twitter e la situazione iraniana
Via Apogeonline Continuano in Iran gli scontri. Sia reali, in piazze purtroppo insanguinate, sia dentro il social web (Twitter sopra tutto, in special modo per la sua integrazione con la telefonia mobile) – di fatto l’unico canale, più o meno aperto o aperto a intermittenza, attraverso cui fuoriescono notizie e informazioni di quello che sta … Leggi tutto
Cronache dal Wi-Max
Alessandro Longo su Apogeonline
Come funghi sotto le prime pioggerelle, stanno sbucando a frotte le offerte Wimax italiane e la sensazione è che siamo sull’orlo di un qualcosa di più importante. Andando a chiedere ai vari operatori in gara, si scopre che sarà quest’estate (maggio-giugno) il periodo di boom delle coperture. L’inizio cioè della vera sfida sul Wimax, il banco di prova per questa tecnologia, finora restata in poche province italiane. Si pensi che persino Aria – l’operatore che più ha investito e il solo ad avere le licenze per coprire tutta l’Italia – per ora si è limitato a restare nella natia Umbria. E ad oggi gli utenti WiMax attivi in Italia sono appena 4-5.000 (di cui 3.800 tra Aria e Linkem). Gli stessi operatori non fanno difficoltà a riconoscere che i piani sono in ritardo rispetto alle previsioni di qualche mese fa: costruire la rete e, soprattutto, richiedere le autorizzazioni ai comuni per le antenne ha richiesto più tempo di quanto si aspettavano. Il WiMax italiano è un quadro appena abbozzato, insomma, ma si sta delineando. Ed è un quadro a macchie di leopardo.
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Un’aria di pay per content…
Una chiara e lunga analisi di Roberto Venturini su Apogeonline
In fondo potremmo decidere di dividere il mondo dell’editoria (e sul web siamo tutti editori) in quattro macro aree alquanto disomogenee. Proviamoci e vediamo che succede. Primo: ci sono i mezzi che nascono a fini politici, di lobby o associazionistici – mezzi che possono anche essere no profit nel senso che il loro fine è far passare un messaggio al proprio pubblico, al di fuori di logiche commerciali – per capirci come una volta erano i giornali di partito – oppure di fare un servizio ai propri associati o al pubblico in generale. Questi media i soldi li fanno dalle quote associative, da fondi pubblici, finanziamenti privati e così via.