La repubblica dei brocchi

Un libro di Sergio Rizzo Siamo la Repubblica dei brocchi.” Perché al di là della questione morale, al di là dei reati e del dolo, al di là degli interessi privati che si fanno atti pubblici, la questione cruciale è che la nostra classe dirigente semplicemente non è a livello di quella degli altri paesi … Leggi tutto

La crisi mortale dei giornali italiani

Lelio Simi su Pagina 99

Vendiite giornali in ItaliaNel racconto della crisi dell’editoria in Italia spesso il declino dei grandi giornali viene narrato come un evento quasi inevitabile dovuto principalmente a due fattori: la difficile transizione nell’era digitale, con Internet che arriva d’improvviso a sparigliare le carte invadendo di contenuti gratuiti il mercato dell’informazione; e, secondo fattore determinante, la crisi economica e finanziaria globale del 2008. Come dire: cosa potevano fare in questi ultime tre lustri le navi ammiraglie dell’editoria nostrana se non imbarcare sempre più acqua? Ma è proprio così? Basta il combinato di questi due fattori a spiegare (quasi) tutto?

L’industria dei quotidiani in Italia vediamo come, negli anni, tra alti e bassi, il volume delle copie vendute dai quotidiani abbia raggiunto un picco nel 2006 (con 1,68 miliardi di copie complessive in un anno) per poi continuare a calare.

Quel volume di vendite ha rappresentato l’ultimo, oggi, irraggiungibile picco. Cosa è successo? Molte cose, certo, ma sicuramente un fattore determinante è stata la crisi di un fenomeno editoriale tutto italiano: quello dei “collaterali”. La messa in commercio assieme al giornale di libri, enciclopedie, videocassette e dvd era stata la soluzione trovata dagli editori per rilanciare le vendite in edicola molto prima che cominciasse la concorrenza dei contenuti gratuiti su internet. E per un certo periodo ha funzionato molto bene.

Ma l’eccessivo entusiasmo attorno a questo tipo di vendita ha portato a saturare il mercato asfissiando il lettore con ogni tipo di articoli e gadget editoriali. Il risultato è stato che, secondo stime della Fieg (la Federazione degli editori dei giornali italiani) i ricavi dalla vendita di prodotti collaterali sono crollati nel biennio 2006-2008, con una flessione del 23% e del 49%.

Secondo rilevazioni di Datamediahub i quotidiani italiani devono rendere invendute intorno al 31-33% di copie sul totale di quelle diffuse. Una percentuale nettamente più elevata rispetto ad altri Paesi come ad esempio la Francia dove le copie rese si fermano al 14-15%. Una differenza elevata perché in quel 16-18% in più rispetto a realtà meglio organizzate ci sono risorse economiche rilevanti letteralmente gettate via dall’industria dei quotidiani italiana. Un altro grosso difetto sul quale poco o niente si è riusciti a intervenire in Italia è il bassissimo peso degli abbonamenti sulla vendita totale dei quotidiani.

Per un grande gruppo come Espresso-Repubblica i ricavi della divisione digitale rappresentano, nell’ultima semestrale del 2016, solo il 9% del fatturato totale; per Rcs – nonostante il piano industriale 2013/2015 puntasse a portarli al 21% – non hanno mai superato quota 16% sui ricavi totali. Unica eccezione il Gruppo 24 Ore con un peso del digitale sul fatturato del 32%. I dati del gruppo sono riferiti a giugno di quest’anno, ma sulla loro attendibilità ora viene sollevato più di un dubbio. Resta il fatto che uno dei grossi problemi per gli editori, e questo non solo in Italia, è come monetizzare il traffico e l’audience sul web. Molte testate straniere, da quelle tradizionali come il New York Times a quelle native digitali come BuzzFeed, stanno acquistando, o sviluppando al loro interno, tecnologie e competenze per leggere e fornire i dati necessari ai loro clienti con la stessa precisione millimetrica di Facebook e Google (che sul digitale sono gli assoluti padroni). Ma in Italia in questo senso si è fatto ancora molto poco, il che ha ridotto ancora di più il valore del traffico dei siti dei giornali agli occhi degli investitori pubblicitari.

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#anewbeginning I big del digitale si trovano a Roma in Vaticano per discutere di Core Values, la trasmissione dei Valori nell’era digitale

logo-aggiornato-fem-02A Roma il 4 novembre ill mondo digitale si trova in Vaticano per Core Values, la trasmissione dei Valori nell’era digitale. I’obiettivo dell’incontro è capire quale mondo sta nascendo dalla
rivoluzione digitale e come sarà il mondo delle future generazioni.
L’iniziativa, che conta sull’alto patrocinio della Segreteria per le Comunicazioni della
Santa Sede, recentemente creata da Papa Francesco, della Pontificia Università
Lateranense e de La Tela Digitale, avrà luogo il 4 novembre 2016 nella sede dell’
Ateneo.

