Difficile, ormai, girare per la città senza imbattersi nei loro sgargianti inviti: «compro oro», «pago in contanti». Complice la crisi e le performances borsistiche da star del metallo bene rifugio per eccellenza, questi negozi con le insegne gialle e cubitali, le vetrine rigurgitanti di luci e di promesse, sembrano moltiplicarsi un po’ ovunque. Dalla Questura spiegano che a Torino e provincia, solo nel corso del 2010, sono state richieste più di cento licenze. Cifre di tutto rispetto se pensiamo che nel capoluogo piemontese (dati Camera di Commercio) ci sono oggi 340 gioiellerie. O meglio, 340 «commercianti al dettaglio di orologi e gioielli». Il guaio è che i mister «compro oro» sono inquadrati nella medesima categoria dei gioiellieri «normali». E il monitoraggio puntuale delle licenze da parte della Questura è stato avviato solo dal 2010. Impossibile, dunque, misurare l’incremento di queste attività rispetto al passato. Ma le oltre cento licenze richieste e una semplice occhiata fra le vie della città, autorizzano comunque a parlare di un vero e proprio «boom» del fenomeno.
Piemonte
Il giorno più lungo per Fiat
Giornata storica per la Fiat dopo lo scorporo della società. L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, presente come padrino al battesimo delle contrattazioni in Borsa di Fiat Industrial, l’azienda del gruppo che produce camion e trattori, separata da Fiat Spa, alla quale sono rimasti l’auto e altri asset. Chi detiene azioni “ex-Fiat” avrà in portafoglio entrambi i titoli del Lingotto. Mentre il mondo economico tiene gli occhi puntati su Piazza Affari, resta però un altro grande tema sul tappeto, i rapporti tra Cgil e Fiom in vista del referendum sull’accordo di Mirafiori: tema nel quale si inserisce anche Sergio Cofferati, che scende in campo a fianco dei metalmeccanici.
Chi detiene azioni “ex-Fiat” avrà dunque in portafoglio entrambi i due titoli del Lingotto scambiati a partire dal 3 gennaio: per ogni azione Fiat riceverà un’azione Fiat Industrial della stessa categoria. Le “scommesse” degli investitori sul valore che il mercato darà ai due titoli hanno portato, giovedì all’ultima chiusura di Borsa, le “vecchie” azioni Fiat a 15,43 euro (+2,94%). Rispetto a questo valore, se il mercato confermerà le stime del consensus di analisti raccolto da Bloomberg (Fiat 6,65 euro, 9,40 Fiat Industrial) i due titoli, insieme, verranno quotati con un premio di circa il 4%.
Le ingerenze dei politici sul caso Mirafiori
Voglio approfittare del fatto che l’anno sta terminando per fare alcune riflessioni sulla questione di Fiat, ovvero gli accordi separati di Mirafiori e Pomogliano e l’uscita da Confindustria. Sappiamo ormai che gli accordi in entrambi i casi suddetti sono monchi per la mancata firma da parte della Fiom Cgil la quale ritiene che tali accordi siano addirittura in contrasto con alcune norme costituzionali. Io a questo punto voglio innanzitutto affrontare il tema del referendum su tale accordo, referendum che interesserà agli inizi del nuovo anno gli operai della fabbrica di Mirafiori.
Vittime della crisi (e della serietà) : Vagnino
Dopo quasi novant’anni di attività, «Da Vagnino c’è» non c’è più. Oggi infatti la catena di cartolerie nata nel cuore di Torino vivrà l’ultimo atto di una storia cominciata nel 1922, quando, in via Lagrange, per opera di Francesco Vagnino, nasceva il primo negozio di cancelleria, forniture per ufficio e materiale da disegno della famiglia.
L’ambizioso progetto si avvaleva di uno scrupoloso credo commerciale che Vagnino definiva così: «La mia soddisfazione è la soddisfazione del cliente soddisfatto, e la fiducia del pubblico è cosa sacra». Una filosofia tramandata al figlio Riccardo, che nei primi Anni 60 ha assunto la direzione dell’azienda. Nello steso periodo Vagnino apriva un nuovo negozio in corso Francia, seguendo una strategia di espansione aziendale che nel 1972 sfocerà in un’altra apertura a Mirafiori.
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Marchionne uomo dell’anno per il Sole 24 Ore
Fino a qualche mese fa Sergio Marchionne era esaltato con quei facili entusiasmi di cui gli italiani sono maestri. Innovatore, salvatore della Fiat, emigrante di ritorno, schivo uomo del pullover ignaro dello chic dei doppiopetto gessati. Di lì a poco ecco il rovescio dell’adulazione di casa nostra, l’insulto, lo schizzo di fiele, la denigrazione. In poco tempo il Ceo della Fiat è passato da patriota dell’automobile, austero abruzzese figlio di un carabiniere, a filibustiere, padrone assetato di profitto, «illiberale» secondo i moderati della Cgil, «fascista» secondo gli intemperanti della Fiom.
