Un digitale terreste senza futuro

Via Affari Italiani Il digitale terrestre non ha futuro. La tesi, già espressa da numerosi osservatori alla luce della crescita dell’IPtv – la televisione interattiva su piattaforma internet – trova ora un autorevole sostenitore nel vicepresidente di Telecom Italia Media, Giovanni Stella. Il manager del gruppo editore de La7, che insieme con Mediaset è stata … Leggi tutto

Come mi gira: MyMood

E’ stata lanciata la beta di  MioMood un nuovo servizio che permette di descrivere velocemente agli amici come va l’umore. Ovviamente il tutto può essere gestito anche attraverso il pervasivo Facebook. I vari mood possonono essere storicizzati o anche mappati su una carta geografica. Fra un po’ arriverà anche l’applicazione per Iphone. Per aggiornamenti MioMood … Leggi tutto

Agenzia giornalistica unica per Mediaset ?

Via Corriere.it Duro confronto sindacale in casa Mediaset. L’azienda televisiva controllata dalla famiglia Berlusconi, ha infatti annunciato, in un incontro con i comitati di redazione nella serata di giovedì, la nascita di «una agenzia di informazione» interna. Lo si apprende da una nota diffusa dall’assemblea dei comitati di redazione che ha «espresso forte preoccupazione» e … Leggi tutto

Come Google può aiutare i giornali

Eric Schmidt CEO di  Google sul WSJ ripreso da Paidcontent

This is a long way from where we are today. The current technology—in this case the distinguished newspaper you are now reading—may be relatively old, but it is a model of simplicity and speed compared with the online news experience today. I can flip through pages much faster in the physical edition of the Journal than I can on the Web. And every time I return to a site, I am treated as a stranger.

So when I think about the current crisis in the print industry, this is where I begin—a traditional technology struggling to adapt to a new, disruptive world. It is a familiar story: It was the arrival of radio and television that started the decline of newspaper circulation. Afternoon newspapers were the first casualties. Then the advent of 24-hour news transformed what was in the morning papers literally into old news.

Now the Internet has broken down the entire news package with articles read individually, reached from a blog or search engine, and abandoned if there is no good reason to hang around once the story is finished. It’s what we have come to call internally the atomic unit of consumption.

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Omega-Eutelia: si dimettono direttore e amministratore del gruppo

Dal blog di Vannino Chiti, vice presidente del Senato Dopo l’incontro del 24 novembre a Palazzo Chigi la situazione del gruppo Omega-Eutelia-Agile, che occupa in Italia circa 10 mila persone, sta ulteriormente precipitando. In queste ore si sono dimessi l’Amministratore e il Direttore del Gruppo. Il venir meno degli interlocutori responsabili della gestione, insieme all’insolvenza … Leggi tutto

Google: cinque click gratis, il sesto si paga

Google cede agli editori Usa e si inventa una curiosa formula di gestione degli accessi ai siti di news. Ora tutti si chiedono che farà l’utente quando avrà esaurito la quotidiana razione di click su di un sito: passerà a pagare o passerà a un altro sito  ?

Alla fine ha vinto Murdoch. Google si arrende: gli scrocconi del web dovranno fermarsi dopo cinque articoli, addio alle notizie gratis. L’annuncio è arrivato ieri da un blog di Google proprio mentre a Washington lui, SuperRupert, discuteva davanti alla Federal Trade Commission del futuro dei giornali e di Internet e la trattativa del mega-accordo in vista tra News Corp e Bing di Microsoft subiva una prima battuta d’arresto.

La guerra delle notizie era scoppiata qualche settimana fa. Il più grande imprenditore della comunicazione al mondo aveva aperto le ostilità: Google non può continuare a pubblicare i contenuti dei giornali senza metterci un dollaro. L’ha ripetuto ancora ieri a Washington: “I creatori dei contenuti sopportano tutti i costi, gli aggregatori godono dei benefici. E questo, nel lungo termine, è insostenibile”. Ma quel termine non sarà evidentemente così lungo.

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Arianna Huffington a Murdoch: esci pure da Google …

Via Paidcontent

Arianna Huffington used her 25 minutes at the FTC’s How Will Journalism Survive The Internet Age? conference to take News Corp  CEO Rupert Murdoch and his executives to task for their remarks comparing news aggregators to “parasites,” “tech tapeworms,” and “thieves:” “Apparently, some in the old media have decided that it is, in fact, an either/or game and that the best way to save, if not journalism, at least themselves, is by pointing fingers and calling names,” she said. “In most industries, if your customers were leaving in droves, you would try to figure out what to do to get them back.”

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Rinviata la partenza di Cielo sul digitale terrestre

Via Reuters La News Corp di Rupert Murdoch, che in Italia controlla la tv satellitare Sky, ha rinviato il lancio previsto per domani di “Cielo”, nuovo canale sul digitale terrestre, in attesa dell’autorizzazione da parte del ministero delle Comunicazioni. Lo annuncia un comunicato di Cielo. News Corp aveva annunciato nelle settimane scorse il progetto del … Leggi tutto

Verso una università senza docenti

Il preside della prima Facoltà Ingegneria Politecnico di Torino paventa un grave problema

Le università italiane avevano avuto assicurazione che alla fine del 2009 ci sarebbe stata un’erogazione di circa 2000 nuovi posti di ricercatore, la terza e più importante porzione del pacchetto dei cosiddetti “ricercatori Mussi”, gli ultimi che saranno assunti senza un impiego a tempo determinato. Sul finanziamento di tale pacchetto è cominciato il balletto degli emendamenti alla Finanziaria 2010. Gli atenei hanno bisogno di nuove forze strutturate, indipendentemente dai forti problemi esistenti di precariato universitario, sui quali bisognerebbe aprire un’onesta e approfondita discussione dentro e fuori l’Accademia.

Nei prossimi anni arriveranno alla pensione tutti i docenti che hanno preso servizio negli Anni 70 a seguito dell’elevato incremento di iscritti avvenuto durante gli Anni 60. La diminuzione dei docenti conseguente a tali molteplici ineluttabili anzianità e al blocco degli ingressi disposto dalle ultime leggi porterà a un’impossibilità di formazione adeguata nelle università pubbliche italiane, a beneficio sia di quelle private, sia delle università straniere verso le quali già si avviano, spesso solo per moda, molti appartenenti alle classi censuarie più elevate.

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