Uniamo le Energie 2009

Via Torino Valley blog Mercoledì 7 ottobre inizia Uniamo le Energie, manifestazione dedicata alla sostenibilità ambientale, organizzata dalla Regione Piemonte a Torino Esposizioni, in corso Massimo d’Azeglio 15. Obiettivo coinvolgere chi è scettico o scarsamente informato, il tutto con un taglio divulgativo ma non noioso o accademico, adatto sia alle famiglie che intendono documentarsi sulle … Leggi tutto

Boss napping alla romana

Via Lastampa.it A tre manager dell’Alstom, fabbrica francese che costruisce e si occupa della manutenzione dei treni, è stato impedito per 8 ore dagli operai di uscire dallo stabilimento di Colleferro, in provincia di Roma, sulla falsariga dei sequestri di dirigenti avvenuti nei mesi scorsi in aziende in Francia. In serata, dopo aver raggiunto un’ipotesi … Leggi tutto

StartCup Piemonte 2009: i vincitori

Via Torino Valley blog Sono stati dieci i finalisti che  hanno presentato i loro progetti imprenditoriali alla Cerimonia di Premiazione della quinta edizione della Start Cup Torino Piemonte, il concorso per progetti imprenditoriali innovativi, promosso dai tre Atenei piemontesi ed organizzato dalle rispettive strutture di incubazione di impresa, rivolto a tutti coloro che desiderano trasformare … Leggi tutto

Numeri e incognite del Fatto Quotidiano

Pazzo per Repubblica riporta i dati da Advpress sulle vendite del Fatto Quotidiano e sulla sua raccolta pubblicitaria A una settimana dal debutto in edicola della nuova testata di Antonio Padellaro e Marco Travaglio, ADVexpress ha chiesto un primo bilancio a Maurizio Ferrini, Ad della concessionaria Poster Pubblicità, che ha dichiarato: “La diffusione si è … Leggi tutto

Il Paperone cinese arriva dal business verde

Via Repubblica Anche stavolta la Cina brucia tutti sul futuro incoronando uomo più ricco del 2009 un eco-imprenditore. Non uno che vende petrolio o gioca pericolosamente in Borsa, nemmeno un genio dell’informatica o dei computer, ma un costruttore d’auto: elettriche. Il fortunato di chiama Wang Chuan-Fu, ha 43 anni e secondo l’indagine dell’agenzia finanziaria Hurun … Leggi tutto

Chi vende, chi no, chi vendererà tra i giornali tradizionali

Tutto il panorama fotografato dal Barbiere della Sera subirà a breve un nuovo scossone per il successo (ad oggi) anche in edicola del Fatto Quotidiano che dovrebbe rubare copie ad alcune testate

Collaboro all’Osservatorio sull’Informazione che gestisce il sito www.malainformazione.it, e proprio in questi giorni alcuni colleghi hanno avviato una ricerca interessante. Mi piacerebbe… ‘aprire il dibattito’ su una prima pillola di dati grezzi che stanno raccogliendo.

Arrotondando almeno sulle centinaia, scopriamo poi che il calo di vendite tra il 2008 e il 2009 ha fatto scendere il totale da 4.005.000 a 3.715.000 di copie. Perdita assoluta totale 2009 su 2008: 290.000 copie, pari al 7,2%.

Dividiamo ora i 57 quotidiani (56+1, in realtà, per la doppia testata del piccolissimo Quotidiano di Sicilia) e li organizziamo in 5 fasce dimensionali:

Serie A – I ‘nazionali’ che vendono più di 300.000 copie, e che sono solo 2: Corriere (512 mila) e Repubblica (456), per un totale di 968 mila. (media: 484.000)
Serie B – I regionali (Stampa, Messaggero, ecc.) più il Sole, che stanno tra le 100 e le 300 mila: sono 7 testate e sfiorano in totale 1,2 milioni di copie. (media: 170.000)
Serie C – Un pool di provincial-regionali che vanno dal Tirreno alla Nuova Sardegna: 9 testate tra le 50 e le 100 mila copie vendute, con un totale di 639 mila copie (media: 71.000).
Serie D – Altro pool di provincial-regionali (dalla Gazzetta di Parma alla Provincia Pavese) più qualcosa di partito (Unità, Manifesto, Avvenire): 21 testate tra 20 e 50 mila copie per un totale di 707 mila copie. (media: 33.000).
Serie E – I fanalini di coda, piccolini o nati da poco che cercano di crescere: dalla Tribuna di Treviso a Taranto Sera sono 17+1 testate in un range tra 2.000 e 20.000 copie e un totale di 200 mila. (media: 11.000).

