La mancanza di moralità del mondo finanziario sembra aver trovato un contropotere con cui non aveva fatto i conti: i suoi stessi clienti

Via Pino Bruno

Molly Katchpole, 22 anni, di Washington, ha reagito contro la decisione della Bank of America che pretendeva cinque dollari per le operazioni con il bancomat, una misura che anche altre banche pensavano di introdurre. La ragazza ha pubblicato la sua protesta su internet. In poche ore 300mila persone si sono unite a lei, le banche hanno rinunciato al prelievo e i mezzi d’informazione ne hanno parlato”. Lo ha ricordato qualche giorno fa Manuel Castells in un suo intervento su La Vanguardia a proposito del movimento Occupy Wall street. Senza voler enfatizzare il ruolo della rete, ecco un inequivocabile gol segnato dal movimento – tutto statunitense – nato e cresciuto sul web e sui social network. Far fare un passo indietro alla potente Bank of America e ai suoi succedanei non è cosa da tutti i giorni. Ecco, quando in Europa e in Italia la protesta riuscirà a produrre gli stessi effetti, potremo finalmente parlare di cittadinanza digitale.

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Il giornalismo sportivo e le sfide dell’ innovazione a Coverciano

Via LSDI

“La scimmia vincerà il Pulitzer?’’ E’ il titolo di un convegno su giornalismo sportivo e innovazione tecnologica in programma lunedì 14 novembre al Museo del Calcio di Coverciano, a Firenze.

Il titolo dell’ incontro – organizzato da Unione stampa sportiva, Associazione stampa toscana (Ast) e Lsdi – è ‘’rubato’’ a “La scimmia che vinse il Pulitzer. Personaggi, avventure e (buone) notizie dal futuro dell’informazione”, il libro di Nicola Bruno e Raffaele Mastrolonardo, e si riferisce in particolare a Stats Monkey, quel software ‘’che scrive notizie di baseball alla velocità della luce e in un inglese impeccabile”.

E proprio uno dei due autori del saggio, Raffaele Mastrolonardo, aprirà il convegno con un intervento sugli principali esperimenti di nuovo giornalismo avviati sulla base delle possibilità offerte dallo sviluppo delle piattaforme e degli strumenti digitali.

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Ricordando Paolo Geymonat: l’ebook Costruire web company di successo: anche in Italia si può

A due anni dall’improvvisa scomparsa di Paolo Geymonat, fondatore e e presidente di Bakeca, insieme ad alcuni amici, abbiamo scritto un e-book curato da Sergio Chiarla per commemorarlo. Il libro  raccoglie attraverso le sue email lo spirito di un imprenditore, innovatore, filosofo ed essere umano di rara intelligenza, carisma, trascinante simpatia ed energia positiva.

Il libro intitolato ‘Costruire web company di successo: anche in Italia si può!’,  vuole essere di stimolo a tutti i giovani che stanno pensando di fare una startup. L’idea è di offrire un orizzonte più vicino ed accessibile della Silicon Valley. Fare startup qui a casa nostra si può, la storia di Paolo Geymonat e Bakeca ne sono la testimonianza più tangibile.

“In molti scrivono sulla ricchezza e sul valore del sogno, ma è difficile incontrare persone che sappiano realizzare in modo concreto i loro sogni.” scrive il curatore del libro, Sergio Chiarla, descrivendo la personalità di Paolo Geymonat. Sogno e concretezza, due facce della stessa medaglia, due ingredienti che ogni progetto dovrebbe avere per sfondare la porta del successo.

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Blogo, Blogosfere: la fusione

via Blogosfere Grandi novità nel panorama editoriale italiano: Populis, leader europeo nella creazione di contenuti verticali, annuncia la nascita del nuovo Blogo, sintesi ideale di Blogo e Blogosfere, due brand leader nel settore dell’informazione online e principali properties del gruppo in Italia. Il nuovo Blogo diventa il terzo polo di informazione online nel nostro Paese, … Leggi tutto

In arrivo lo tsunami del giornalismo: è ora di fare pulizia

Via Stefano Tesi

Prima i malumori striscianti e traversali ignorati per molti, troppi per anni. Poi gli sfoghi di esasperazione dei singoli, sciaguratamente confusi per sintomo di crisi personali. Quindi le ripetute e sempre minimizzate manifestazioni di aperto dissenso (chi si ricorda i “fantasmi dell’informazione”?), quasi sempre scambiate per giochi di correnti o per gli strepiti di gruppuscoli isterici. Dopo, ecco i primi sondaggi. Lo stupito spavento, la palese sensazione di incredulità dei vertici verso una base che tanto base più non è. E tantomeno si sente fondamento (la Carta di Firenze delle scorse settimane e i correlati rumori, che hanno dato voce a quel 60% di giornalisti italiani che il sistema ha finora bellamente ignorato, ne sono stati non la spia, ma la significativa conseguenza). Infine l’assalto dei “redattori di fatto” all’immancabile quacquaracqua che i soliti noti hanno messo in piedi giorni fa nel sancta santorum del pennismo nazionale: il Circolo della Stampa di Milano, simbolo del giornalismo e sua massima sede liturgica, dove tristemente si celebrava la solita pantomima pseudosindacale su “Precari, Autonomi, Freelance: nuove frontiere della professione giornalistica”.

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Indignarsi insieme a qualche altro milioncino di persone

Oggi ci indegna. In effetti l’idea meno “politically corect” sarebbe un messaggio a certi personaggi di questo tipo: “ora uscite con le mani alte e se accettate di farvi giudicare da un giusto processo bene, se no veniamo a prendervi“. Compresi nel trattamento anche politici, giornalisti, imprenditori, … Sono già centinaia le organizzazioni nazionali e … Leggi tutto

Lettera aperta all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte

Rendo pubblica questa lettera aperta allegata un esposto indirizzato al Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti e in conoscenza al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. L’esposto ha avuto seguito per ora una audizione presso l’ODG piemontese nella giornata di giovedì scorso

E’ arrivato il momento per parte mia di uscire dal politicamente corretto e dall’asepsi delle parole per affrontare “in campo aperto” e “senza censure” quanto accaduto alla mia persona in questi anni dal punto di vista umano e professionale.
Nell’inviarvi la documentazione e l’esposto che allego a questa mia desidero trasmettere riflessioni sulla mia vicenda che esprimo in Lettera Aperta che nei prossimi giorni renderò pubblica. La mia storia professionale giornalistica è intrisa di una serie di avvenimenti e di circostanze che quando narrate a colleghi di altre regioni producono domande del tipo “ma che succede in Piemonte ?”.
Penso che il voler lavorare in una delle regioni più mature economicamente, socialmente e culturalmente dell’Italia non possa essere un handicap per chi lo vuol fare liberamente, seriamente, con professionalità e onestà nel settore giornalistico.
Penso che la situazione di estrema difficoltà dei giornalisti in questa regione sia visibile a tutti.
Penso che coloro i quali denunciano irregolarità deontologiche e codicistiche debbano essere tutelati per l’opera che svolgono per una professione migliore e per la tutela dei colleghi.
Penso che coloro i quali violano le leggi e la deontologia professionale debbano essere giudicati correttamente e non “amnistiati”.

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