Le tv private stritolate fra Berlusconi, controinformazione e digitale terrestre

Luciano Borghesan su Lastampa.it

Berlusconi ci sta uccidendo», l’Sos giunge dai responsabili delle tv piemontesi che si uniscono al coro nazionale dell’emittenza privata contro il governo. «In un sol colpo – dicono – il decreto Milleproroghe spazza via 45 milioni di euro destinati alle radiotv locali e la Legge di stabilità sottrae all’emittenza nove canali (dal 61 al 69) per destinarle a Mediaset, Rai, Telecom e Sky».

E’ la rivolta di televisioni storiche verso chi si affermò in nome della «libertà d’antenna» contro il monopolio Rai: «Il gruppo Mediaset di Berlusconi persegue da tempo un disegno che prevede il nostro annientamento – avverte Davide Boscaini, da trent’anni impegnato con Quartarete -: Striscia la notizia e le Iene hanno fatto a gara per minare la credibilità delle nostre emittenti, con inchieste su aste, televendite, cartomanti, denunciando truffe, vero, ma senza mai evidenziare che certi personaggi erano diventati tali grazie a trasmissioni nazionali di Rai e Fininvest. Hanno generalizzato, e noi abbiamo perso gli introiti pubblicitari anche di chi non c’entrava con Vanna Marchi e simili. Poi il passaggio al digitale, che a noi non serviva, ora i tagli, la retrocessione a canali che si trovano sul telecomando in collocazioni inarrivabili, l’impossibilità di coprire con il segnale l’intero Piemonte, a causa della suddivisione delle regioni in più aree tecniche. Ci stanno macellando».

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La realtà decrescente dei magazine a pagamento per Ipad

Via WWmedia, anche se gli editori sperano ancora in Natale

Remember when Wired’s debut issue for the iPad sold more than 100,000 times in June? It looks like it will be a while before that type of performance is seen again. Digital sales dropped toward the end of 2010 for all the magazines that make those figures available to the Audit Bureau of Circulations.

Many magazines that are available on the iPad, such as Esquire, People and The New Yorker, have not posted their digital single-issue sales to the ABC. But Vanity Fair sold 8,700 digital editions of its November issue, down from its average of about 10,500 for the August, September and October issues. Glamour sold 4,301 digital editions in September, but sales dropped 20 percent in October and then another 20 percent, to 2,775, in November. GQ’s November edition sold 11,000 times, which was its worst performance since April (when the iPad was released) and represents a slight decline from its average digital sales of 13,000 between May and October.

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2011: l’anno degli smartphone economici

Via Fortune

But the kicker is the price. Tran says that phones made from the BCM2157 chipset will retail for under $100 and may dip as low as $75. Those devices should debut in just 3-6 months (and we might hear about them next month at CES).

By this time next year, Broadcom says it will release a follow-up chip that will allow WVGA displays and as much power as today’s high-end Smartphones at the same $75-$100 prices. That Nexus S that costs $530 now off contract will cost just a fraction of that in just one year.

Broadcom isn’t the only chipmaker taking aim at this new market. There is another chipmaker out of China building the same type of chipset for 3G EVDO Rev. A, the type of network that Sprint and Verizon use. They also say that they can get retail prices below $100.

To be clear, That sub $100 price is not the cost of materials, it is the suggested retail price after the manufacturers (and carriers) have taken their profits.

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Tempo di agitazioni al Corriere e al Sole 24 Ore

E’ un classico nelle aziende tentare dei colpi di mano sotto Natale …

Via Franco Abruzzo

Dal 23 dicembre i giornalisti del Corriere della Sera sono in stato di agitazione dopo la rottura che si è consumata tra il Cdr e l’azienda, tra il Cdr e il direttore Ferruccio De Bortoli schierato toto corde con i vertici societari. Ferruccio De Bortoli ha gettato la maschera: sta con l’editore che vuole abolire i vecchi accordi aziendali e trattare i redattori come birilli. Il documento di mediazione del direttore è un diktat: prendere o lasciare. De Bortoli non vuole discutere con il Cdr, ma sfida il CdR e chiede “un confronto in assemblea e un voto di fiducia davanti a tutta la redazione”. De Bortoli evoca un metodo populista/peronista: scavalcare il sindacato significa violare Costituzione e contratto. Nessuna sorpresa, ma coerena reazionaria. De Bortoli ha già scritto in una celebre lettera al CdR: “Se non vi sarà accordo, i patti integrativi verranno denunciati, con il mio assenso. L’età del piombo è alle nostre spalle”.

