L’anima gemella è una questione matematica

Via Reuters Cerchi la persona giusta? Una matematica australiana sostiene che i single abbiano maggiori possibilità se incontrano, e poi rifiutano, 12 potenziali partner, per poi tornare a cercare l’amore. Clio Cresswell, studiosa dell’Università di Sydney, ha raccontato a Reuters la sua strategia, il risultato di una complessa analisi matematica, e ha dichiarato che questo … Leggi tutto

Houston has a problem

Via Repubblica

Houston, questa volta abbiamo davvero un problema: non c’è più un centesimo. Norman Augustine non la vuole buttare in politica, lui di mestiere fa il manager, è stato anche il capoccia della Lockeed, e quindi pure abbastanza navigato, e non solo nello spazio: ma i piani che aveva trionfalisticamente annunciato George W. Bush, sulla Luna di nuovo nel 2020, su Marte entro il 2050, beh, ce li possiamo scordare. “Non c’è alcuna probabilità che la Nasa riesca a imbarcarsi in una qualche missione nello spazio più profondo prima del 2028. Anzi”. La Nasa è finita, andate in pace.

Norman Augustine non è un esperto qualunque: è il capo del panel di becchini che da un momento all’altro dovrà salire alla Casa Bianca per annunciare la morte del progetto spaziale. E a seppellire quel sogno fatto balenare da John Fiztgerald Kennedy (“Prima che questo decennio finisca, un uomo arriverà sulla Luna e farà rientro sano e salvo”, 25 maggio 1961) sarà proprio lui, Barack Obama, l’uomo della nuova speranza, “Hope”, affossata dalla recessione.

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E’ inutile riempirsi la bocca con l’innovazione

Dopo la riforma Gelmini, con i tagli drastici che ha portato, e’ inutile riempirsi la bocca con l’innovazione. Lo ha dichiarato Margherita Hack. Per l’astrofisica L’innovazione si fa con la ricerca, e per quella è fondamentale l’università e se qualcuno deve porre dei limiti alla ricerca, non può  essere il legislatore, e nemmeno la Chiesa … Leggi tutto

I rischi dell’ossicolesterolo

Via Repubblica

C’è un tipo di colesterolo ancora più ‘cattivo’ di quello noto come il nocivo LDL e che si accanisce particolarmente col cuore. Non esistono infatti solo i due tipi noti di colesterolo, quello cosiddetto buono (HDL) e quello cattivo (LDL), ma anche una forma di colesterolo sconosciuta ai più, l’ossicolesterolo, ancora più nociva dell’LDL, capace di aumentare di molto il rischio di arterosclerosi e il livello complessivo di colesterolo nel sangue.

A puntare l’attenzione sull’ignorato ossicolesterolo è il ricercatore Zhen-Yu Chen dell’Università di Hong Kong, che ha presentato uno studio sugli effetti dell’ossicolesterolo alla 238/ma edizione del Meeting and Exposition della American Chemical Society, in corso a Washington.

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L’insonnia si combatte sul web

Via Corriere.it

C’è chi passa ore davanti alla tv o su un libro, sperando che prima o poi la palpebra inizi a calare. E chi, svegliandosi di soprassalto nel cuore della notte, non riesce più ad addormentarsi e si riduce ad aspettare l’alba navigando online. Piuttosto che saltare di sito in sito, forse sarebbe meglio affidarsi ad uno dei tanti percorsi di aiuto psicologico per insonni che stanno prendendo piede su Internet.
Due studi scientifici recenti hanno confermato la validità dei programmi psicoterapeutici per chi soffre di insonnia. Che questo approccio sia da preferire all’assunzione prolungata di farmaci è ormai cosa risaputa. È meno nota, invece, l’esistenza di terapie altrettanto efficaci che possono essere svolte interamente online. Il più famoso di questi programmi si chiama SHUTi ed è stato realizzato da ricercatori dell’Università della Virginia.

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Un problema di sesso

Via Corriere.it Un oro che non placa le polemiche. È quello conquistato nella finale degli 800 donne dalla sudafricana Caster Semenya, atleta dal fisico mascolino e sul cui sesso la Iaaf nutre più di un sospetto, tanto da averla sottoposta a dei controlli. La 18enne ha stravinto correndo in 1’55″45. Argento alla keniota Janet Jepkosgei … Leggi tutto

Cervelli fuggiti dall’Italia scoprono il gene contro il tumore al cervello

Via Repubblica.it

Nel 2000 hanno lasciato l’Italia per gli Stati Uniti, in polemica con il sistema nepotista dell’università, che non permetteva loro di sviluppare adeguatamente le loro ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli Stati Uniti hanno trovato i mezzi, lo spazio, il sostegno di due prestigiose università, prima la Albert Einstein e dopo la Columbia. E adesso Antonio Iavarone e Anna Lasorella annunciano la scoperta del gene che svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle cellule staminali e che è coinvolto anche nel più aggressivo fra i tumori del cervello. Sono gli stessi ricercatori a parlare della loro scoperta in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Developmental Cell.

“Adesso – spiega Iavarone – abbiamo trovato una proteina capace di distruggere alcune delle proteine-chiave utilizzate per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione delle cellule staminali in cellule adulte”. La proteina si chiama Huwe1 e la sua scoperta potrebbe in futuro portare anche a nuove terapie contro i tumori cerebrali.

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Slitta la riaccensione LHC

Via Repubblica

Ci sono voluti 15 anni di lavoro per costruire la più grande e più costosa macchina mai costruita per ricerche scientifiche. Si tratta dell’LHC, Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più potente al mondo che si trova in una galleria sotterranea di 27 km di circonferenza, posta al confine tra Francia e Svizzera. Lo scorso mese di settembre vi era stata l’inaugurazione e la macchina da 6 miliardi di euro aveva iniziato a lavorare.

Il suo funzionamento avrebbe dato modo ad un gran numero di scienziati di trasformare un sogno in realtà: capire alcuni grandi misteri dell’Universo. Ma un’improvvisa esplosione bloccò la macchina dopo pochi giorni dall’accensione senza permettere alcun esperimento. Prima ancora di immettere tutta l’energia necessaria alle ricerche, infatti, si ebbe una improvvisa perdita di elio, che serve per tenere a bassissime temperature i cavi in niobio e titanio che in tali condizioni perdono ogni resistenza elettrica e diventano superconduttori.

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Mappato il virus Hiv1

Via Repubblica

La struttura del virus Hiv1, responsabile insieme all’Hiv2 dell’Aids, non ha più segreti. Segnando un passo in avanti importante nella comprensione della malattia e di come infetta l’uomo, un gruppo di scienziati dell’Università della North Carolina negli Stati Uniti, per la prima volta ne ha decodificato l’intero genoma, in uno studio che appare in copertina sull’ultimo numero di Nature e che promette di accelerare lo sviluppo di farmaci antivirali. Perché avere a disposizione la mappa genetica del virus significa comprendere meglio le strategie che mette in atto e che gli permettono di essere così sfuggente.

Il virus Hiv si suddivide nei due ceppi Hiv1 e Hiv2: il primo è più diffuso prevalentemente in Europa, America e Africa centrale, il secondo è localizzato soprattutto nell’Africa occidentale e Asia. Questo virus, spiegano gli autori della ricerca, coordinata da Kevin Weeks, proprio come nel caso dell’influenza, dell’epatite C e della polio, trasporta le sue informazioni genetiche attraverso un singolo filamento di Rna anziché i due filamenti del Dna.

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