Jean-Marie Colombani lancia e dirige Slate.fr

Jean-Marie Colombani, che dal 1994 al 2007, ha diretto Le Monde, dirigerà  Slate France, sito  d’informazione online, dedicato ad analisi e a commento dell’attualità politica, economica e culturale. Colombani è uno dei fondatori di Slate.fr insieme a Eric Leser, ex corrispondente di Le Mondedagli Stati Uniti, Eric Le Boucher, attuale direttore della redazione di Enjeux-Les … Leggi tutto

Nasce ufficialmente la Fondazione Capellaro


Nel 2002 un gruppo di privati cittadini ha celebrato il Centenario della Nascita di Natale Capellaro, uomo chiave dell’industria italiana degli anni 60, confluendo poi nel Comitato Fondazione Natale Capellaro, che nel 2005 ha aperto al pubblico il Laboratorio-Museo Tecnologicamente di Ivrea. Questo è diventato nel corso di 3 anni d’attività un luogo in cui viene narrata parte della storia industriale del nostro Paese, dando risalto alle produzioni e alla cultura della Olivetti  azienda leader nel mondo tecnico-informatico.

Il passo naturale è stato quello di trasformarsi in fondazione. Il 26 settembre 2008 è stata costituita la Fondazione Natale Capellaro: per raggiungere questo importante risultato sono stati fondamentali non soltanto il lavoro dei volontari, che in questi anni hanno dedicato tempo e fatica all’iniziativa, ma anche e soprattutto i contributi degli enti, aziende e privati che hanno contribuito a costituire il patrimonio della Fondazione stessa. Il 16 gennaio 2009 la Fondazione Natale Capellaro ha ricevuto il riconoscimento ufficiale della Regione Piemonte, a conferma dei piccoli ma fondamentali e costanti passi finora compiuti.

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La Carica dei 101

Si parlava nei giorni scorsi del fatto che L’Italia dell’eccellenza informatica è stata uccisa a suo tempo. Ecco il racconto dell’esempio più classico Il “programma 101”, cioè il primo mini-computer del mondo, ed il primo grande calcolatore europeo Elea sono due esempi di una storia grande, nata e vissuta dalla Olivetti. La scomparsa di Adriano … Leggi tutto

Il denaro e i blog

Daniel Lyons via Newsweek

For two years I was obsessed with trying to turn a blog into a business. I posted 10 or 20 items a day to my site, The Secret Diary of Steve Jobs, rarely taking a break. I blogged from cabs, using my BlackBerry. I blogged in the middle of the night, having awakened with an idea. I rationalized this insane behavior by telling myself that at the end of this rainbow I would find a huge pot of gold. But reality kept interfering with this fantasy. My first epiphany occurred in August 2007, when The New York Times ran a story revealing my identity, which until then I’d kept secret. On that day more than 500,000 people hit my site—by far the biggest day I’d ever had—and through Google’s AdSense program I earned about a hundred bucks. Over the course of that entire month, in which my site was visited by 1.5 million people, I earned a whopping total of $1,039.81. Soon after this I struck an advertising deal that paid better wages. But I never made enough to quit my day job. Eventually I shut down—not for financial reasons, but because Steve Jobs appeared to be in poor health. I walked away feeling burned out and weighing 20 pounds more than when I started. I also came away with a sneaking suspicion that while blogs can do many wonderful things, generating huge amounts of money isn’t one of them.

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Il complessino di Torino

via Torino Valley blog Dall’intervista al Direttore de La Stampa Giulio Anselmi su ExtraTorino Secondo lei chi è che a Torino ha la bacchetta di direttore d’orchestra ? La Fiat non più, ma nemmeno il Comune, che è stato uno dei motori della diversificazione … Non vedo un direttore d’orchestra, vedo un complessino. Composto da … Leggi tutto

L’Italia che consuma informatica, ma non la produce

Durante la parte finale della presentazione torinese del libro di MCC e di Franco Giacobazzi si accennava al solito alla nota e notoria arretratezza delle risorse ict e di rete delle Pmi e non solo in Italia. Il problema ha radici antiche storiche e culturali, ma le sue cause prime sono legate all’oggettiva arretratezza dell’informatica … Leggi tutto

Parte la StartCup 2009

Via Torino Valley blog Entra nel vivo la Start Cup Torino Piemonte la competizione per progetti imprenditoriali innovativi, che ha l’obiettivo di diffondere la cultura d’impresa, promuovere i settori hi-tech e dare un suo contributo all’esigenza di crescita e di rinnovamento del sistema economico. Da cinque anni la Start Cup Torino Piemonte è un’occasione offerta … Leggi tutto

Il senso del tracollo, l’ attenzione al futuro

Un piccolo nuovo contributo via LSDI

In questi giorni le redazioni dei giornali sono percorse dallo tsunami della crisi in atto. La parola d’ordine è tagliare costi. E’ l’ unica opportunità possibile ? Probabilmente sì, ma tagliando e basta e su tutto si rischia di gettare l’acqua dal catino … con il bimbo dentro.

Mantenere i ricavi o addirittura accrescerli pare una mission impossible. La pubblicità come temuto dopo le festività sta scendendo in verticale: avete dato una occhiata attenta alle ultime edizioni di quotidiani, inserti o magazine? La foliazione si sta erodendo a vista d’occhio perché stampare meno pagine costa meno e perché mancano investitori pubblicitari. Per questo i giornali perdono anche un 30% delle pagine, si creano buchi, anzi voragini, alla voce ricavi pubblicitari.

Allora cerchiamo di aumentare il prezzo di copertina dei giornali. Non è una operazione così semplice dato che i lettori hanno sempre meno denaro da spendere e sbagliare l’aumento esagerando potrebbe voler dire fare harakiri perdendo per strada e per sempre importanti fette di mercato, regalandolo alla freepress o perdendo la battaglia di suscitare l’attenzione di quanti comprano più quotidiani o magazine e devono ridurre il budget per informarsi.

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La balcanizzazione dello stivale

Via Vittorio Bertola

Ho apprezzato molto l’editoriale di Barbara Spinelli sulla prima pagina de La Stampa di oggi, intitolato Gli eroi non vivono in branco (era online stamattina sul sito ma l’hanno tolto, spero ricomparirà presto nel blog della Spinelli). In pratica sottolinea ciò che è evidente a tutti, cioé che la società italiana è ormai completamente balcanizzata, divisa in gruppi e gruppetti a cui ogni persona sente di appartenere, e che si pongono in antagonismo forzato sia verso gli altri gruppi che verso il concetto stesso di collettività.

L’Italia è da sempre il paese del tifo: invece di discutere civilmente e pietosamente sul conflitto tra israeliani e palestinesi e su come ricomporlo, ci si divide tra chi tifa per i primi e chi tifa per i secondi; e lo stesso per qualsiasi altra questione politica o sociale. Sempre più spesso, però, il tifo è assoluto: arruolandosi in una squadra si nega la legittimità stessa dell’altra, e ci si pone come obiettivo non la mediazione, ma la sconfitta assoluta dell’avversario.

Qualsiasi discussione, insomma, deve concludersi con la propria vittoria, con l’ottenere ragione completa, e con la sconfitta dell’avversario; se così non avviene, se un terzo osservatore o la collettività prendono un’altra via, si va automaticamente a concludere che essi sono stupidi, ignoranti o direttamente corrotti e in malafede.

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