In queste ore ci sono una cinquantina di persone che stanno lavorando per salvare il Giappone. E per questo, molto probabilmente, dovranno morire presto. Sono i cinquanta eroici tecnici che da ieri mattina la Tepco ha lasciato a lavorare a pochi metri di distanza dai reattori del sito di Fukushima 1 che minacciano di sparare il loro carico mortale nell’atmosfera. Qualcuno li potrà definire dei novelli kamikaze (o tokkotai , questo il nome abbreviato delle «unità speciali di attacco» che nel 1944-’45 si lanciavano sulle navi americane con aerei carichi di esplosivo). O forse sono dei martiri di una tecnologia come quella elettronucleare che ha dimostrato – ancora una volta – di avere delle falle clamorose.
Paolo Nespoli back home
Via Gravità Zero Tornato finalmente sulla Terra dopo oltre 5 mesi di permanenza a bordo della Stazione Spaziale internazionale, l’astronauta italiano Paolo Nespoli si è concesso una intervista per raccontare come ha vissuto questa esperienza in una conferenza congiunta ESA/ASI. Durante la sua permamenza Paolo ha dialogato con i suoi fan tramite la sua pagina twitter … Leggi tutto