Ragionando sulle leggi ad aziendam

Vito Mancuso su Repubblica.it

Per questo il mio dubbio, dopo l’articolo di Giannini, è pesante. Leggendo ho appreso che non si tratta più di accettare una proprietà che può piacere oppure no ma che non ha nulla a che fare con le scelte editoriali, cioè con l’azienda nella sua essenza. Stavolta è la Mondadori in quanto tale a essere coinvolta, non solo il suo proprietario per i soliti motivi che non hanno nulla a che fare con l’editoria libraria. Quindi stavolta come autore non posso più dire a me stesso che l’editrice in quanto tale non c’entra nulla con gli affari politici e giudiziari del suo proprietario, perché ora l’editrice c’entra, eccome se c’entra, se è vero che di 350 milioni dovuti al fisco ne viene a pagare solo 8,6 dopo quasi vent’anni, e senza neppure un euro di interesse per il ritardo, interessi che invece a un normale cittadino nessuno defalca se non paga nei tempi dovuti il bollo auto, il canone tv o uno degli altri bollettini a tutti noti.

Eccomi quindi qui con la coscienza in tempesta: da un lato il poter far parte di un programma editoriale di prima qualità venendo anche ben retribuito, dall’altro il non voler avere nulla a che fare con chi speculerebbe sugli appoggi politici di cui gode. Da un lato un debito di riconoscenza per l’editrice che ha avuto fiducia in me quando ero sconosciuto, dall’altro il dovere civico di contrastare un’inedita legge ad aziendam che si sommerebbe alle 36 leggi ad personam già confezionate per l’attuale primo ministro (riprendo il numero delle leggi dall’articolo di Giannini e mi scuso per il latino ipermaccheronico “ad aziendam”, ma ho preso atto che oggi si dice così). A tutto questo si aggiunge lo stupore per il fatto che il Corriere della Sera, gruppo Rizzoli principale concorrente Mondadori, finora abbia dedicato una notizia di poche righe alla questione: come mai?

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Maglione: il paese tagliato fuori da Telecom

Via LaStampa

Per un po’ hanno pazientato, cercando di far buon viso a cattiva sorte. Poi, con il passare dei giorni, anche la calma più olimpica è andata a farsi benedire. Così, è scoppiato il caos: c’è chi è andato in Comune a battere i piedi e chi si è presentato dai carabinieri per fare denuncia. E chi, esasperato, si è addirittura trasferito dai parenti che vivono in altri Comuni per far fronte all’emergenza. Il sindaco, dopo aver scelto la diplomazia, è passato alle vie di fatto presentando due esposti: uno indirizzato al Prefetto, l’altro alla Procura di Ivrea.
Benvenuti a Maglione, paese di 480 anime, ultimo della Provincia di Torino prima di sconfinare nel terre del Vercellese e del Biellese. Qui, dall’8 agosto, i telefoni suonano muti e la popolazione (cellulari a parte, ma anche in questo caso la copertura è minima) risulta isolata dal resto del mondo. Alcuni turisti inglesi, arrivati fin qui per ammirare i murales, non hanno risparmiato qualche battuta sarcastica ironizzando sull’efficienza della burocrazia italiana. Ma c’è poco da scherzare: l’ufficio postale minaccia di chiudere, da giorni dal Comune non si possono né ricevere né effettuare telefonate e l’unico ristorante del paese è tagliato fuori, così come i quasi 50 produttori agricoli di pesche e tutti i privati che con il telefono lavorano e fanno affari. Per non parlare della popolazione anziana, che qui rappresenta il 50 per cento dei residenti. Pochi giorni fa, tanto per fare un esempio, una novantenne che vive sola ha dovuto ricorrere ai carabinieri della stazione di Borgomasino per poter telefonare alla figlia.

