Le mani in tasca ai cittadini sono quelle degli evasori fiscali

Quando Mario Monti dice frasi storiche … (via AGI) L’espressione ‘mettere le mani nelle tasche degli italiani’, divenuta corrente in questi anni, non mi ha mai persuaso e, comunque, e’ un’espressione incompleta, perche’ ci sono anche altri atti che entrano nelle tasche degli italiani e sono quelli compiuti dagli evasori rispetto ai contribuenti onesti”. Lo … Leggi tutto

Quando i dubbi di tutti si fanno realtà: l’evasione di chi sospettavamo da tempo

Gianni Barbacetto Via Il Fatto Quotidiano

Eccoli, i risultati del blitz di fine anno nella vippissima Cortina. “Operazione mediatica”, aveva subito tuonato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto. “Roba da Stato di polizia fiscale”, aveva protestato Maurizio Fugatti, capogruppo della Lega alla commissione Finanze della Camera. Il 30 dicembre, poco dopo Natale e due giorni prima di Capodanno, 80 funzionari dell’Agenzia delle entrate erano sbarcati a Cortina per un controllo fiscale.

Non proprio un cinepanettone (“Vacanze a Cortina”? “Sotto lo scontrino niente”? “Innocenti evasioni”?), ma un’operazione di verifica nella perla delle Dolomiti, e nel periodo più glamour dell’anno. Immediatamente criticata da una parte della politica come esibizione di forza, come esempio di vessazione dei poveri cittadini indifesi.

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Eutelia ha dei nuovi proprietari

Via Punto Informatico

La notizia pare ufficiale: Eutelia passa alla cordata denominata “Pier della Francesca”, guidata da l’ex-Cisco Mark De Simone e Piergiorgio Rossi, quest’ultimo ex CFO del Gruppo Marconi.

La cordata, che è pronta a investire in cinque anni fino a 100 milioni di euro, è partecipata al 90 per cento dal fondo lussemburghese Hirsch e al 10 da Cloud Italia. Per completare l’operazione sarà creata un’apposita società con un consiglio di amministrazione di 5 membri: 3 nominati dalla prima e due dalla seconda.

I commissari straordinari dell’azienda di Arezzo, Daniela Saitta, Francesca Pace e Gianluca Vidal, che da 18 mesi sono sul caso, hanno ufficializzato la decisione e sembra abbiano già spedito una comunicazione ufficiale al Ministero per lo sviluppo economico con la conclusione della gara.

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La questione dei pubblicisti for dummies

In modo tale che i normali cittadini siano informati su quello che accade nell’informazione italiana.

Ora che il premier Monti ha ricevuto il tesserino da giornalista, chissà se sarà più sensibile al tema. Secondo una norma contenuta nella “manovra Salva Italia” del suo governo da settembre 2012 l’albo dei giornalisti pubblicisti potrebbe infatti essere abolito. Un provvedimento che se andasse in porto rappresenterebbe una rivoluzione per il mondo dell’informazione. La proposta di Monti in realtà non è una novità, ma una nuova norma che recepisce le direttive europee sulle professioni redatta già in passato da Berlusconi e confermata da questo governo. La norma che compare al punto “Riforma degli ordini professionali”, prevede infatti l’annullamento della distinzione tra giornalisti pubblicisti e professionisti. Il comma 5 dell’art 3 dl 138/2011 prevede che l’accesso a tutte le professioni intellettuali sia vincolato al superamento dell’esame di Stato previsto dalla Costituzione. Risultato, chi non avrà conseguito il praticantato e sostenuto la prova di idoneità per accedere all’albo dei professionisti entro il prossimo settembre potrebbe non aver diritto a svolgere regolarmente il proprio lavoro.

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Pubblicisti brava gente

Il presidente ODG fa il suo punto sulla situazione dei pubblicisti e altre cose

L’Italia è un Paese di giuristi, altro che di allenatori di calcio. Poteva il presidente dell’Ordine nazionale sottrarsi a tale esercizio? Poteva e doveva, in verità. Un po’ per ruolo e molto per carattere.

