Da Mirafiori a Wikileaks e ritorno

Stefano Rodotà via  Repubblica e MicroMega

Le parole, i toni, l’argomentare sono di fastidio di fronte alla critica, alla discussione pubblica che pure è il sale della democrazia. Pare evidente che Sergio Marchionne voglia mostrare la regola della forza.

Ha ribadito che suo, e soltanto suo, è il potere di vita o di morte su Mirafiori. Una spada gettata su una bilancia già sospetta d’essere alterata. È così eccessivo questo atteggiamento che viene quasi il sospetto che l’amministratore delegato della Fiat voglia favorire il “no” al referendum, per essere finalmente libero di muoversi in un mondo globale dove tutti gli aprono le porte e gli offrono braccia a qualsiasi prezzo. Un referendum, peraltro, che egli stesso svuota del suo significato proprio, visto che ne rifiuta pregiudizialmente uno dei possibili risultati. Lo sappiamo da sempre che è facile volgere a proprio vantaggio una guerra tra poveri. Per sfuggire a un impoverimento che attanaglia un numero crescente di persone, vi è sempre qualcuno che accetta di vendere la sua forza lavoro riducendo garanzie e diritti. È questo il dono del realismo del Terzo Millennio, dove l’efficienza economica cancella ogni altro valore?

Se vogliamo analizzare più in profondo le dinamiche in corso, ci accorgiamo che qualcosa accomuna la vicenda Fiat e quella che riguarda WikiLeaks. Si tratta del modo in cui il potere si sta redistribuendo nel mondo globale, chi lo esercita, chi può controllarlo. E questa novità non si coglie con i soli strumenti tradizionali, riferendosi solo al sistema delle relazioni industriali, alla tutela del segreto di Stato. Bisogna partire dalle logiche alle quali si rifanno i nuovi padroni del mondo, che non si sentono titolari di un potere controllabile e, invece, si muovono ritenendosi investiti di un potere sciolto da ogni vincolo.

Leggi tutto

Forse abbiamo il primo vero candidato sindaco di Torino

Scrive Bojafauss Sarà Vittorio BERTOLA il candidato sindaco di Torino per il Movimento5Stelle. Lui e la sua lista www.movimentotorino.it hanno non-vinto le non-primarie a 5 stelle in quanto risultano l’unica lista che ha presentato la documentazione completa per l’accreditamento del blog di BeppeGrillo.. Anche al nostro invito aveva risposto solo la lista con Bertola portavoce … Leggi tutto

Una lettera da un gruppo di italiani all’estero sul caso di Mirafiori

Via Indipedia “Siamo un gruppo di italiani sotto i 40 anni che vivono e lavorano all’estero, ma che continuano ad avere contatti diretti con l’Italia a cui ci legano affetto e nostalgia, accompagnati dalla rabbia di vederlo in costante declino. Nessuno di noi si è finora impegnato direttamente in politica, pur essendo simpatizzanti per la … Leggi tutto

No comment

Facendo riferimento a questa riga di Twitter e alle molte mail ricevute a cui si è risposto in modestissima parte, si comunica che per ora non si fanno commenti sulla vicenda  :-)

A Torino rispuntano i simboli delle BR

Via Repubblica

Una scritta contro Marchionne con la stella a cinque punte è stata tracciata, con vernice rossa, oggi, a Torino su un grande manifesto pubblicitario nel centro cittadino, sul cavalcavia di corso Sommellier. Altre scritte sono state tracciate, sempre con vernice rossa e sempre con la stella a cinque punte, su due manifesti pubblicitari vicini al primo. “Marchionne fottiti”, c’è scritto sul primo manifesto, mentre sugli altri due ci sono le scritte “Non siamo noi a dover diventare cinesi” e “ma i lavoratori cinesi a diventare come noi”. Sul posto sono intervenuti gli investigatori della Digos che però tendono a escludere collegamenti, più o meno diretti, con presunte o sedicenti Brigate Rosse.

