La balcanizzazione dello stivale

Via Vittorio Bertola

Ho apprezzato molto l’editoriale di Barbara Spinelli sulla prima pagina de La Stampa di oggi, intitolato Gli eroi non vivono in branco (era online stamattina sul sito ma l’hanno tolto, spero ricomparirà presto nel blog della Spinelli). In pratica sottolinea ciò che è evidente a tutti, cioé che la società italiana è ormai completamente balcanizzata, divisa in gruppi e gruppetti a cui ogni persona sente di appartenere, e che si pongono in antagonismo forzato sia verso gli altri gruppi che verso il concetto stesso di collettività.

L’Italia è da sempre il paese del tifo: invece di discutere civilmente e pietosamente sul conflitto tra israeliani e palestinesi e su come ricomporlo, ci si divide tra chi tifa per i primi e chi tifa per i secondi; e lo stesso per qualsiasi altra questione politica o sociale. Sempre più spesso, però, il tifo è assoluto: arruolandosi in una squadra si nega la legittimità stessa dell’altra, e ci si pone come obiettivo non la mediazione, ma la sconfitta assoluta dell’avversario.

Qualsiasi discussione, insomma, deve concludersi con la propria vittoria, con l’ottenere ragione completa, e con la sconfitta dell’avversario; se così non avviene, se un terzo osservatore o la collettività prendono un’altra via, si va automaticamente a concludere che essi sono stupidi, ignoranti o direttamente corrotti e in malafede.

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Bollettino dello disastro finanziario del 1 febbraio

Eugenio Scalfari su Repubblica 1. Il Pil degli Stati Uniti registra un arretramento del 3,8 sull’anno precedente. Potrebbe anche andar peggio, certo non andrà meglio. 2. La crisi bancaria è tutt’altro che sopita: è una brace che potrebbe ancora stimolare fiammate incendiarie con effetti devastanti sul sistema bancario mondiale. 3. La recessione dell’economia giapponese sta … Leggi tutto

Veltroni riparte da Torino

Veltroni riparte da Torino si presenta con belle parole

Attendiamo un po’ di fatti in un partito che pare a rischio decomposizione o implosione …

Partire da Torino non è un caso. L’ho fatto, al Lingotto, quando ho lanciato la mia corsa alla nascita del Partito democratico. Ci torno oggi come prima tappa di un viaggio in Italia che ha proprio lo scopo di riprendere quei fili e di tornare ad ascoltare e parlare col Paese. Ma oggi ci torno in un clima economico del tutto diverso. La crisi colpisce duro qui come nel resto del Paese.

E colpisce direttamente le persone e le imprese, i redditi e il lavoro. L’impressione è che davanti all’arrivo di questo terremoto il governo abbia a lungo atteso, abbia poi tirato fuori misure del tutto inadeguate e anche sull’auto – tema centrale in questa città, ma anche cardine di un serio contrasto alla crisi, come ci dicono le mosse di Obama, di Angela Merkel o di Sarkozy – arriviamo per ultimi senza avere da parte del governo ancora le idee chiare.

Quando dico queste cose, quando polemizzo con le drammatiche sottovalutazioni del governo e del premier in prima persona, mi sento accusare di pessimismo. No, credo sia vero il contrario. Credo che la crisi vada affrontata con tutti gli strumenti e con tutte le idee nuove: a queste condizioni può essere persino una opportunità di cambiamento. E io so che l’Italia in questa temperie può dare il meglio di sé. Prendete Torino. Dentro una grande crisi che poteva portare la città al declino nel corso degli ultimi due decenni è stata capace di diversificare la sua struttura produttiva. Oggi, una miriade di piccolissime, piccole e medie imprese innovative della manifattura e dei servizi è parte di filiere produttive lunghe ed internazionalizzate.

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Lo spettacolo di Sant’Orso

Con teutonica precisione il 30 e 31 di ogni anno arriva nel centro storico di Aosta la spettacolare Fiera di Sant’Orso. Come racconta il sito “una grande manifestazione popolare, un inno alla creatività e all’industriosità delle genti di montagna”. Concretamente una fantastica sfilata di tutte le attività tradizionali valdostane: scultura ed intaglio su legno, lavorazione … Leggi tutto

Bolle non rompetegli le balle

Non sappiamo se Roberto Bolle sia o non sia gay, e non ce ne frega niente, sono affari suoi. Sappiamo solo che ad un ragazzo figlio di una famiglia normalissima di Trino Vercellese che diventa a 35 anni uno dei più famosi ballerini del mondo, ambasciatore dell’Unicef e altro ancora si potrebbe evitare con il … Leggi tutto

Il negazionismo della Shoah di un vescovo inglese

Papa Ratzinger doveva sistemare la situazione di quattro vescovi ex Lefebriani, ma poteva accorgersi che uno di questi era Richard Williamson, a capo della Fraternità San Pio X, che in una intervista televisiva dichiarava Io credo che le camere a gas non siano mai esistite Il minimo che poteva capitare, a maggior ragione nel Giorno … Leggi tutto

Il Giorno della Memoria 2009

In ogni caso oggi è il Giorno della Memoria una ricorrenza istituita dal Parlamento italiano che ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Il dopo Davos

Federico Rampini su Repubblica Negli ultimi decenni a ogni segnale di crisi l’ Uomo di Davos reagiva cooptando i suoi rivali. Più veloce del G-8 o del Fondo monetario internazionale, il World Economic Forum è stato il primo summit ad aprirsi ai no-global. Ha integrato il Social Forum. Ha fatto ponti d’ oro a tutti … Leggi tutto

Un problema estetico e quantitativo

La necessità televisiva di essere belli porta berlusconi a modificare il codice penale rendendo vittime di stupro, e quindi tutelabili per il reato, solo le belle, per le brutte pare sia possibile un trattamento diverso. «Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare – ha detto … Leggi tutto