So che in giro c’è tanta gente che ritiene che basti apparire per esistere. Personalmente credo che le dichiarazioni vadano centellinate anche se rilasciarle costa la fatica di un fiato, mentre lavorare per costruire richiede un impegno energetico maggiore. Notti passate alla Camera dei Deputati per sollecitare ragionevolezza su aspetti non marginali; riunioni per spiegare le conseguenze di questa o quella parola. Niente medaglie, per carità: fa parte del dovere. Come quello di tacere davanti a qualche, troppe volgarità.

So anche che un numero ancor più consistente di persone afferra un microfono (o la tastiera di un computer), fa dichiarazioni roboanti sulla nave che affonda, ma subito dopo considera “inopportuna” una riunione per una riflessione comune sui problemi che riguardano l’Ordine: vengono prima torroni e panettone, cotechino e lenticchie!

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Verso la fine dei blog tecnologici ? O no ?

Via Webstrategist

That’s right. We’re at the end of an important period. The tech blogosphere as we know it, is over. Four Trends Show the End of this Era: Like the film industry, the Golden Era is the emergence period, when fresh innovation in a new medium is born. New techniques, revolutionary content, and different business models emerge as innovators pioneer a new medium. I first had this discussion with Chris Saad, which triggered some thinking on my end. I asked some of the foremost tech bloggers of  their opinion, and found four clear trends on why the Golden Era of Tech Blogging is over, here’s what’s shaping this change:

Trend 1: Corporate acquisitions stymie innovation
Over the last few quarters, there’s been considerable acquisitions of organized blogs (which are more akin to news sites now-a-days), most notable, we’ve seen Techcrunch, who claimed annual revenues of about 10 mil a year, being acquired by AOL.  Yet these purchases are quite common, as AOL has acquired  Engadget in 2005, and also Huffington Post in 2011.  Just two weeks ago, another larger tech blog that has enterprise focus Read Write Web was just sold to Say Media.  What typically happens when these acquisitions happen? Often the star talent, or founding team is pressured out, takes a back seat while corporate business development teams match existing advertising inventory to a new found audience –forever changing the DNA of what created these startups. Lastly, acquisitions often force a conservative mindset over startups, because the purchase is focused on strengths of an asset, the mindset of ‘don’t break it’, keeps the culture to focus on the status quo. As acquisitions occur, innovation decreases.

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Sanzioni per 900mila euro ad Apple dall’antitrust

Via Repubblica.it

Sanzioni per complessivi 900mila euro al gruppo Apple responsabile di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori. Le ha decise l’Antitrust al termine di un’istruttoria che ha provato sia “la non piena applicazione ai consumatori, da parte delle società del gruppo Apple operanti in Italia, della garanzia legale biennale a carico del venditore”, sia “le informazioni poco chiare sugli ambiti di copertura dei servizi di assistenza aggiuntiva a pagamento offerti da Apple ai consumatori”.

Un comunicato dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato precisa che “secondo quanto ricostruito dagli uffici dell’Antitrust, anche alla luce di numerose segnalazioni arrivate dai consumatori e da alcune associazioni, le tre società del gruppo, Apple Sales International, Apple Italia S. r. l. e Apple Retail Italia hanno messo in atto due distinte pratiche commerciali scorrette:

1) presso i propri punti vendita e/o sui siti internet apple.com e store.apple.com, sia al momento dell’acquisto che al momento della richiesta di assistenza, non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, ostacolando l’esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno;

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Meglio digital only che digital first

Via Steve Buttry

John Paton, CEO of Digital First Media (and Journal Register Co. and MediaNews Group) explained the Digital First business approach better than I would (which is good, since he’s the CEO) in his June address to the International Newsroom Summit in Zurich: How the Crowd Saved Our Company. His recent post on news media as medium and messenger elaborates, including the slide below. His September post announcing the formation of Digital First discussed some of the results of the approach so far (and we’re just getting started).

Peter Kirwan’s analysis of the Digital First approach also provides a good explanation. Ken Doctor’s post The newsonomics of ComboCo gave some insight on our plans (though much of it was speculative, so you might not see everything he mentioned).

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