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Questo blog cambia pelle

Questo Blog è nato nel 2002, nel 2007 ha iniziato a utilizzare il tema Pasterone e lo ha usato per 9 gloriosi anni. In effetti il tema è diventato oramai iper datato per cui ho cercato di proporre velocemente una revisione grafica del sito.  Sarà una specie di Pastertwo, che resterà work in progress per … Leggi tutto

Come sopravvivere ai sinistri su Internet

Per evitare di sprofondare in caso di Sinistri Internet in cui si parla di Misure di sicurezza, Data Protection; – Casistica: cyberstalking, diritto all’oblio, Google suggest, domain name, profilo Facebook, social network; – Danno reputazionale e determinazione del quantum; – Azioni cautelari …

Lo scandalo della cancellazione di Scala Mercalli

Dal sito Fima

Apprendiamo con vivo disappunto che la RAI intende cancellare dal palinsesto 2016-2017 la serie di trasmissioni “Scala Mercalli” condotta da Luca Mercalli.

La Federazione Italiana Media Ambientali, che riunisce testate tradizionali e web, giornalisti, blogger, case editrici specializzate, agenzie di comunicazione ambientale, comunicatori ambientali, studiosi della comunicazione, esprime la propria ferma protesta per tale decisione, con l’augurio che vi siano spazi di ripensamento.

Luca Mercalli si distingue per rigore scientifico e capacità di approfondimento, qualità unite all’efficacia comunicativa e all’impegno con cui si dedica ai temi trattati.

Di là dei meriti del collega Mercalli, la chiusura di una valida trasmissione durata solo due anni lascia nel palinsesto del servizio pubblico un grave vuoto. Da un lato, infatti, diventano sempre più evidenti le emergenze ambientali (e le loro strette interconnessioni con temi sociali, geopolitici, umanitari, ecc., come sottolineato ad esempio dall’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco) e dall’altro cresce nell’opinione pubblica la speranza che grazie a una maggiore consapevolezza ambientale l’umanità possa trovare la strada di un benessere “equo e sostenibile” (per riprendere il termine usato dall’ISTAT per l’Indice BES).

Si pone quindi un più generale problema di politica editoriale complessiva, che deve vedere non una riduzione, ma un forte ampliamento dell’informazione ambientale in tutte le reti RAI.

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#openinpgi: Secondo Ernesto Auci L’Inpgi è sull’orlo del fallimento

Anni fa a un incontro di giornalisti in Piemonte dissi che l’equilibrio economico di INPGI era fuori controllo. Veni definito dai soloni locali un allarmista.  Oggi scrive Ernesto Auci

L’ente previdenziale e di assistenza dei giornalisti italiani è sull’orlo del fallimento. Per la prima volta con grande chiarezza il rapporto della Corte dei Conti sul bilancio del 2015 e sull’evoluzione della situazione in questi primi mesi dell’anno, afferma senza mezzi termini che “il saldo previdenziale rimarrà presumibilmente negativo fino al 2045 mentre il patrimonio si azzererà già nel 2030. Quindi il giudizio dell’esperto attuariale indipendente è, nella vigente regolamentazione, di non solvibilità dell’Inpgi”.

L’analisi del bilancio dell’istituto condotta con accuratezza dalla Corte dei Conti è molto dettagliata e complessa. Tuttavia risulta evidente che c’è uno squilibrio di fondo e crescente tra i contributi incassati e le erogazioni per previdenza ed assistenzatanto che il saldo sale da un – 81,6 milioni del 2014 ad un meno 111,9 milioni dello scorso anno. Il numero di iscritti continua a calare (- 5% circa) attestandosi a poco più di 15300 giornalisti con un rapporto tra iscritti e pensionati che scende dall’1,97 all’1,77.

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#openinpgi Lineamenti di diritto del lavoro giornalistico

È stato pubblicato online il libro di Giancarlo Tartaglia “Lineamenti di diritto del lavoro giornalistico”, che si occupa dalle norme sull’ordinamento professionale, all’organizzazione sindacale dei giornalisti, passando per la regolamentazione contrattuale del rapporto di lavoro, un utile vademecum che in maniera agile e completa affronta le principali questioni legale allo svolgimento della professione giornalistica. Lineamenti … Leggi tutto