Le edicole italiane in sciopero il 24, 25 e 26 febbraio: nei giorni delle elezioni

Gli edicolanti vessati dal disinteresse dei politici e degli editori che tendono a cercare su di loro tutti i rischi e i problemi hanno deciso uno sciopero che potrebbe fare molto male agli editori.  nei loro confronti. Le Organizzazioni Sindacali dei rivenditori di quotidiani e periodici, SNAG-Confcommercio, SINAGI aff. SLC-CGIL e USIAGI-UGL hanno comunicato uno … Leggi tutto

La salute dei giornali italiani

Il Post scrive un articolo molto dettagliato sulla salute economica ed esistenziale dei giornali in Italia

Nell’ambito della grande e globale crisi dei giornali cartacei – in questo articolo parleremo dei quotidiani, ma il problema riguarda notoriamente anche le riviste – anche per la stampa italiana il 2012 è stato un anno molto difficile. Si è ridotta la quota dei finanziamenti pubblici, che rappresenta per molte testate una significativa fonte di introiti, ma soprattutto sono continuati a diminuire i guadagni dalla pubblicità. Nei primi nove mesi del 2012 il mercato pubblicitario del settore dell’informazione, nell’insieme, è arretrato del 10,5 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La tendenza va avanti così da anni e porta con sé conseguenze sulle redazioni e, alla fine della fiera, sul prodotto finale, quello che arriva nelle mani dei lettori (anche questi sempre di meno, con poche eccezioni).

Per i quotidiani nel 2012 la raccolta pubblicitaria è diminuita del 13,9 per cento, mentre per i periodici del 16,2 per cento. Nelle redazioni ci sono stati e ci saranno piani di riorganizzazione e ristrutturazione, con lo scopo principale di tagliare i costi sul lavoro, cioè giornalisti e poligrafici. I poligrafici sono i dipendenti di un giornale che non sono giornalisti, principalmente i tipografi e gli impiegati amministrativi, ma non i dirigenti (come il direttore marketing o il direttore editoriale). Secondo i dati dell’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, le aziende che nell’ultimo anno hanno fatto ricorso allo “stato di crisi” sono state 58.

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Beppe Grillo le conta chiare in faccia a Profumo e al Monte dei Paschi

“Questa è un’azienda che dovrà licenziare migliaia di persone, tra breve. E’ un’azienda che dovrà riscattarsi, ma non si ricatterà con una gestione come questa Come cittadino vorrei fare chiarezza. Chi ha preso questi soldi deve essere processato dall’opinione pubblica, dai cittadini, dai lavoratori che non devono rimetterci nemmeno una lira. Con il Monte dei … Leggi tutto

Il mercato del lavoro stagnante, non meritocratico e gerontocratico del giornalismo italiano

Alessia Cerantola racconta in un lungo e dettagliato articolo su Lsdi i mali del giornalismo italiano

I giornalisti che fanno domanda di una posizione a tempo pieno spesso incontrano un sistema di reclutamento che si basa ampliamente sul nepotismo. Se si chiede come siano riusciti a ottenere un contratto regolare a tempo pieno, molti giornalisti si riferiscono alla fortuna, altri semplicemente non rispondono.

Le offerte di lavoro nel settore del giornalismo sono pubblicizzate di rado e il processo di assunzione dipende perlopiù dalle proprie conoscenze. Questo meccanismo influisce pesantemente sulla qualità dei giornalisti delle redazioni, che non sono assunti necessariamente in base al proprio merito.

“La ragione per cui il giornalismo italiano, in particolare quello televisivo, è di qualità molto bassa è dovuto al fatto che la selezione degli individui che sono ammessi nel sistema avviene dopo l’esclusione delle persone migliori, e di chiunque desideri occuparsi di giornalismo come servizio pubblico”, ha detto Wolfgang Achtner, un giornalista televisivo che vive a Roma lavorando come corrispondente per ABC news, CNN e Press TV e con una lunga esperienza sulla televisione italiana.