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Il tablet di Apple può ridefinire giornali, libri e riviste

Via Gizmodo

Steve Jobs said people don’t read any more. But Apple is in talks with several media companies rooted in print, negotiating content for a “new device.” And they’re not just going for e-books and mags. They’re aiming to redefine print.

Several years ago, a modified version of OS X was presented to Steve Jobs, running on a multitouch tablet. When the question “what would people do with this?” couldn’t be answered, they shelved it. Long having established music, movie and TV content, Apple is working hard to load up iTunes with print content from several major publishing houses across several media.

Two people related to the NYTimes have separately told me that in June, paper was approached by Apple to talk about putting the paper on a “new device.” The R&D labs have long worked on versions of the paper meant to be navigated without a keyboard or mouse, showing up on Windows tablets and on multiple formats using Adobe Air. The NYTimes, of course, also publishes via their iPhone application. Jobs has, during past keynotes, called the NYTimes the “best newspaper in the world.”

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Fiat tratta per la cessione del palazzo de La Stampa

Via il Giornale

Torino L’idea è di vendere, anzi: di buttare giù il palazzo per farne tanti appartamenti. Costa troppo al gruppo Fiat il palazzo di via Marenco dove hanno sede La Stampa e la concessionaria di pubblicità Publikompass, un gigantesco cubo di vetro con vista collinare che succhia 3,5 milioni all’anno solo di manutenzione. In un periodo di vacche magre è decisamente troppo. Troppo soprattutto per le tasche di chi ha imparato, da Sergio Marchionne in poi, a non buttare il denaro della finestra. E mai definizione fu più azzeccata.

Di piani con finestre in via Marenco ce ne sono tre, ma molte fanno soltanto da separé tra il cielo e il nulla. Dentro non c’è niente. E mezzo palazzo vuoto, è troppo. Dunque la parola d’ordine è vendere. Vendere per monetizzare il valore dell’immobile che fu costruito negli anni ’60 dal pioniere dell’architettura industriale Vittorio Bonadé Bottino. Ma vendere in questo caso significa anche ridimensionare i costi del quotidiano la cui sede verrebbe trasferita in via Giordano Bruno. Dove costa meno. Ma prima di catapultarsi in operazioni senza rete, l’azienda ha mandato in avanscoperta, a palazzo civico, alcuni emissari per sondare il terreno.

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Le aziende italiane non amano il digitale

Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, nel corso del convegno tenutosi a Milano il 28 settembre 2009, ha presentato l’”Osservatorio Italia Digitale 2.0”, realizzato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici in collaborazione con il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica. I risultati non sono entusiasmanti … Osservatorio Italia Digitale 2.0 Executive Summary

Abbiamo pagato il canone per Libero e Feltri

Lorenzo Campani scopre che Libero e Feltri non sono troppo “cultori del libero mercato” Indovinello: lo scorso anno (2008 per il 2007) qual’è stata la testata (compresi periodici, tv, radio ) che ha incassato la cifra più alta dei contributi pubblici stanziati dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria del Governo Italiano ? Risposta : Libero, … Leggi tutto

Crisi sì, crisi no, ripresa sì, ripresa no

Marina Cassi su Lastampa.it Sono meno pessimisti, ma la realtà non da loro ragione. Siamo al paradosso: gli imprenditori hanno aspettative da ora a fine anno meno negative di prima rispetto a ordini, export e produzione, ma poi quando devono prevedere il proprio futuro immaginano un ulteriore calo dell’utilizzo degli impianti precipitato al 55% – … Leggi tutto