La fine dell’era dell’informazione

Via Antonio Volpon David Weingerber non ha tradito le aspettative, e dopo aver saltato l’intervento dell’anno scorso per incomprensioni con gli organizzatori, quest’anno ha parlato di come cambia la leadership alla “fine dell’era dell’informazione”. Con questa affermazione intende in realtà l’era dell’informazione in cui ogni singola realtà è tradotta in bit in modo asettico, privandola … Leggi tutto

Carly Fiorina intervistata in HardTalk

BBC ha trasmesso nel suo programma HardTalk una intervista di Stephen Sackur a  Carly Fiorina ex CEO di Hewlett Packard e probabilmente stella nascente dei repubblicani americani. Un interessante esempio di un giornalista televisivo vero che intervista non onora e imbocca un politico o un vip. Ogni riferimento ai giornalisti televisivi italiani è fortemente voluto

I libri cartacei insieme al giornalismo anche digitale

Mario Tedeschini si fa delle domande e si da delle risposte proponendo una idea interessante solo apparentemente paradossale

Esiste nel giornalismo, o più precisamente nel giornalismo italiano un strumento analogico, pre-digitale che possa funzionare (almeno in parte, almeno in parte…) come volano del giornalismo digitale? E non solo come sussidio esterno (tipo: vendo collane all’angolo del corso e coi profitti finanzio il mio sito web), proprio come strumento intrinseco al giornalismo e al brand giornalistico?
Risposta: Forse sì. Potrebbe essere il buon vecchio libro.

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Imparare dai giornalisti di 80 anni

Via Antonella Beccaria

Sergio Lepri, classe 1919, per lungo tempo direttore responsabile dell’agenzia Ansa, ha scritto – o iniziato a scrivere – un libro (uno tra tanti altri, a dire la verità), che si intitola 1943. Cronache di un anno. Ma ha fatto una scelta: non consegnarlo al circuito della produzione editoriale tradizionale, ma metterlo a disposizione sul suo sito. Il motivo lo spiega lui stesso:

A differenza dei libri a stampa, un libro in Internet non deve essere necessariamente terminato prima di essere reso pubblico. L’autore può inserirlo nel suo sito anche via via che lo scrive. Questa è la prima novità: una specie di “work in progress”, un libro che non solo esce “a puntate”, ma è scritto “a puntate” (molti anni fa alcuni quotidiani pubblicavano a puntate romanzi d’avventura o polizieschi; ma il libro era già scritto e la pubblicazione a puntate serviva soltanto a invogliare i lettori a comprare il giornale del giorno dopo per seguire la vicenda). C’è di più: non è necessario pubblicare i capitoli del libro in ordine cronologico; si può pubblicare un capitolo o un altro, prima o dopo, secondo opportunità.

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Futura: tra cartaceo e digitale

Riparte Futura il giornale prodotto dal Master in giornalismo dell’Università di Torino organizzato dal Corep. Con questo numero la rivista riparte da venti facce nuove. I ragazzi della scorsa edizione del master in giornalismo dell´Università di Torino hanno passato il timone ai nuovi aspiranti giornalisti che cureranno il mensile per i prossimi due anni. La … Leggi tutto

L’Italia e la conversazione globale online

Bernardo Parrella via LSDI

I tragici eventi di Mumbai hanno confermato l’estrema importanza del citizen journalism e della comunicazione orizzontale basata sui new media. Contesto in cui è emersa nuovamente la centralità di Global Voices Online, progetto non-profit lanciato nel 2004 presso il Berkman Center (Harvard University) che mira ad aggregare e amplificare la conversazione globale online gettando luce su luoghi e persone spesso ignorati dagli altri media.

Il primo intervento riguardo Mumbai è apparso su Global Voices alle ore 19:01 UTC/GMT di mercoledì 26 novembre (le 20:01 in Italia, circa un’ora dopo i primi attacchi), rilanciando notizie e riflessioni appena diffusi in particolare da cittadini indiani nella blogosfera, su Twitter, Facebook, comunità online. Non tanto per ‘essere i primi a dare la notizia’, cosa giustamente riservata ai lanci d’agenzia, quanto piuttosto per contestualizzare e dare risalto alle voci dei cittadini-reporter.

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Wired e la strana blogsfera

Via Roberto Dadda

Ricordo come fosse oggi, anche se sono passati 15 anni. Ero seduto nella business class del volo United da New York a Milano e dal fascio delle riviste che mi ero comperato è uscita la nuovissima Wired.

Fu amore a prima vista, argomenti interessanti e insoliti, la grafica accattivante ed efficacie: leggerla divenne una gradevole consuetudine. Con il passare degli anni la cose si sono un poco raffreddate, negli ultimi tempi non riesco a non comperarlo, lo sfoglio, ma confesso che ne leggo pochissimi articoli. Wired ha perso almeno per me un poco del suo interesse ed è diventato un poco troppo modaiolo.

La reazione poi un poco spocchiosa e supponente di Chriss Anderson, il direttore, alle contestazioni mosse da studi accademici alla sua teoria della “coda lunga” (contestazioni piuttosto convincenti, ma quasi passate inosservata sui blog di casa nostra) mi ha molto deluso.

Quando ho letto in rete l’annuncio di Newhouse, capo della Condé Nast che nel 98 ha comperato la testata, del lancio della edizione italiana e inglese devo dire che sono rimasto un poco stupito. Lanciare su carta con tutti i costi e i rischi che comporta una rivista che vede nel suo target gente che nella rete si trova perfettamente a suo agio a me sembra un poco bizzarro.

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Lastampa.it. E’ l’ora di Teleservizi ?

Via Il Barbiere della Sera

Il Barbiere della Sera ha scritto di recente della situazione della redazione on-line della Stampa. Dopo aver raccontato la presenza in redazione di tre giornalisti professionisti e di altri undici “non si sa bene cosa” , giornalisti senza contratto giornalistico.

L’azienda sembrava aver deciso di percorrere una strada virtuosa per mettere le cose in ordine e evitare le cause legali, lo scandalo e il dileggio per una situazione mai vista in una testata delle dimensioni e della immagine del quotidiano torinese.

L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte aveva aperto un’inchiesta sulla situazione della redazione. Nell’estate il ruolo di capo redattore del sito era passato da Masera a Corradino che aveva presentato all’azienda un piano di risanamento della situazione.

Nel frattempo era anche cambiato il CDR del giornale sotto la Mole con la nomina di Borghesan, Paviolo e Accossato che avevano posto nelle loro priorità il risanamento a breve della situazione.

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Mediaset Premium: sportello reclami

Questo blog è quasi diventato un  forum dedicato a Mediaset Premium. Due post a distanza di un anno “La gabella di Mediaset Premium: facciamo in modo di farla abolire” e “Mediaset Premium: i rimborsi complicati e costosi”  che raccontavano delle operazioni poco orientate agli utenti di Mediaset Premium si sono riempite di commenti di utenti … Leggi tutto