La nuova follia delle pesanti sanzioni contro l’esercizio abusivo della professione giornalistica

Con i problemi seri che ha il mondo dell’informazione, di vergognosi personali che operano vergognosamente, di un terremto in corso per la transizione mai metabolizzata fra passato e futuro ecco questi sono i problemi che si pongono i parlamentari sull’informazione in Italia …

Dal sito dell’ODG nazionale

Importante novità dal Parlamento: per chi esercita abusivamente la professione di giornalista é in arrivo una condanna penale più “pesante”, carcere compreso. Stanno infatti per scomparire le attuali blande sanzioni per i redattori e collaboratori abusivi non iscritti all’Albo. Oggi infatti l’articolo 348 del Codice penale prevede che “chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa da 103 a 516 euro”. Ciò significa che ce la si può cavare facilmente con una multa abbastanza ridotta senza mai rischiare praticamente il carcere, in quanto la reclusione é alternativa alla sanzione pecuniaria.

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L’informazione in Italia, l’accordo truffa della Bisanzio che va a morire e le compiacenze di Renzi il padrone di tutto

Il riassunto di sfruttamenti, asservimenti e schiavismi politici

Per capire come siamo arrivati al “nuovo contratto” spacca-ossa dei giornalisti – dai dipendenti ai precari, dai finti lavoratori autonomi ai disoccupati, dai freelance ai prepensionati – bisogna ricostruire le varie tappe, con l’aiuto di alcuni dietro le quinte, molte confessioni dei protagonisti e qualche indiscrezione accertata dall’incrocio con le varie fonti.

Innanzitutto, lo sbandierato “nuovo contratto” del lavoro giornalistico è un vero e proprio contratto? Sì e no. A leggere bene i documenti firmati dal segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, dalla Giunta esecutiva del sindacato spaccata come non mai, dalla Fieg, con la supervisione di Palazzo Chigi e la trepida attesa del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese – il quale altrimenti rischierebbe di vedersi saltare a breve i conti dell’Istituto di previdenza tra le mani – ricorre continuamente la dicitura “accordo sul rinnovo contrattuale”. Cosa vuol dire? Una cosa molto semplice. Nella sostanza – cosa di cui sono consapevoli tutti gli attori in causa, meno che i diretti interessati ossia i giornalisti stessi – quello firmato nei giorni scorsi è un accordo-ponte valido fino al 2016, quando si dovrà veramente scrivere il nuovo contratto e per il quale gli editori si stanno già preparando a dare la spallata finale alla categoria: niente integrativi, azzeramento delle indennità delle domeniche lavorate, dei notturni, e così via. In sostanza, resta il vecchio contratto con l’inserimento delle parti normative nuove (250 euro al mese agli autonomi, stipendi depotenziati per i precari, eliminazione della fissa) più la parte economica: 60 euro lordi al mese per gli art.1, ancora però da definire.

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Sistema Torino Sistema Italia si presenta il primo luglio

Martedì primo luglio alle ore 18.00 presso la Libreria Feltrinelli di Torino si presenta Sistema Torino, Sistema Italia di Maurizio Pagliassotti Torino come paradigna di un paese dove la mala amministrazione e poteri forti la fanno da padrone. Maurizio Pagliassotti, autore di Chi comanda Torino, torna a occuparsi della ex capitale industriale d’Italia e lo … Leggi tutto

Expoleaks: whistleblower fai da te

Gli scandali di Expo 2015 a Milano e del Mose di Venezia riaccendono i riflettori sull’emergenza corruzione in Italia. Scoprire la corruzione non è sempre semplice. Ma capita, soprattutto all’estero, che ci siano cittadini che vogliano denunciare ciò di cui si trovano ad essere testimoni. Si definisce whistleblower, e già il fatto che la parola non abbia un convincente corrispettivo in italiano la dice lunga. Whistleblower vuol dire letteralmente “suonatore di fischietto”: si tratta di quel lavoratore che denuncia un illecito di cui è venuto a conoscenza all’interno dell’organizzazione in cui lavora, pubblica o privata che sia. Negli Stati Uniti chi denuncia è protetto da leggi federali e nazionali e, in molti casi, viene addirittura ricompensato dallo Stato.