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L’Amerika a Torino

Luciano Gallino via Repubblica

Inoltre pare ormai certo che l’operazione Fiat-Chrysler non sia affatto destinata a fare di Chrysler la testa di ponte statunitense della Fiat; è piuttosto questa che si accinge a fungere da testa di ponte europea per la Chrysler. Partendo da Mirafiori. Si può infatti convenire che a fronte di una produzione prevista di oltre 250.000 vetture, tre volte quella degli ultimi anni, non si vede che differenza faccia produrre per la maggior parte Jeep Grand Cherokee, magari con la placca Alfa Romeo, piuttosto che qualche successore delle attuali auto del gruppo. Sono sempre posti di lavoro. Ma qui la Fiat si gioca la sopravvivenza come marchio originale. E’ noto che per non sparire sul mercato europeo Fiat deve assolutamente spostarsi sulla fascia medio-alta; si comincia ora a intravvedere che il prezzo potrebbe essere la sua uscita dal rango dei progettisti originali e costruttori che hanno fatto la storia dell’auto.

Le incognite riguardano anzitutto che cosa succederà nelle altre aziende, a cominciare dalla componentistica, visto che il tetto comune del contratto nazionale sembra prossimo a cadere. Le grandi aziende – poche ormai in Italia – possono anche ritenere che il principio “ad ogni azienda il suo contratto” si attagli alle loro esigenze. Ma le piccole e medie? Il contratto nazionale non serve soltanto a proteggere i lavoratori in modo relativamente uniforme. Serve anche a proteggere le aziende dalla proliferazione incontrollata di sigle sindacali, come pure da rivendicazioni interne, magari extra-sindacali, che in assenza di un contratto quadro possono dare agli imprenditori grossi grattacapi.

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I Landi verso il patteggiamento per la bancarotta di Eutelia

Via La Nazione

Patteggia anche Samuele. Perlomeno è pronto ad esplorare l’ipotesi di un patteggiamento, accodandosi alle trattative, già in corso, fra Eutelia e il resto della famiglia Landi sotto processo per la bancarotta del gruppo telefonico di Calamandrei. Uno scenario dal quale finora era rimasto fuori l’ex amministratore ed ex uomo forte dell’azienda, da mesi in esilio a Dubai, inseguito da un ordine di custodia cautelare della procura di Roma, ancora bancarotta, ma per il versante Agile del complesso di inchieste aperte su Eutelia. Ma adesso Samuele si adegua, dicendosi disponibile, per tramite dei suoi legali, a considerare l’ipotesi di una soluzione morbida: risarcimento, anche ai piccoli azionisti, e patteggiamento che consenta di non superare i cinque anni di pena.

Tutto sommato non la peggiore della soluzioni, considerato che per i medesimi reati, ossia associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, Callisto Tanzi di anni se ne è presi diciotto, sia pure nell’ambito di un crack, quello di Parmalat, enormemente più grande e più clamoroso. Il passo indietro di Samuele, che fino alla vigilia veniva dato per un duro deciso ad affrontare il processo senza compromessi, è la grande sorpresa di questo nuovo atto dell’udienza preliminare di cui già si sapeva che sarebbe finito con un rinvio. Infatti. Il Gip Anna Maria Lo Prete fissa nel suo calendario una nuova data, quella del 28 febbraio. Per allora la trattativa fra i Landi e la gestione commissariale di Eutelia dovrebbe essere conclusa o comunque in dirittura di arrivo. Compresa l’autorizzazione ministeriale di cui i commissari hanno bisogno per firmare eventuali accordi transattivi.

Di cifre ufficialmente non si parla, anche se è difficile pensare a un’intesa che stia sotto i venti milioni di euro ed è possibile che si vada anche molto oltre, ora che in gioco entra anche l’enfant gatè della famiglia Landi, quello che era stato il principale architetto della grande esplosione del gruppo, fra il 2000 e il 2008 e che poi aveva separato le sue sorti dal resto dei parenti, fino ad abbandonare ogni carica nel consiglio d’amministrazione, prima ancora dell’ultima fase della gestione Pizzichi e della dichiarazione di amministrazione straordinaria, ai primi di giugno. E’ l’avvocato Amedeo Di Segni, da qualche mese difensore di Samuele, a sparigliare le carte. Sappiamo che c’è una trattativa in corso, spiega in udienza, ma finora noi non siamo stato interpellati. Adesso anche l’ex Ad, continua, è pronto ad esplorare la strada dei riti alternativi, formula che allude ovviamente al patteggiamento.

