Ricchezza, bisogno, scarsità, distribuzione, mercato

Via Irene Cassarino

La società dei consumi è fondata sulla creazione artificiosa e sullo sfruttamento strutturale dei sistema dei bisogni, che è frutto del sistema della produzione. Il quale prima di essere destinato a produrre beni ha la funzione di produrre privilegi e di mantenerli. I bisogni rispondono ad una necessità di segni e differenziazioni. Il consumo non mira a soddisfare un supposto bisogno profondo e recondito dell’individuo, ma a ripristinare continuamente la distanza sociale e a confermare i segni d’appartenenza ad uno status, perpetuando una tensione cronica che è l’antitesi della ’soddisfazione’. Per questo un bisogno “realizzato” non crea, come sostengono i razionalisti, uno stato di equilibrio e risoluzione delle tensioni, al contrario le riproduce in maniera folle, negando la possibilità di una soddisfazione e quindi smascherando la natura stessa del bisogno.

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Più nuovissime ancora prospettive sul futuro dell’informazione

Pier Luca Santoro riapre il dibattito sulle prospettive del futuro dell’informazione Non esistono, ad oggi, modelli di business per l’editoria diversi da quelli che sin ora hanno generato ricavi per l’editoria. Se è vero, come ricorda Pasteris, che “la pubblicità resta la voce di ricavo più sensata e il modello di business più probabile” non … Leggi tutto

Annullata la cessione del ramo it da Eutelia ad Agile

Via Localport La Sezione lavoro del Tribunale di Roma ha accolto il ricorso dei Sindacati in merito alla cessione del ramo di It da Eutelia ad Agile, condannando l’azienda per comportamento antisindacale. I rapporti di lavoro ritornano così in capo ad Eutelia. Laura Spezia, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore informatica-Itc, e Fabrizio … Leggi tutto

Nuovissime prospettive sul futuro dell’informazione

Si è aperta una nuova discussione sui temi dell’informazione on-line a partire da una felice sintesi per punti di Luca de Biase, già annotata da Marco Formento e (il giornalaio) Pier Luca Santoro. e probabilmente fra poco da altri. Il bloggante titolare decide di dire la sua, con particolare declinazione al mercato dell’informazione italiano

1. L’informazione di qualità ha valore e costa tempo o denaro. Il modo in cui viene pagata contribuisce a qualificarla: può pagarla il pubblico che compra un prodotto editoriale, la pubblicità che compra l’attenzione del pubblico, una comunità di sottoscrittori o uno stato che la finanzia.

L’informazione è un bene particolare, ma è un bene suscettibile a quelle che sono le leggi del mercato legate a domanda ed offerta, e alla distribuzione. L’evoluzione storica dei media e dei prodotti editoriali aveva staticizzato il concetto editoriale di infornazione in un oggetto cartaceo distribuito in media quotidianamente detto giornale. Il giornale veniva distribuito attraverso dei canali distributivi rigidi e soggetti a parcellizzazione. Poi è arrivata la rete che ha demolito e ricostruito dal nulla canali distributivi, ha allargato enormemente l’offerta di informazione,  ha distrutto la scala dei tempi portando tutta l’informazione al tempo reale (TV, radio, Internet) e relegando la carta stampata all’approfondimento.
Il sistema distributivo fisico italiano, molto “viscoso” è ancora un’ancora di salvezza per  il futuro degli editori cartacei. D’altra parte nessuno ha cercato ad oggi di mutarlo, evidemente sta bene così come è a editori, distributori e punti vendita. E’ come il rapporto fra concessionarie e case di produzione automobilistiche, spesso criticato, ma mai modificato seriamente.

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L’arrivo paludato di Gdrive

Via Cnet Google on Tuesday is making a big move with its Docs service, opening it up to all types of file uploads. This includes photos, movies, music, and ZIP archives, all of which will be stored on Google’s servers. Along with opening up Docs to additional file types, Google is also dramatically increasing the … Leggi tutto

La Sindrome Cinese di Google

Google si è rotto le scatole di una serie di problemi di pirateria che gli arrivano dalla Cina, tra cui i tentativi di accessi da hacker evidentemente made in Cina diretti alle caselle di attivisti umanitari.

First, this attack was not just on Google. As part of our investigation we have discovered that at least twenty other large companies from a wide range of businesses–including the Internet, finance, technology, media and chemical sectors–have been similarly targeted. We are currently in the process of notifying those companies, and we are also working with the relevant U.S. authorities.

Second, we have evidence to suggest that a primary goal of the attackers was accessing the Gmail accounts of Chinese human rights activists. Based on our investigation to date we believe their attack did not achieve that objective. Only two Gmail accounts appear to have been accessed, and that activity was limited to account information (such as the date the account was created) and subject line, rather than the content of emails themselves.

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