Alcuni di questi segnali sono purtroppo di carattere strutturale. Ha ragione Umberto Bossi quando afferma che, se Malpensa non sarà uno hub, ossia uno scalo centrale, al quale faccia capo un gran numero di voli, Alitalia correrà un forte rischio di fallimento; ma è purtroppo anche vero che né la nuova Alitalia né l’Italia hanno le dimensioni necessarie per permettersi due hub. In base a considerazioni puramente economiche, un paese come l’Italia dovrebbe avere un solo grande hub delle dimensioni di Parigi ma, data la geografia, le localizzazioni produttive e quelle turistiche, questo semplicemente non si può fare. Per conseguenza, un sistema aeroportuale che riservi un ruolo importante, a livello europeo e mondiale, sia a Fiumicino sia a Malpensa, non può che operare in perdita: rappresenta quindi un costo aggiuntivo per il «sistema Italia» e per il contribuente italiano che possiamo chiamare il «prezzo della geografia». E non appare corretto da parte leghista invocare da un lato il regionalismo e l’autonomia, ossia il lato vantaggioso della geografia, e dall’altro reclamare che di fatto sia il governo centrale ad accollarsi il più che prevedibile deficit di Fiumicino-Malpensa.
Economia
Palm alla riscossa: ecco il Pre e Palm Web Os
Dopo delle anticipazioni parzialmente sbagliate, è arrivato il grande giorno del nuovo Palm Pre e del nuovo Palm Web Os presentati al Ces di Las Vegas
N.d.B il video ufficiale di presentazione del Pre ricorda il feel di una nota azienda di Cupertino
Palm Pre, di cui per ora non si conosce il prezzo e che verrà per ora distribuito solo da Sprint negli Usa da metà anno, è un ottimo mix delle cose più interessanti del software e delle interfacce dell’ultimo periodo tanto per capirsi del mondo Iphone a Android.
Il device di colore nero e curvilineo ha un touch screen con schermo da 3,1″ con risoluzione di 320 x 480 pixel e una tastiera Qwerty a scomparsa. Pesa 135 grammi. Ha UMTS, antenna GPS, fotocamera integrata da 3 megapixel con flash a led, un lettore mp3, Wi-Fi, Bluetooth, memoria di 8 GB
Tutta da esplorare l’interfaccia grafica e Palm webOS. MobileCrunch ha la “prova su strada” più interessante
Interessante notare che qualcuno parla di una seconda giovinezza di Palm. Occorre vedere che propone l’azienda dopo Pre, ora che Palm ha un prodotto ottimo per la fascia alta, mentre l’entry level è datato e ha un sistema operativo decisamente diverso …
Windows 7 beta
Via Corriere L’erede di Vista potrebbe arrivare ufficialmente sul mercato il prossimo novembre, ma sarà a disposizione dei consumatori già a partire dal 9 gennaio , scaricabile dalle pagine del sito di Microsoft, nella sua versione di prova. È stato Steve Ballmer, amministratore delegato della società di Redmond, a dare l’annuncio dal Convention Center di … Leggi tutto
Le fatiche di Merlinox
Una raccolta di 19 post che raccontano la storia di un normale cittadino che cerca di ottenere una linea telefonica – internet in una nuova zona residenziale in centro a Rovigo. Una storia durata 2 anni e pare non finita.
Tempo di CES ai tempi della crisi
Parte a Las Vegas il Ces, la maggior fiera mondiale di elettronica di consumo. Vediamo quali saranno le tendenze dell’anno.
2009 – 2010 gli anni decisivi per il futuro dei media tradizionali
Un tentativo per fare previsioni sul futuro dei media nei prossimi due decisivi anni
Quando Philip Meyer pubblicò nel 2004 il suo “the vanishing newspaper” diventato famoso soprattutto per la profezia secondo cui l’ultima copia del New York Times sarebbe stata stampata nel 2040 non aveva probabilmente previsto che nella fine del 2008 in Usa sarebbero fallite molte fra le maggiori banche e che l’economia mondiale sarebbe arrivata con un grosso fiatone a fine anno.
Allo stesso modo non era conscio di quello che sarebbe successo negli ultimi mesi di quest’anno Arthur Sulzberger quando nel febbraio del 2007 dichiarò “Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa nulla. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader”
Il giorno dell’ultima copia del New York Times si sta drammaticamente avvicinando ? Probabilmente sì . I segnali di un processo inarrestabile sono piuttosto chiari. Ma non è quello il problema . Il definire e spostare le date dell’ultima copia cartacea del più ascoltato giornale statunitense è un indicatore dei segni dei tempi, un indice come potrebber essere il Dow Jones per Wall Street.