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Un ridicolo mondo giornalistico italiano tenta con un ridicolo sindacato di fare un ridicolo contratto

glutei di massaUna premessa doverosa: qualsiasi contratto fatto oggi per i giornalisti italiani ha del ridicolo dato che il problema che non si vuole affrontare è che il sistema sta crollando e qualcuno cerca ancora di ballare sul ponte del Titanic con cotillon, pasticcini in bocca ed escort al fianco. La speranza è che in tempi brevissimi tutti coloro che hanno tolto dignità sociale, economica e professionale al mestiere dell’informazione in Italia siano spazzati via dal tornado della giustizia amministrativa e penale e dal turbinio della crisi economica. Nel frattempo il sindacato sta tentado di gestire in maniera amical – clientelare il nuovo contratto nazionale di categoria. In molti si stanno opponendo a questo stato delle cose ed hanno promosso una petizione che invito tutti a firmare per fermare l’ennesima follia:

Siamo sconcertati del decorso delle trattative per il rinnovo del contratto dei giornalisti. Quando la riservatezza diventa eccessiva, è lecito temere che gli accordi che si stanno per concludere siano fortemente penalizzanti per qualcuno e per qualcosa. In questo caso per i giornalisti e per il giornalismo.

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I fantozziani dell’ordine dei giornalisti del Piemonte

fantozziNonostante oramai non abbia più nulla a che vedere con l’odg del Piemonte per il presente, per il passato sene occuperanno professionisti del settore, mi è impossibile non notare la solita figura di m. fatta dai maggiorenti dell’Ordine del Piemonte. Non avendo mai organizzato nulla e dedicandosi sistematicamente ai loro orticelle e alle loro operazioni di gestione del potere hanno combinato un gran casino al primo evento organizzato della formazione continua a cui hanno risposto con una lettera di scuse patetica che dimostra come vivano nel loro mondo del passato … giudizio critico: fantozziani

Care colleghe, cari colleghi,la lezione con la quale Luciano Violante ha inaugurato il 2 maggio le iniziative dell’Ordine ha approfondito temi cruciali e ha avuto il successo degno della suaqualità. Prova che i nostri iscritti hanno colto prontamente il senso che il Consiglio dàall’aggiornamento e alla formazione: non quello di un dovere da compiere, ma diun’occasione da cogliere per una svolta positiva, per una prova d’orgoglio. Per ritrovare affidabilità, attendibilità professionale e insieme riprenderci in mano unasituazione che oggi vede troppi giornalisti vittime di sbrigativi prepensionamenti, dicontratti anomali o irregolari, del diffondersi di lavoro autonomo, sfruttato con compensi umilianti.

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Quotidiano Piemontese e Novajo al Salone del Libro 2014

Via Quotidiano Piemontese


Per la prima volta Quotidiano Piemontese e Novajopartecipano al Salone Internazionale del Libro di Torino, nelle sezione Book to the future dedicata all’editoria digitale e in  alle nuove tecnologie per la fruizione culturale. Il nostro stand è insieme a tre giovani editori digitali emergenti: Asterisk , Informant e Quintadicopertina. Con loro abbiamo organizzato una serie di eventi, di incontri e di presentazioni a cui potranno partecipare tutti. Sarà anche una occasione per conoscerci e parlarci di persona oltre la rete.
Il nostro stand è il K151.

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Il problema non è il culo ma l’Italia, meglio l’informazione fatta con il culo

In questi giorni in cui in questo ameno paese che si chiama Italia continuano a succedere cose incredibili per un paese normale,  gruppi di personaggi che non hanno nulla da fare di meglio si sono accapigliati per una ironica esposizione dei muscoli glutei finalizzata a dimostrare il circolo vizioso della comunicazione italiana. I fatti sono raccontati mirabilmente nel post che leggerete di Alessandro Gilioli.

Dei tanti ricordi dell’amicizia con Paola Bacchiddu, mi viene in mentre un incontro di qualche anno fa in stazione Centrale a Milano. Sembravamo due percolosi BR che discutevano di nascosto della terrificante situazione nelle redazioni italiane e dei casini che piccoli e grandi delinqunti ci stavano creando. Ma non avevamo mollato e non abbiamo mollato neanche oggi. Abbiamo la schiena dritta, sì quella attaccata sopra il suddetto culo.
Brava Paola. Bel colpo. Hai raccontato con ironia il delirio dell’informazione in Italia. Il problema non e’ il culo ma il suo intorno che si chiama Italia.

Ho un po’ seguito, per amicizia e vicinanza politica, il lavoro che Paola Bacchiddu ha fatto da metà febbraio a oggi come capo della comunicazione della lista Tsipras.

E ho quindi vissuto giorno per giorno, nelle sue telefonate e nei suoi messaggi, le difficoltà enormi all’interno delle quali si è mossa per tentare di raggiungere i suoi obiettivi: primo, far sapere che esisteva questa lista; secondo, comunicare almeno i suoi due o tre punti programmatici fondamentali; terzo, cercare di far capire che le intenzioni con cui questa lista è nata non sono quelle di rieditare per l’ennesima volta un’ammucchiata della sinistra radicale, ma si sta tentando di fare una cosa nuova e diversa anche come approccio mentale e, sì, anche un po’ generazionale.

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