Ho iniziato a sentir parlare di Cesare Nosiglia due anni fa. Ero stato invitato a Vicenza a raccontare cose sul giornalismo digitale ai giornali cattolici locali. Ricordo che arrivai a Vicenza ancora con i sacchi di sacchi intorno al Bacchiglione dopo l’alluvione. Il caso volle che Nosiglia fosse stato da poco nominato vescovo a Torino e che abbia passato buona parte di quel giorno con una persona che lo conosceva bene che mi raccontò di un sacerdote molto presente e molte attivo per i problemi sociali. Così scoprii che Nosiglia è nato a Rossiglione borgo delizioso sull’appennino fra Liguria e Piemonte e che ha iniziato il suo percorso da sacerdote nell’amatissima Acqui Terme (adottiva per parte di moglie).
Così quando è arrivato a Torino ho iniziato a seguirlo e mi è piaciuto da subito. Poco sensibile alla facile celebrità, attivissimo per essere dalla parte degli ultimi dai poveri, ai rom, dai giovani ai cassintegrati e ottimo comunicatore (che non guasta).