Contro il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni

Quella del voto alla Camera sul “d.d.l. Alfano”, e’ una brutta notizia per l’informazione, la sua autonomia, il suo valore non meramente materiale. La FIEG e la FNSI si uniscono ancora per rinnovare al Parlamento, ora in particolare al Senato, e a tutte le forze politiche l’appello ad scongiurare l’introduzione nel nostro ordinamento di limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e di sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori
Le previsioni del ddl approvato oggi con ricorso al voto di fiducia violano il fondamentale diritto della libertà d’informazione, garantito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Gli editori e i giornalisti concordano sulla necessità che sia tutelata la riservatezza delle persone, soprattutto se estranee alle indagini, ma non possono accettare interventi che nulla hanno a che vedere con tale esigenza e che porterebbero ad un risultato abnorme e sproporzionato: limitare, e in taluni casi impedire del tutto, la cronaca di eventi rilevanti per la pubblica opinione, quali le indagini investigative.
Allo stesso effetto di limitazione della libertà di informazione portano le previsioni del disegno di legge che introducono anche sanzioni detentive nei confronti dei giornalisti e la responsabilità oggettiva a carico degli editori, che verrebbe ad aggiungersi in modo confuso a quella del direttore di giornale.

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La crisi dell’editoria vista nel concreto

Italia Oggi via Dagospia

Tira aria di crisi anche alla Stampa degli Agnelli. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi si prepara infatti, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a chiedere lo stato di crisi dal prossimo settembre. Nel frattempo, il piano dell’editore è avviare tra i giornalisti 17 pensionamenti per raggiunti limiti di età, iniziando dal prossimo autunno fino all’agosto 2011, oltre ad altri 43 prepensionamenti. Le uscite sarebbero, in tutto, 60 su 228 redattori in organico. Nelle file dei poligrafici, invece, dovrebbero essere in 76 a lasciare, tra pensionamenti e prepensionamenti.

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I fantasmi che tormentano le notti di Berlusconi

Marco Benedetto su Blitz Quotidiano

Due fantasmi rendono le notti di Silvio Berlusconi ancora più insonni di quanto non lo siano già normalmente.

Per primo gli appare quello di Rupert Murdoch, il collega tycoon che gli sta facendo pagare con gli interessi una serie di sgarri subiti negli anni. E anche in Australia tendono a non sopportare gli oltraggi: cominciò nel 1998, quando il governo di sinistra parlava di conflitto di interessi tra il ruolo politico di Berlusconi e il ruolo di azionista di controllo di Mediaset & affini. Berlusconi fece venire in Italia Murdoch, fece intendere che voleva vendergli tutto, ottenendo una disperata richiesta da nientemeno che Massimo D’Alema e Giovanna Melandri: Mediaset deve restare italiana! e Berlusconi si inchinò alla volontà popolare. (Ancora di recente lo ha ricordato: volevo vendere, proprio la sinistra me lo ha impedito).

Con il suo spirito pratico lombardo Berlusconi forse pensava di avere compensato il disturbo di Murdoch comprando da lui un mega yacht usato.

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