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Pubblico ci lascia dal 31 dicembre 2012

Dal sito di Pubblico Oggi, domenica 30 dicembre alle 16,30 presso Pubblico, Lungotevere dei Mellini 10, conferenza stampa sulla vicenda del nostro quotidiano, che ad appena tre mesi dalla sua prima uscita non sarà più nelle edicole. Quello del 31 dicembre sarà l’ultimo numero. Dal primo gennaio Pubblico, in edicola dal 18 settembre, sospende le … Leggi tutto

La Stampa pare abbia un deficit di 25 milioni di euro

Via Dagospia La corazzata di carta della Fiat sta diventando una barchetta in un mare in tempesta. In un’infuocata assemblea a “La Stampa”, l’altro giorno è stato annunciato per il prossimo anno la necessità di liberarsi di un po’ di zavorra per continuare a navigare ancora qualche mese. Ovvero la necessità di buttare a mare … Leggi tutto

Pubblico ci sta già per lasciare

Comunicato Sindacale dell’assemblea di redazione di Pubblico

Il 18 dicembre Pubblico compie tre mesi. Tre mesi in cui ciascuno di noi ha dato il meglio per raccontare cosa sta accadendo in questo momento nel nostro Paese. E per rappresentare quanti non si sentono rappresentati. Lavoratori, ricercatori, disoccupati, precari, innovatori. Lanciarsi in una scommessa come la nostra richiede coraggio, fantasia, generosità e rigore. Nelle ultime ore però l’azienda, con una tempistica inaccettabile, ci ha comunicato che la tenuta economica è grave al punto da palesare già nei prossimi giorni uno scenario di messa in liquidazione della Pubblico edizioni srl. E tutt’ora non abbiamo nessuna certezza né garanzia su cosa verrà dopo. Di sicuro non accettiamo di essere liquidati in modo così brutale. Qualsiasi decisione dovrà avvenire nel confronto con la redazione e le rappresentanze sindacali. Alla vigilia di un consiglio di amministrazione e di una assemblea dei soci che dovranno decidere il futuro di circa trenta lavoratori e di tutti i collaboratori, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti.

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Giornalismo digitale e contratti esistenti: una FAQ utile

Via LSDI Il giornalismo online continua a crescere, ma ancora non è stato affrontato con chiarezza il problema della contrattazione. Un quadro, con luci e (molte più) ombre,  dei contratti in vigore e le prospettive della legge sull’ equo compenso: 1) Quanti e quali contratti esistono nel mondo del giornalismo? 2) Quali parlano esplicitamente di … Leggi tutto

Il giornale cartaceo chiude prima per tagliare i costi, poi tutti su internet

I giornali capiscono che internet domina: ora devono sono riuscire a rendere i loro costi compatibili con la Rete… cosina leggermente impossibile se non con tagli difficilmente compatibili con strutture pensate ” per un altro mondo”. (via blitzquotidiano)

Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport tagliano sull‘orario di chiusura. ItaliaOggi scrive che la decisione di chiudere in anticipo le pubblicazioni cartacee di Rcs è stata dettata dal risparmio. Le news successive alla chiusura del quotidiano saranno pubblicate sui siti internet e nelle varie edizioni digitali. Un taglio all’orario, e ai costi, che è in arrivo anche per Repubblica, mentre La Stampa darà il via all’orario ridotto già da lunedì 3 dicembre.

Il nuovo piano industriale per Rcs, scrive ItaliaOggi, è stato deciso dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e dai consiglieri e sarà presentato al cda il 19 dicembre. ItaliaOggi scrive:

“Un piano che ha i suoi pilastri nell’aumento di capitale da almeno 400 milioni di euro per coprire le perdite di 380 milioni alla fine dei primi nove mesi dell’anno e la riduzione dell’organico di cento giornalisti e di altri 400 dipendenti. I tagli tra i redattori dovrebbero intervenire prima nell’area periodici, dove qualche testata rischia la chiusura, alcuni femminili e magazine del comparto casa possono invece venir accorpati. Solo in un secondo momento riguarderanno i quotidiani, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport”.

Anche La Stampa ha adottato la riduzione dell’orario, spiega ItaliaOggi, con il direttore Mario Calabresi che ha disposto l’invio scaglionato delle pagine da stampare in tipografia:

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