La proposta lanciata un paio di giorni fa in questi spazi di di stilare un decalogo, partendo dalla base offerta da Timu, una sorta di codice di autodisciplina prima di restare schiacciati non solo sotto il peso dell’infobesità ma anche di quello delle bufale, ha già raccolto un’adesione fin oltre le aspettative, segno evidente che esiste la percezione diffusa del problema.
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Nel momento in cui, anche nel nostro Paese, il Web ottiene un credito, una fiducia superiore ad altri media sottovalutare la portata e l’impatto della diffusione crescente, al pari dell’utilizzo, di “bufale”, rischia di instaurare dinamiche pericolose che certamente tutti coloro che tengono ad una informazione tanto libera quanto responsabile non devono trascurare.