Ha vinto Torino (di una volta)

Aldo Cazzullo su Corriere.it

Alla fine non è stata la nuova Torino a conquistare l’America, ma l’antica. A vincere non è la città neogozzaniana mai stata così bella, con le mostre sul barolo e sul cioccolato, i caffè restaurati, le signorine sempre più graziose che mangiano le paste nelle confetterie.

È la sapienza tecnica della metropoli industriale aspra e sobria, squadrata come la città dell’Apocalisse, l’abilità dei capisquadra che sapevano fe’ i barbis a le musche, rifilare i baffi agli insetti, e dei geni ignoti come Dante Giacosa che disegnavano le auto più belle al mondo e nel contempo sapevano progettare un carburatore. Non la città delle Olimpiadi e del turismo e neppure quella inquietante dell’occulto (tutte frottole in verità come i torinesi sanno benissimo) e della movida notturna che ispira l’ultimo preoccupato romanzo di Culicchia: lo sballo all’ombra dei Murazzi del Po, feste, alcol e gioventù bruciata. Bensì la Torino dell’Avvocato, che ovviamente è molto cambiata ma dev’essere ancora parente di quella che Giovanni Agnelli raccontava come «una città di guarnigione, in cui i doveri vengono prima dei diritti, l’aria è fredda e la gente si sveglia presto e va a letto presto, l’antifascismo è una cosa seria, il lavoro anche e anche il profitto».

La Torino di oggi ha un clima più mite e non solo. La vita sociale è più ricca, come testimonia l’antico centro storico, il quadrilatero romano, un tempo deserto già alle sette di sera e divenuto ora una Brera torinese. L’economia si è diversificata. È cominciata l’era terziaria, se è vero che a Torino ci sono più dipendenti comunali (comprese le aziende controllate) che operai Fiat. Non si tratta ovviamente di mettere in contrapposizioni due città e due epoche. Ma forse adesso si capisce meglio che la nuova Torino è figlia di quella antica. Che le eccellenze di oggi —il design, il Politecnico, la ricerca, la comunicazione, il cinema, l’arte contemporanea, financo le Olimpiadi —non ci sarebbero state senza la grande industria, insomma senza quella Fiat con cui la borghesia torinese ha sempre avuto un rapporto ambivalente: da un lato, era spaventata dall’immigrazione e dalle trasformazioni imponenti; dall’altro, orgogliosa per ciò che la Fabbrica Italiana Automobili Torino rappresentava nel resto del Paese.

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Berlusconi perde gradimento … in famiglia: Veronica ha detto divorzio

Non che i problemi della coppia Berlusconi – Lario siano particolarmente avvincenti, ma si tratta sempre del Presidente del Consiglio e di sua moglie.

Via La stampa

La decisione l’ha presa. Verrà il tempo delle carte bollate e delle dispute legali, ma nel cuore e nella testa di Veronica Berlusconi c’è già ben chiaro che quella parola a lungo rimasta sospesa – divorzio – oggi non è più un tabù. Ha già incontrato il suo avvocato e alle amiche più fidate ha confidato la scelta. I fatti dei giorni scorsi «sono un punto di non ritorno» per il suo matrimonio e non vede «alternative alla separazione». Raggiunta al telefono, la moglie del presidente del Consiglio non smentisce e si limita a un commento telegrafico: «Sono stata costretta a questo passo, non voglio aggiungere altro».

Determinata come al solito, sa che quella del divorzio è una decisione destinata a lasciare tracce non soltanto all’interno di una famiglia, ma sull’intera scena politica. Così, a chi le ha ricordato le qualità persuasive del premier, prospettandole la possibilità di un cambiamento d’idea, ha replicato che non c’è più nulla che il Cavaliere possa dire per farla recedere, per ricomporre un’ennesima volta i rapporti salvaguardando anche soltanto formalmente l’unità.