Senza voler essere dei Nostradamus mediatici che giocano con date ed eventi per capire che succederà nel futuro dell’informazione ci troviamo volenti o nolenti di fronte a un biennio 2009-2010 in cui si assisterà ad un’accellerazione violenta della variabile tempo e della variabile cambiamento nel mutare del mercato dell’informazione mondiale e italiano per quello che ci riguarda direttamente.
Arridatece Steve Jobs
Non che Phil Schiller no si professionale e suadente, ma è proprio il contenuto dell’ultimo keynote della storia è stao modesto. Buone notizie a consuntivo: 9,7 milioni di Mac venduti nel 2008 e una crescita ddel 37,7% contro il 12% circa del mondo Microsoft Una serie di nuove release di software: iLife ’09, iPhoto 09, … Leggi tutto
Android anche su netbook nel 2010
La notizia è importante: Google sta portando il suo Android anche sui netbook sconfinando nel territorio di competenza di Microsoft, Linux e Apple. Via Venturebeat The image above shows a netbook Asus EEEPC 1000H running on Google’s mobile operating system Android. Huh? You thought Android was for mobile phones, right? Well, as we’ve written before, … Leggi tutto
La coda lunga dello storage
Da una bella analisi di Alberto Dottavi Qualche tempo fa SanDisk – o meglio la sua società PR – mi ha fatto avere una scheda Mobile Ultra M2 (cioè Memory Stick) da otto gigabyte. L’oggetto, curiosamente piccolo, mi ha fatto venire in mente che da qualche parte avevo ancora un vecchio nastro di backup, rimasto … Leggi tutto
Microsoft licenzia 15 mila dipendenti
Via Silicon Alley Insider Microsoft is preparing to whack 15,000 people in two weeks, says Fudzilla, 17% of its global work force. A cut of this magnitude seems highly unlikely, although the targeted areas do make sense. Unless Microsoft’s business has been absolutely crushed in the past two months, there is no reason for the … Leggi tutto
A proposito di cambiamenti
via Mauro Lupi
Ho sempre cercato di vivere i cambiamenti pensando a cosa si guadagna rispetto a cosa si perde, per cui ho letto con piacere il bel post di Giampaolo Fabris che ricorda come in lingua cinese il termine crisi (weiji) è composto da due due ideogrammi: pericolo ed opportunità.
E di opportunità, Fabris ne elenca alcune, tutte di largo respiro, tra le quali segnalo:
- prendere le distanze dall’idolatria del PIL
- ricostruire un rapporto sano tra economia finanziaria e produttiva
- presa di distanza del gigantismo come paradigma da seguire
- sottolineare che crescita deve essere sinonimo di benessere non di crescita economica fine a se stessa
- cogliere la drammaticità dei problemi ambientali
Mi viene spontaneo affiancare il punto di vista di Fabris con quello di Robin Good (peraltro appena citato da Business Week come “voce dell’innovazione”) che invece tocca più la sfera personale. Ebbene Robin per Natale si è concesso il post Come Diventare Felici Senza Diventare Santi: 10 Cose Che Puoi Cambiare Per Riprendere il Controllo Della Tua Vita. Queste le “10 cose”:
Telit-Rola si tratta per il centro ricerca torinese
Paolo Griseri su Repubblica porta buone nuove per il caso della sede Motorola torinese
E’ ufficiale: il centro Motorola di Torino interessa alla Telit, la società triestina di telecomunicazioni di cui è presidente Chicco Testa. La particolare attenzione, spiega Testa, nasce dalla qualità del personale improvvisamente abbandonato dalla Motorola al suo destino: 370 ingegneri specializzati in telecomunicazioni. Gli incontri sono iniziati nelle scorse settimane e proseguiranno. Si arriverà alla vendita? “Stiamo trattando – rivela Testa – ed è prematuro, al momento, fare previsioni. Entro gennaio arriverà la decisione”.
La vicenda della Motorola aveva fatto indignare il sindaco di Torino. Non tanto per l’ improvvisa decisione di chiudere, quanto per la scelta di farlo senza preavviso dopo aver pompato indirettamente quasi dieci milioni di euro dalle casse pubbliche sotto forma di sovvenzioni e aiuti di diverso genere. «Se non si risolve la questione, giuro che mi incateno davanti all’ azienda», aveva detto nelle scorse settimane Sergio Chiamparino suscitando scalpore a livello nazionale. Ora l’ ipotesi Telit sembra essere in grado di risolvere il problema. Chicco Testa, già presidente di Legambiente prima di diventare numero uno di Enel e oggi della stessa Telit e di Roma Metropolitane, appare intenzionato ad approfondire la trattativa.