Vittime del digitale: chiude definitivamente Blockbuster Italia

Via Corriere.it Blockbuster Italia chiude i battenti. Ne dà notizia lo stesso sito internet della catena di videonoleggio: «L’avventura di Blockbuster Italia finisce qui. È stato per noi un piacere divertirvi o semplicemente tenervi compagnia in questi 18 anni». … Una sconfitta partita dall’America e arrivata da tempo anche in Italia. Negli Stati Uniti Blockbuster è … Leggi tutto

10 buone ragioni per cui Facebook dovrebbe comprare Opera

Via Wired Italia Ci sono  dieci buone ragioni, perché Facebook dovrebbe comprare Opera. A individuarle è l’Istituto di Ricerca danese  Strand Consult, secondo cui, mentre Mark Zuckerberg in viaggio di nozze tenta di non pensare all’andamento rovinoso del  titolo in Borsa, uno dei modi per rassicurare gli investitori potrebbe essere proprio quello di sviluppare in maniera monetizzabile … Leggi tutto

Pietro Scott Jovane da Microsoft a RCS

Pietro Scott Jovane è stato nominato nuovo amministratore delegato di Rcs Mediagroup. Lo si è appreso, per ora solo da fonti finanziarie, al termine di un cda durato quasi 3 ore. Jovane è stato ad di Microsoft Italia, dove era entrato nel 2003, ed ha 43 anni. Soddisfazione per la nomina è stata espressa dal … Leggi tutto

La strana storia dell’Ipo di Facebook (ex post)

Via Business Insider

And now for some more bombshell news about the FacebookIPO… Earlier, we reported that the analysts at Facebook’s IPO underwriters had cut their estimates for the company in the middle of the IPO roadshow, a highly unusual and negative event.

What we didn’t know was why. Now we know. The analysts cut their estimates because a Facebook executive who knew the business was weak told them to. Put differently, the company basically pre-announced that its second quarter would fall short of analysts’ estimates. But it only told the underwriter analysts about this.

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Quintarelli for President (Agcom)

Questo modesto blog appoggia caldamente la candidatura di Stefano Quintarelli a presidente di Agcom (anche se il cuore è triste per lo splendido lavoro che Stefano potrebbe fare per il Sole 24 Ore). Via Wired

Più di 9.300 firme raccolte in un fine settimana: la Rete ha scelto il suo candidato alla presidenza dell’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ( Agcom). Il nome è quello di Stefano Quintarelli, pioniere dell’universo virtuale (e commerciale) nostrano con la fondazione di I.NET nel 1994, imprenditore, informatico e attualmente alla guida dell’anima digitale de Il Sole 24 Ore. Una candidatura tecnica, come l’ha definita ieri Massimo Sideri sul Corsera nel lanciare la notizia e confermare che la proposta è arrivata sulla scrivania del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera.

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I lavoratori di Virgilio in sciopero

I lavoratori di Virgilio scioperano per il loro lavoro. Il loro comunicato La società Matrix S.p.A. è una società del Gruppo Telecom Italia, il cui principale business è la produzione del portale Virigilio.it. Negli ultimi tre anni l’azienda ha avuto un bilancio positivo e sempre nuovi investimenti: non vi era da parte dei lavoratori il … Leggi tutto

Addio Manifesto: il giornale cessa le attività

Via Corriere.it I liquidatori de Il Manifesto, da febbraio in liquidazione coatta amministrativa, hanno inviato una fax alla redazione del quotidiano in cui comunicano la cessazione dell’attività aziendale e richiedono la concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale per 12 mesi. Lo rende noto la stessa redazione. Il fax recita così, dice la redazione: ‘Oggetto: … Leggi tutto

Giornali come Highlander

Via Cado in piedi

La Newspaper Association of America ha rilasciato i dati dei ricavi pubblicitari dei giornali statunitensi del 2011 comparati con la serie storica a partire dal 1950. La curva cresce fino al 2000 con il picco di 63,5 miliardi di dollari e scende all’improvviso in verticale dal 2008, come se fosse colpita da un fulmine ritornando ai livelli degli anni ’50, 22,6 miliardi di dollari nel 2011 contro 20 miliardi del 1950 (attualizzati con l’inflazione).
La raccolta pubblicitaria dei giornali si sta prosciugando. Solo negli ultimi tre anni ha perso negli Stati Uniti 35 miliardi di dollari. Le principali ragioni della scomparsa della pubblicità dai giornali americani sono lo sviluppo dell’informazione in Rete, il grande successo del sito Craigslist con lo spostamento on line degli annunci economici e l’avvento dei Social Media dove la pubblicità ha ritorni molto maggiori di un giornale sia per la versione cartacea che per quella on line. Nei mercati dove internet è diffuso la pubblicità per i giornali sta diventando insufficiente per mantenere gli attuali costi. In Italia avverrà lo stesso fenomeno nell’arco di pochi anni, due o tre. I giornali riusciranno a vivere senza pubblicità e senza il quotidiano di carta che vende sempre meno copie?

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Conosco più persone che hanno volontariamente lasciato contratti giornalistici a tempo indeterminato in testate nazionali che persone di talento senza un lavoro

Via Mafe

Non voglio dire di mettere da parte sogni e progetti, ma, al contrario, per evitare di boicottarsi da soli, di distinguere tra oggettive difficoltà (connaturate a qualunque progetto ambizioso) e colpevolizzazione. Niente come l’autocommiserazione complica la vita a chi pensa di aver qualcosa da fare e da dire, soprattutto in tempi in cui, nonostante tutto, le barriere al fare e al dire si sono abbassate tantissimo.

Parlo soprattutto di chi sogna un lavoro nell’informazione e nella comunicazione, sogni per niente recenti. Nel 1987 – nel secolo scorso – quando mi sono iscritta al corso di diploma universitario in Relazioni Pubbliche dello IULM c’era gente in coda dall’alba per assicurarsi il posto. Internet e i media digitali hanno abbassato le barriere in ingresso alla selezione per i mestieri del fare informazione e del fare comunicazione, creando però un demi-monde di persone né dentro né fuori, un vero e proprio limbo in cui il rischio di restare intrappolati per sempre e di diventare complici dei propri aguzzini è elevatissimo. Non a caso da più parti si punta il dito contro il malcostume di pagare niente o pochissimo i collaboratori soprattutto se provenienti dalla Rete e non da canali di recruiting più tradizionali. Ecco, qualcuno ogni tanto deve ricordarlo: se dopo anni (facciamo cinque?) sei ancora pagato pochissimo c’è il rischio che tu stesso, continuando ad accettare condizioni inaccettabili, contribuisca alla situazione. Dire di no si può, in alcuni casi si deve.

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Libero si compra Virgilio: ecco il super maxi gruppo editoriale on-line italiano

Via Zeus News Ormai sembra che i giochi siano fatti: sarà l’ex proprietario di Wind, l’egiziano Naguib Sawiris, ad acquistare da Telecom Italia la web company Matrix che gestisce il portale Virgilio e il sito dell’Elenco Abbonati 1254. Il gruppo editoriale L’Espresso si sarebbe invece dichiarato non interessato. Sawiris, con la sua Orascom, attualmente gestisce … Leggi tutto