Secondo gli investigatori, si tratta di “una simbologia forte”, non così “inedita” neppure negli ultimi tempi, usata comunque per “alzare il tono” e per attirare la massima attenzione. D’altronde – rilevano – il dibattito sulla questione Fiat-Marchionne è a tinte forti anche a livello istituzionale, politico e televisivo, da non far meravigliare se alcune persone, magari anche tra i più giovani e comunque tra i cosiddetti antagonisti, cerchi di “calcare la mano”. Il livello di attenzione da parte della Digos e delle forze dell’ordine nel loro complesso – hanno riferito fonti investigative – è comunque alto, soprattutto in considerazione de fatto che siamo a pochi giorni dal referendum di giovedì e venerdì prossimi sull’accordo su Mirafiori.

Leggi tutto

Un diverso punto di vista sul mercato automobilistico italiano

Via Dagospia

Un milione e mezzo di auto prodotte in Francia nei primi nove mesi del 2010. In Germania 4,1 milioni circa, oltre 930mila in Gran Bretagna e 1,4 milioni in Spagna. Solo 444mila in Italia. Parliamo di fior di Paesi europei che, in un anno certo non di grande boom, hanno prodotto in casa loro una enorme quantita’ di auto, con leggi civili e costi europei. E per carita’ di Patria non citiamo Polonia e Repubblica Ceca, che qualcuno potrebbe non ritenere paragonabili in tutto e per tutto all’Italia.

Questi dati desolanti pubblicati oggi da Repubblica , e con la precisazione ad esempio che in Germania l’operaio guadagna 500 euro al mese più’ del collega italiano, sono un macigno sulle tante balle spacciate da anni dalla Fiat e dai suoi giornali e politici amici. Il problema dunque non e’ la globalizzazione, ne’ la Fiom Cgil che pure qualche suo problemino culturale lo ha. Il problema sono la Fiat, il suo management e la famiglia che ne mantiene il controllo con l’aiuto di molti soldi altrui.

Ieri era uscito un altro dato: Audi investira’ in quattro anni oltre 11 miliardi, dei quali circa meta’ in Germania. Marchionne, ma di cosa stiamo parlando? Qui ci sono sul tavolo 11 miliardi di investimenti della sola Audi, non certo un produttore di auto di massa per il popolo. La grande abilita’ della Fiat e’ stata in questi anni far credere a tutti che c’era un problema di mercato mondiale di cui era vittima la Fiat, ma che, soprattutto, le auto non si vendono perche’ per motivi di contesto esterno si produce poco e male in Italia. E’ vero l’esatto contrario: si progettano e si vendono male le auto fiat sicche’ la produzione in Italia cala a livelli ridicoli.

Leggi tutto

Veltroni e i maoisti della Fiom

Diego Novelli su Nuova Società

Walter Veltroni, in compagnia di alcuni suoi compagni (ex Pci) dirigenti del nuovo Partito Democratico colpisce ancora. In una lunga lettera al direttore de La Stampa spiega «tre ragioni del SI a Marchionne» ed in polemica con la Fiom parte nientemeno che da Bruno Buozzi (1923) risalendo “per li rami” sino ai professori Berta ed Ichino, portando come pezza d’appoggio anche il programma elettorale del 2008 del suo partito, la dove si poneva la necessità di un nuovo modello del “patto sul lavoro”, del luglio del 1993, con un nuovo obiettivo: l’incremento della produttività, introducendo fortissime innovazioni nel nostro sistema economico aprendolo agli investimenti stranieri.

L’ultimatum ricatto dell’uomo che non usa mai la giacca come i comuni mortali altro non sarebbe che l’interpretazione, sia pure con una certa «durezza» delle idee del Pd, in materia di relazioni sindacali, per renderle capaci di regolare il rapporto e le prestazioni di lavoro nelle fasi di investimento, reclamate dalla competizione globale e dalla innovazione tecnologica.

Leggi tutto

Il referendum sull’accordo di Mirafiori il 13 e 14 gennaio

Si prevedono giorni intensi e forti campagne di condizionamento Via Repubblica La data è stata decisa: il referendum sull’accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio. Lo si apprende da fonti sindacali, secondo le quali l’esito della votazione si potrà conoscere già nella serata di venerdì. I primi … Leggi tutto