Come da manuale del rugby è tornato indietro per poi riandare avanti. Stavolta non con l’ovale in mano per cercare di superare la linea avversaria, ma con un’anziana (e relativa bombola d’ossigeno) sulla spalle. L’ultima meta di Andrea Pallotta, estremo dell’Aquila Rugby di 23 anni, è la più bella: nel dramma del terremoto ha cercato di «placcare» la malasorte salvando prima una donna, poi il marito dopo aver sfondato a spallate la porta di casa loro. La sua, di abitazione, Pallotta l’aveva persa poco prima («è totalmente inagibile»), ma non era il momento di stare a pensarci. «Ero in mezzo alla strada – racconta – e ho sentito grida di aiuto di una donna. Sono subito corso verso il punto da dove venivano, la tromba delle scale era crollata e intorno era tutto un disastro».
Il rugbista che quest’anno è stato anche azzurro nel Seven, ha agito d’istinto: «Sul momento, per la confusione, la puzza di gas clamorosa che usciva dalle tubature rotte e i calcinacci – dice -, non mi sono neppure reso conto se fossero uomini o donne, ho pensato solo a portarli fuori. Poi ho saputo che erano marito e moglie. L’uomo era finito sotto ad una pietra e ai tubi dell’acqua, e ho dovuto sollevare tutto. Mentre li portavo fuori c’è stata un’altra scossa e sinceramente mi sono preoccupato». Ma bisognava battere anche la paura, così dopo aver salvato i due anziani è tornato indietro per portare fuori anche la bombola dell’ossigeno. Pallotta non è stato l’unico dell’Aquila Rugby a perdere la casa, sussurra dall’ospedale dove sta dando una mano ai soccorsi il tecnico Massimo Mascioletti (ex ct della nazionale). Ma nonostante tutto la mobilitazione della squadra simbolo sportivo della città abruzzese (5 scudetti e 2 Coppe Italia) è stata generale, come successe a Rovigo ai tempi dell’alluvione, quando fra i primi soccorritori ci furono tutti i giocatori della squadra di rugby.
Come una donna con i seni al silicone
La Juve ha pareggiato al novantesimo l’attesa partita con l’Inter. L’Inter vincerà il suo quarto scudetto di fila. I successi di questi anni dell’Inter hanno un sapore strano. E’ come parlare di una donna con i seni al silicone: bella, appariscente ma con una bellezza “falsa”.