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I bilanci dell’esercito di carta di Berlusconi

Via IlFattoQuotidiano Costano tanto i manganelli mediatici dei berlusconiani. Il paradosso di Libero e de Il Giornale, i due giornali più liberisti e antistatalisti è che non potrebbero stare sul mercato. Senza i soldi regalati dagli azionisti dovrebbero dimagrire o chiudere i battenti. Nel caso di Libero c’è l’aggravante del contributo statale: 20 milioni di … Leggi tutto

Un Blackberry Androide ?

Via BusinessInsider

RIM’s new BlackBerry 6 operating system and apps platform still isn’t in the same league as its arch rivals, Apple’s iPhone and Google’s Android. So it’s time for RIM to make a difficult, but important move: Stop wasting time developing its own operating system and apps platform, and switch the BlackBerry to Android, which is booming with success. The sooner, the better, before it’s too late.

As Wall Street is starting to figure out, RIM still doesn’t have a credible answer to the iPhone or Android. While RIM is still selling plenty of BlackBerry devices — thanks to international expansion and big sales at carriers — it’s not a software leader anymore. As a result, RIM is losing the high-end of the smartphone market to Google and Apple, and risks becoming a low-end, low-margin player, or worse.

RIM is the new Palm, in a sense. And don’t forget what happened to Palm, even after it miraculously created a decent new OS from scratch. (The sad twist of irony is that RIM could have bought Palm and its solid new WebOS platform, before it completely blew the deal.) But a switch to Android could at least give RIM a chance to take back some of the high-end buyers, for several reasons:

Antivirus embedded

Intel ha comprato McAfeee per 7.68 miliardi di dollari per inserire i sistemi antivirus direttamente nei suoi chip Intel Corporation has entered into a definitive agreement to acquire McAfee, Inc., through the purchase of all of the company’s common stock at $48 per share in cash, for approximately $7.68 billion. Both boards of directors have … Leggi tutto

Murdoch tenta negli Usa il giornale solo per Ipad

Via Ilcorriere.it Rupert Murdoch lancia negli Usa un nuovo quotidiano nazionale per fare concorrenza al New York Times e a UsaToday e per cercare di riconquistare il pubblico dei giovani. Uscirà entro la fine dell’anno, ma non lo si troverà in edicola. E nemmeno su Internet. Sarà un giornale interamente digitale distribuito (a pagamento) solo … Leggi tutto

Android è il sistema operativo mobile più venduto negli Stati Uniti

Via Bitcity Android è il sistema operativo mobile più venduto negli Stati Uniti. Lo rivelano gli ultimi dati forniti da Gartner, secondo i quali l’OS di Google ha sorpassato nel secondo trimestre sia i sistemi BlackBerry che iPhone di Apple. Ma il sistema operativo di Google cresce anche a livello mondiale, superando iPhone OS e … Leggi tutto

Il Piemonte tira la cinghia

Via lo Spiffero Calano i consumi nel Mezzogiorno, ma la crisi si fa sentire anche al Nord. Ed è proprio il Piemonte a registrare, tra le regioni settentrionali, la contrazione più marcata: meno 5%. È quanto emerge dal Rapporto dell’Ufficio studi di Confcommercio. In particolare, nel lungo periodo,  è in continuo ridimensionamento la quota di … Leggi tutto

Sul ruolo (modesto) dei sindacati in tempi di crisi

Via Rosebud Dopo il default Lehman Brothers del 15 Settembre 2008, e nella successiva crisi finanziaria globale che ne seguì, uno degli aspetti che maggiormente mi colpirono in quel d’Irlanda fu il quasi totale venire meno del ruolo dei sindacati. Vi era qualcosa di paradossale in quello che stava accadendo, dato che mai come in … Leggi tutto

Per Negroponte i libri di carta hanno cinque anni di vita

Per i giornali cartacei non fa previsioni (via techcrunch) Today at the Techonomy conference in Lake Tahoe, CA, CNBC’s Maria Bartiromo sat down with a panel including Bill Joy, Kevin Kelly, Nicholas Negroponte, and ?Willie Smits. The topic was basically the future of technology. And Negroponte had the most interesting (or at least the most … Leggi tutto