Il nuovo tablet OLPC

Via The Verge It was over four years ago that OLPC founder Nicholas Negroponte showed off images of an XO tablet, and promised it would ship to kids of the developing world in 2010 for $100 each. Obviously that didn’t quite happen, but it turns out both the company and the tablet are finally ready. … Leggi tutto

Il Kindle Italiano

Via Cose Digitali e Nomadi Feltrinelli ha presentato prima di Natale il suo reader per ebook: il Cybook Odissey la Feltrinelli Edition, il primo ebook reader con il negozio la Feltrinelli completamente integrato. L’abbiamo provato per un po’ di giorni. Si tratta di una versione personalizzata dell’ereader prodotto dalla francese Booken. È dotato di un … Leggi tutto

I 20 anni di Internet Society

Via Internet Society The Internet Society is proud to announce its 20-year anniversary. The organization was founded by two of the fathers of the Internet – Vint Cerf and Bob Kahn – to facilitate and support the evolution of the Internet and its beneficial use. Over the past two decades, the Internet Society has been … Leggi tutto

La strada verso Firefox 11

Via Webmasterpoint La versione 11 di Firefox porterà con sé moltissime novità che potrebbero aiutare il browser di Mozilla a recuperare terreno nei confronti di Google Chrome, che sta conoscendo una grandissima diffusione proprio a spese di Firefox. Firefox 11 Aurora è disponibile per il download su Windows, Mac, Linux e Android ed è proprio la versione per … Leggi tutto

Gli auguri digitali di un tardivo digitale

Ilvo Diamanti su Repubblica

Durante queste festività ho ricevuto meno messaggi augurali, rispetto agli ultimi anni. Quasi metà, in confronto all’anno scorso. Alla ricerca di spiegazioni accettabili, ho escluso subito che possa trattarsi di ragioni che mi riguardano direttamente. La mia rete di relazioni  –  pubbliche e private  –  è la stessa degli ultimi anni.

Ho pensato, allora, che si stia consumando, rapidamente, la “fine degli auguri”. Coerente con la nostra era secolarizzata, senza santi e senza sacro. Ma si tratta di una tendenza in atto da tempo. Perché mai dovrebbe produrre questi effetti proprio ora? Stessa obiezione all’ipotesi che il rito degli “auguri” sia frustrato dalla paura del futuro. L’anno appena iniziato, d’altronde, non promette niente di buono: Ma lo scenario degli ultimi due anni non era molto più rassicurante. E allora perché questo calo improvviso?

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Un problema serio di information overload: Too big to know

Via Salon The last two decades have completely transformed the way we know. Thanks to the rise of the Internet,  information is far more accessible than ever before. It’s more connected to other pieces of information and more open to debate. Organizations — and even governmental projects like Data.gov — are putting more previously inaccessible … Leggi tutto

Verso la fine dei blog tecnologici ? O no ?

Via Webstrategist

That’s right. We’re at the end of an important period. The tech blogosphere as we know it, is over. Four Trends Show the End of this Era: Like the film industry, the Golden Era is the emergence period, when fresh innovation in a new medium is born. New techniques, revolutionary content, and different business models emerge as innovators pioneer a new medium. I first had this discussion with Chris Saad, which triggered some thinking on my end. I asked some of the foremost tech bloggers of  their opinion, and found four clear trends on why the Golden Era of Tech Blogging is over, here’s what’s shaping this change:

Trend 1: Corporate acquisitions stymie innovation
Over the last few quarters, there’s been considerable acquisitions of organized blogs (which are more akin to news sites now-a-days), most notable, we’ve seen Techcrunch, who claimed annual revenues of about 10 mil a year, being acquired by AOL.  Yet these purchases are quite common, as AOL has acquired  Engadget in 2005, and also Huffington Post in 2011.  Just two weeks ago, another larger tech blog that has enterprise focus Read Write Web was just sold to Say Media.  What typically happens when these acquisitions happen? Often the star talent, or founding team is pressured out, takes a back seat while corporate business development teams match existing advertising inventory to a new found audience –forever changing the DNA of what created these startups. Lastly, acquisitions often force a conservative mindset over startups, because the purchase is focused on strengths of an asset, the mindset of ‘don’t break it’, keeps the culture to focus on the status quo. As acquisitions occur, innovation decreases.

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Meglio digital only che digital first

Via Steve Buttry

John Paton, CEO of Digital First Media (and Journal Register Co. and MediaNews Group) explained the Digital First business approach better than I would (which is good, since he’s the CEO) in his June address to the International Newsroom Summit in Zurich: How the Crowd Saved Our Company. His recent post on news media as medium and messenger elaborates, including the slide below. His September post announcing the formation of Digital First discussed some of the results of the approach so far (and we’re just getting started).

Peter Kirwan’s analysis of the Digital First approach also provides a good explanation. Ken Doctor’s post The newsonomics of ComboCo gave some insight on our plans (though much of it was speculative, so you might not see everything he mentioned).

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Un problema di fiducia & responsabilità: le marchette lasciamole ad altri

Via Il Giornalaio

La proposta lanciata un paio di giorni fa in questi spazi di di stilare un decalogo, partendo dalla base offerta da Timu, una sorta di codice di autodisciplina prima di restare schiacciati non solo sotto il peso dell’infobesità ma anche di quello delle bufale, ha già raccolto un’adesione fin oltre le aspettative, segno evidente che esiste la percezione diffusa del problema.

Nel momento in cui, anche nel nostro Paese, il Web ottiene un credito, una fiducia superiore ad altri media sottovalutare la portata e l’impatto della diffusione crescente, al pari dell’utilizzo, di “bufale”, rischia di instaurare dinamiche pericolose che certamente tutti coloro che tengono ad una informazione tanto libera quanto responsabile non devono trascurare.

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Edicole e relazioni di potere

Un post sullo sciopero degli edicolanti dopo Natale ha aperto un interessante dibattito sul blog. Ora arriva anche l’intervento del guru di settore: Il Giornalaio. E’ difficile stabilire cosa effettivamente accadrà ma ho deciso di parlarne comunque, sia per rendere giustizia al nome di cui si fregia questo spazio che per fare chiarezza su un … Leggi tutto

Futuri probabili dell Ordine dei giornalisti

Il maestro Franco Abruzzo disegna il futuro dell’ODG a partire da vari fenomeni in corso d’opera.

Poniamo il caso che il Dpr di riforma della normativa avvenga entro il 13 agosto. Il Dpr dovrà recepire i principi di cui abbiamo appena parlato. In questo caso l’Ordine dei Giornalisti perderà il potere disciplinare (che passerò ai Consigli di disciplina) e non potrà più iscrivere i pubblicisti nell’apposito elenco dell’Albo, in quanto gli stessi non fanno il praticantato e non sono sottoposti all’esame di Stato come condizione vincolante per l’accesso all’Albo. Rimane da verificare il destino degli attuali pubblicisti che potrebbero confluire in un elenco ad esaurimento sul presupposto che il titolo, benché non sia abilitante all’esercizio della professione di giornalista, non si possa togliere a chi lo ha conseguito.

L’Ordine si occuperà dell’esame di Stato, della formazione continua permanente, dovrà disciplinare le società tra professionisti (Stp) e la pubblicità informativa nonché le polizze assicurative per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale.

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