There’s an obvious option for these magazines, and I’m surprised more people aren’t talking about it: Ruthlessly collapse the print and online staffs, run everything online as soon as they write it, except one or two cover-length, long-form glossy pieces. Those will anchor the print issue, rounded out by the best stories from online. Then cut the money spent on trying to court new subscribers, shifting the entire marketing budget to promote the Web or real-life conferences and branded events. You could even use reader comments to flesh the online pieces out more for the print edition, driving more engagement in both the print and online versions. Voila! One publication, not two pretending to be one. And guess what? One publication is a hell of a lot cheaper, even if it’s printed on dead trees.
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Media
La salvezza dei magazine
Vedo, prevedo, stravedo: il Chelsea in finale per l’Ansa
Singolare svarione del sito dell’Ansa che ancora questa mattina riporta una notizia fantasiosamente mixata, relativa alla presunta qualificazione del Chelsea alla finale di Champions, raccontando però anche del gol del pareggio di Iniesta che invece qualifica il Barcellona :-) Champions: il Chelsea in finale Battuto il Barcellona 1- 0, in finale a Roma trova lo … Leggi tutto
Secondo Murdoch il peggio è passato
For the past year or so, News Corp. CEO Rupert Murdoch has been a consistent voice of pessimism, and he forecast an ugly economy before his big-media peers did. And now he’s more upbeat than his fellow media CEOs. Here’s his opening salvo:
“I am not an economist…but it is increasingly clear that the worst is over….As you know, I have been uncharacteristically pessimistic in recent calls, though I would argue that it was a well-founded concern. But there are emerging signs in some of our businesses that the days of precipitous decline are done and that revenues are beginning to look healthier.”
Not only is this a turnaround, it’s a turnaround from just a month ago, when Murdoch professed to be full of bearish sentiment at the cable industry’s annual show.
Kindle dx Liveblogging
Zdnet, Engadged, Techcrunch e sicuramente altri stanno seguendo il liveblogging il lancio del Kindle dx di Amazon. Un po’ caro per poter far decollare il mercato …
You Calabresi
Il neo direttore de La Stampa, Mario Calabresi, racconta il suo giornale alle redazioni in video disponibile anche su Youtube, un bellissimo passo in avanti … La seconda e la terza parte del video del discorso Il video citato da Mario Calabresi sulla fine del Rocky Mountain News
L’era dei lettori di ebook extralarge e il futuro dei giornali tradizionali
Maggio parte con notizie relative al lancio di nuovi lettori di ebook extralarge.
Amazon presenterà il suo mercoledì 6 a New York
The last time Amazon held a press conference in New York City was in February, when it introduced the Kindle 2.0. Now the company has scheduled another one for Wednesday morning at Pace University in lower Manhattan.
Expect a new large-format device that’s optimized for reading newspapers and magazines.
Here’s the full text of the invitation that just showed up in my inbox: “We’d like to invite you to an Amazon.com press conference scheduled for Wednesday, May 6 at 10:30 am ET. The press conference is scheduled to take place at the Michael Schimmel Center for the Arts at Pace University, located at 3 Spruce Street, New York City. Doors will open for registration at 9:30 am ET.”
Engadget al solito ha già informazioni e immagini fresche
Giornalismo. Niente più alibi in rete
Rina Brundu su il Barbiere della Sera
Per quanto mi riguarda, ritengo che il passaggio dal giornalismo tradizionale ad un giornalismo digitale non sia solo cosa buona, ma che sia pure la sola opportunità di sopravvivenza di questa professione. Soprattutto, credo che tale rivoluzione rappresenti l’occasione storica per fare piazza pulita delle molte “incomprensioni” recenti, in virtù delle quali, la bellissima possibilità che ha l’anima di rendere un servizio al prossimo attraverso la scrittura (perché alla fine della fiera questo dovrebbe essere il vero giornalismo), viene scambiata per una imperdibile occasione di carriera glamour.
Non nego che il giornalismo online abbia tanto su cui lavorare. Tra i tanti difetti che si possono citare, vi è quello del dover ancora trovare la maniera migliore per conciliare le ragioni editoriali (in senso lato, sia a livello di vero e proprio editing che a livello di controllo delle fonti) con quelle della rapidità informativa.
Ancora, deve tirare una linea credibile tra il giornalismo tout court ed il gossip. Infine, deve risolvere il ben noto problema della definizione di un modello lavorativo che permetta al giornalista web di vivere della sua professione, esattamente come accade per il professionista tradizionale. Tuttavia, se guardiamo, per esempio, agli introiti della stessa Huffington non credo proprio che questo possa essere un elemento frenante di questa strabiliante possibilità moderna.
Un paese a decrescente libertà di stampa
Il rapporto di Freedomhouse retrocede l’Italia
L’Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un’organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.
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Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.
La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l’Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese ‘libero’ (free) a ‘parzialmente libero’ (partly free), unico caso nell’Europa Occidentale insieme alla Turchia.
Il pensiero degli editori italiani sul futuro dei giornali
Linee guida per la modernizzazione e il rilancio dell’editoria giornalistica quotidiana e periodica Publish at Scribd or explore others: Business & Economics Research fieg periodici
Mario Calabresi: i giornalisti sono al servizio dei giornali e i giornali dei lettori
Il primo editoriale da direttore di Mario Calabresi: L’esempio di Torino nel mondo in crisi
Viviamo tempi inaspettati: l’automobile italiana va in soccorso di quella americana, un giovane afroamericano guida la nazione più potente del mondo, in pochi mesi è stata bruciata più ricchezza che in due guerre mondiali. L’incertezza è la cifra delle nostre vite e anche i giornali sono divisi tra la passione di raccontare una stagione eccezionale e la paura per una crisi che non li risparmia. Nel mondo occidentale c’è chi chiude i quotidiani, chi scommette sulla loro scomparsa chi si ostina a credere, tenacemente, che proprio in mezzo alle difficoltà si debba guardare lontano. Immaginare sfide completamente nuove. «Non è importante quante volte cadi ma quanto in fretta ti rialzi», recita un motto popolare negli Stati Uniti: farlo proprio significa cercare di vedere possibilità e occasioni nelle avversità.
Così nella crisi globale della carta stampata, davanti alla necessità di ripensare i modelli tradizionali di giornalismo, Torino, casa di questo giornale, può esserci di esempio: si era persa nella fine della città fabbrica, ma ha trovato la forza di ripensarsi e di rinascere diversa, piena di fermenti e di energie nuove. Si parla molto del declino dei giornali e non possiamo negare che la tecnologia moltiplica le possibilità di ricevere informazioni e riduce i tempi dedicati alla lettura, ma poi ogni mattina oltre trecentomila persone ripetono il gesto di comprare La Stampa. A tutto questo dobbiamo provare a dare risposte: il flusso quotidiano su Internet, le notizie più fresche sui cellulari e le e-mail, mentre il senso della giornata troverà ancora il suo approdo naturale nella carta stampata.