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Il Comune di Torino non si è ancora costituito parte civile nel processo contro Amiat

Via Il Fatto Quotidiano

Il Comune di Torino aveva promesso di costituirsi parte civile al processo Amiat ma non ha mantenuto la parola. E una settimana dopo l’udienza preliminare (che si è tenuta il 13 dicembre) non ha ancora chiarito ufficialmente i motivi. Il caso è quello di Raphael Rossi: vale la pena di ricordare la sua storia. Ex vicepresidente dell’Amiat (Azienda municipale per la raccolta rifiuti torinese), Rossi blocca l’acquisto di un macchinario inutile da 5 milioni di euro, evita un danno all’azienda, si vede offerta una tangente per non impedire l’acquisto, va in Procura, denuncia il tentativo di corruzione, collabora alle indagini fingendo di accettare la proposta illecita e favorendo intercettazioni ambientali – diventa quello che in gergo si chiama agente provocatore – per smascherare il meccanismo. Un esempio di pubblico amministratore virtuoso, insomma. Che dall’Amiat, però, è stato cacciato. Ora siamo al processo, che si avvia con un’altra novità inattesa: il reato contestato passa infatti da corruzione a istigazione alla corruzione.

Nonostante una petizione – promossa dal Fatto Quotidiano – che ha superato le 40mila firme, nonostante l’impegno del Consiglio Comunale, che il 29 novembre ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiedeva al Sindaco Sergio Chiamparino di costituirsi parte civile, la Città di Torino, per ora, non è stata rappresentata nell’aula del Palazzo di Giustizia. “Mi aspettavo”, spiega Rossi (leggi il suo blog sul nostro sito), “che accanto a me avrei trovato l’avvocato del Comune. Non mi ero nemmeno posto il problema. Certo, sono convinto che il Comune si costituirà parte civile come si è impegnato a fare, ma avrebbero potuto provvedere da subito per recuperare le brutte figure fatte”.

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Skype in crisi : milioni di utenti bloccati

Dal blog di Skype Earlier today, we noticed that the number of people online on Skype was falling, which wasn’t typical or expected, so we began to investigate. Skype isn’t a network like a conventional phone or IM network – instead, it relies on millions of individual connections between computers and phones to keep things … Leggi tutto

Mirafiori aspetta Babbo Natale o forse no

Via Lo Spiffero Il tentativo è quello di dare un’accelerata e di chiudere l’accordo prima Natale. La partita decisiva sul futuro di Mirafiori si dovrebbe giocare domani. Fiat e sindacati si rivedranno infatti domani, all’Unione Industriale di Torino, alle 11, per riaprire il tavolo sul rilancio dello stabilimento. La convocazione segue la lettera inviata ieri … Leggi tutto

2010: l’online sorpassa i quotidiani

via Infoservi Se quanto dice eMarketer fosse vero anche solo per metà sarebbe comunque un milestone storico, da segnare. Secondo la società di ricerca il 2010 vedrà, per la prima volta, il sorpasso della spesa pubblicitaria online rispetto a quella sui quotidiani. Il cui budget si mantiene su una ripida progressione di discesa: “The spending … Leggi tutto

Da HP e Palm arriva il PalmPad

Via Fonews The Apple iPad has a solid lead in the tablet space. But Steve Jobs had better watch out: the competition is coming. This year at the annual Consumer Electronics Show (CES) in Las Vegas, pundits predict that manufacturers will unveil a host of tablet-style devices to compete with Apple’s funky iPad. But the … Leggi tutto

Un curriculum innovativo, dinamico e motivato per trovare lavoro: le statistiche di Linkedin

LinkedIn, ha divulgato  la top ten delle espressioni più usate nei profili professionali. Le parole e le locuzioni più usate dai professionisti, in Italia come in Europa, sono: Innovativo Dinamico Motivato Vasta esperienza Proattivo Propenso al lavoro in team Comprovata esperienza Valore aggiunto Orientato ai risultati Spiccate capacità di problem solving