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Un paese a decrescente libertà di stampa

Il rapporto di Freedomhouse retrocede l’Italia

Via Corriere

L’Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un’organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.

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Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.

Via Repubblica

La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l’Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese ‘libero’ (free) a ‘parzialmente libero’ (partly free), unico caso nell’Europa Occidentale insieme alla Turchia.

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A Torino non si può riprendere il Consiglio Comunale

L’incivile avventura di Vittorio Bertola al Consiglio Comunale di Torino Sono arrivato alle 16 e delle (peraltro gentilissime) signore all’ingresso mi hanno fatto attendere fino alle 16,45, perché non si può entrare prima che la seduta sia ufficialmente aperta (non sia mai che il pubblico veda qualche compromettente chiacchierata preliminare). Poi mi hanno fatto salire, … Leggi tutto

Mario Calabresi: i giornalisti sono al servizio dei giornali e i giornali dei lettori

Il primo editoriale da direttore di Mario Calabresi: L’esempio di Torino nel mondo in crisi

lastampa-30aprile-2009Viviamo tempi inaspettati: l’automobile italiana va in soccorso di quella americana, un giovane afroamericano guida la nazione più potente del mondo, in pochi mesi è stata bruciata più ricchezza che in due guerre mondiali. L’incertezza è la cifra delle nostre vite e anche i giornali sono divisi tra la passione di raccontare una stagione eccezionale e la paura per una crisi che non li risparmia. Nel mondo occidentale c’è chi chiude i quotidiani, chi scommette sulla loro scomparsa  chi si ostina a credere, tenacemente, che proprio in mezzo alle difficoltà si debba guardare lontano. Immaginare sfide completamente nuove. «Non è importante quante volte cadi ma quanto in fretta ti rialzi», recita un motto popolare negli Stati Uniti: farlo proprio significa cercare di vedere possibilità e occasioni nelle avversità.

Così nella crisi globale della carta stampata, davanti alla necessità di ripensare i modelli tradizionali di giornalismo, Torino, casa di questo giornale, può esserci di esempio: si era persa nella fine della città fabbrica, ma ha trovato la forza di ripensarsi e di rinascere diversa, piena di fermenti e di energie nuove. Si parla molto del declino dei giornali e non possiamo negare che la tecnologia moltiplica le possibilità di ricevere informazioni e riduce i tempi dedicati alla lettura, ma poi ogni mattina oltre trecentomila persone ripetono il gesto di comprare La Stampa. A tutto questo dobbiamo provare a dare risposte: il flusso quotidiano su Internet, le notizie più fresche sui cellulari e le e-mail, mentre il senso della giornata troverà ancora il suo approdo naturale nella carta stampata.

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Gli ecoincentivi per le biciclette

Via I Vostri Soldi Dopo quelli per le automobili, sono ufficialmente disponibili gli incentivi, anche senza obbligo di rottamazione, per l’acquisto di biciclette e di ciclomotori. A darne notizia è l’ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, in scia ai fondi, pari a 8,75 milioni di euro, stanziati dal Ministero dell’Ambiente. In questo modo, dopo gli … Leggi tutto

Wired Italia 3 ingiudicabile in quanto non pervenuto

Dopo l’uscita del numero uno e del numero due il lettore Pasteris, abbonato alla versione free press quella in abbonamento, di Wired Italia, richiede di ricevere dopo più di una settimana dall’uscita in edicola il numero tre. della suddetta rivista Abbiamo visto pubblicità martellante e social network pervasivi della rivista: ci piacerebbe anche ricevere il … Leggi tutto

Il team di Ilaria Capua c’è l’ha fatta di nuovo

Il virus della febbre suina è stato riconosciuto grazie al team capitanato da Ilaria Capua presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie utilizzando la banca dati GISAID realizzata per i precedenti casi di infezioni da virus animali. Abbiamo conosciuto Ilaria Capua alla recente Seconda Venice Session: grande persona. Qui il secondo video di Venezia Il successo … Leggi tutto