Naturalmente l’incenso di prima (perfino l’ex presidente della Camera Bertinotti ne aveva usato un po’) e le uova marce di oggi (perfino la destra ne fa uso, per non essere tagliata fuori dal populismo) non nascondono la realtà: Marchionne ha deciso di smentire le previsioni nette dell’Economist e del Financial Times che annunciavano la morte certa della Fiat e salvare la produzione di auto in Italia. Il patto con la Chrysler, benedetto dal presidente Obama, costringe Fiat alla realtà: o si produce come produce il mondo, o l’Italia non avrà più manifattura di auto. La Fiom parla di «diritti» come se tutti nel mondo non avessero diritto a un lavoro e una vita dignitosa: ma, dimentica dei suoi maestri come Bruno Trentin, non si rende conto che i diritti vanno creati nella realtà, non postulati in astratto.
Le tv private stritolate fra Berlusconi, controinformazione e digitale terrestre
Luciano Borghesan su Lastampa.it
Berlusconi ci sta uccidendo», l’Sos giunge dai responsabili delle tv piemontesi che si uniscono al coro nazionale dell’emittenza privata contro il governo. «In un sol colpo – dicono – il decreto Milleproroghe spazza via 45 milioni di euro destinati alle radiotv locali e la Legge di stabilità sottrae all’emittenza nove canali (dal 61 al 69) per destinarle a Mediaset, Rai, Telecom e Sky».
E’ la rivolta di televisioni storiche verso chi si affermò in nome della «libertà d’antenna» contro il monopolio Rai: «Il gruppo Mediaset di Berlusconi persegue da tempo un disegno che prevede il nostro annientamento – avverte Davide Boscaini, da trent’anni impegnato con Quartarete -: Striscia la notizia e le Iene hanno fatto a gara per minare la credibilità delle nostre emittenti, con inchieste su aste, televendite, cartomanti, denunciando truffe, vero, ma senza mai evidenziare che certi personaggi erano diventati tali grazie a trasmissioni nazionali di Rai e Fininvest. Hanno generalizzato, e noi abbiamo perso gli introiti pubblicitari anche di chi non c’entrava con Vanna Marchi e simili. Poi il passaggio al digitale, che a noi non serviva, ora i tagli, la retrocessione a canali che si trovano sul telecomando in collocazioni inarrivabili, l’impossibilità di coprire con il segnale l’intero Piemonte, a causa della suddivisione delle regioni in più aree tecniche. Ci stanno macellando».
Arenaways: a gennaio si viaggia con 10 euro da Torino a Milano e arrivano gli abbonamenti
Dal 3 al 30 gennaio si potra’ viaggiare da Torino a Milano sui treni Arenaways a 10 euro anziche’ 17 e un abbonamento speciale, valido per tutto il periodo, permettera’ anche due corse al giorno per cento euro. Considerando che il biglietto delle Ferrovie dello Stato costa 5 centesimi di più la cosa diventa interessante … Leggi tutto
Sindaci ed aspiranti sindaci esperti di lavoro e di fabbriche
Sergio Chiamparino Al leader della Fiom Maurizio Landini che lo invita assieme a Piero Fassino ad andare alle catene di montaggio per conoscere davvero i risvolti dell’intesa su Mirafiori, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, replica definendole ”cadute di stile demagogiche e populistiche”. Chiamparino, in occasione dell’incontro con la stampa di fine anno, non nomina … Leggi tutto
Mondo blu
Gli Eiffel 65 sono nati qui, in piena Parella Valley a 400 metri da casa Pasteris
L’addio a Mario Caglieris
Via Localport Si svolgeranno oggi pomeriggio, martedì 28, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Banchette, i funerali di Mario Caglieris, presidente delle Spille d’oro Olivetti, morto nella notte di Natale all’età di 83 anni. Con lui sparisce una figura che è stata molto più di un riferimento per gli Olivettiani: era il trait d’union tra … Leggi tutto
Gli operai della Thyssen abbandonati da tutti
Via Blitzquotidiano Si sentono abbandonati da enti locali e politici i 13 lavoratori della Thyssenkrupp che si sono costituiti parte civile e che non sono ancora stati ricollocati sul lavoro. Insieme hanno chiesto per lunedì 27 dicembre un incontro in Regione Piemonte al fine di chiedere che venga prolungato per loro il periodo di cassa … Leggi tutto