Blog e intercettazioni

Via Google Italia blog

Siamo nuovamente di fronte ad un provvedimento legislativo che va ad impattare sul mezzo di comunicazione Internet, senza tenere conto della sua specificità.

Stiamo parlando del comma 28 dell’articolo 1 del disegno di legge a proposito delle “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali”, su cui il Governo ha posto ieri la questione di fiducia.
Questa norma mira ad estendere anche ai “siti informatici” le procedure di rettifica delle informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti, finora applicate ai mezzi di informazione tradizionali”. In pratica un blogger amatoriale viene equiparato come responsabilità al direttore responsabile di un qualsiasi quotidiano nazionale…

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Via Soloparolesparse Si sa… navigare in rete per i bambini è pericoloso, il web è una giungla piena di pedofili pronti a ghermire i nostri figlioli non appena accendono il pc (a volte non è nemmeno necessaria una connessione!), internet è piena di schifezze e pervertiti. Potete aggiunger un pò quello che vi pare a … Leggi tutto

Chi fa la spia e chi fa il direttore

Sul fatto che Antonello Zappadu, il fotografo che ha cercato di smerciare le foto dei party berlusconiani, si sia comportato da vera volpe non ci piove. Tentare di vendere le foto in questione a Panorama, ammiraglia della stampa filo governativa, non depone molto a favore della intelligenza operativa. L’incedere successivo dei fatti porta dei nuovi sviluppi molto inquietanti sul modo di agire di giornalisti e direttori ai tempi del berlusconismo. Ma la rete ci dovrebbe ridare speranze: continuiamo ad essere in attesa di un editore estero che pubblichi le foto in questione. Solo per capire quali segreti militari da tutelare per la sicurezza dello stato si celino in queste 700 fotografie. (Via il Barbiere della Sera)

Insomma, che succede? Che Belpietro, grazie a un suo giornalista, viene a sapere che che Antonello Zappadu ha scattato un sacco di foto che farebbero venire l’acquolina in bocca a decine di giornali, quelli veri.  Nella villa di Berlusconi girano un po’ di tette al vento e sotto le docce di villa Certosa, nulla di particolarmente pruriginoso, pare, nulla di diverso da ciò che i rotocalchi di gossip, in prima fila “Chi”, la Novella 200 del gruppo Berlusconi, pubblicano ogni settimana.

Belpietro, si legge sempre nell’esposto, decide di non acquistare le fotografie. Giusto. Non si puo’ dire che rientrino nella sua linea editoriale. Solo che poi che fa? Fa la spia.

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Contratto: no grazie

Dopo una attenta analisi di contratto e situazione il bloggante ritiene che sia necessario dire NO nel referendum sul nuovo contratto giornalistico FNSI-FIEG in svolgimento venerdì 29 e sabato 30. Argomentiamo le ragioni. Le condizioni di catastrofe imminente che avevano motivano forzosamente l’improvvisa chiusura del contratto si stanno leggermente riprendendo per cui vale la pena … Leggi tutto

Il fatto: giornalismo di fatto

Il conto alla rovescia è cominciato. A settembre, finalmente, avremo un giornale nuovo, libero, tutto nostro”: con queste parole – dal sito di Marco Travaglio – parte la campagna abbonamenti del Fatto, il nuovo quotidiano diretto da Antonio Padellaro e che ha fra i suoi protagonisti lo stesso Travaglio.

Molte le novità che la testata porta con sé: intanto non avrà finanziamento pubblico ma cercherà di stare sul mercato con le sue forze soltanto. “Un giornale eccentrico, rispetto agli altri”, si legge nella presentazione on line: “Un fatto nuovo.

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Il silenzio assordante dei giornali se l’imputato è big spender e la crisi economica non è passata

La notizia: Dolce e Gabbana secondo la GdF devono allo stato 800 milioni di euro
La cattiva notizia: solo il Giornale ha avuto il coraggio di tirare fuori la notizia temendo ritorsioni dai due signori, mentre gli altri direttori non hanno avuto il coraggio di buttare lo stilista in prima pagina.

Ottocento milioni di euro, equamente suddivisi: quattrocento milioni a Domenico Dolce, quattrocento a Stefano Gabbana. È una cifra gigantesca, il conto più salato che il fisco italiano presenta da molti anni a questa parte a una persona fisica: otto volte, per dare un’idea, la megamulta consegnata al recordman precedente, il motocampione Valentino Rossi. E la colossale tegola piomba su due tra gli imprenditori italiani più famosi del mondo, i creatori di una delle griffe di punta della moda made in Italy: gli inventori del marchio «D&G». Secondo la Guardia di finanza, la raffinatezza del sistema architettato da Dolce e Gabbana per fare sparire redditi dalle loro dichiarazioni non ha nulla da invidiare alla raffinatezza delle loro collezioni di moda.

Il rapporto conclusivo del Nucleo di polizia tributaria di Milano è stato inviato nei giorni scorsi alla Agenzia delle entrate, che si occuperà materialmente di attivare la procedura per ottenere dai due stilisti il pagamento della monumentale sanzione. La consegna è avvenuta senza clamori: anche perché sia Dolce che Gabbana hanno dimostrato in passato di non apprezzare questo tipo di esposizione mediatica. Un anno fa, quando a finire nel mirino del fisco fu la loro società, reagirono minacciando di togliere la pubblicità ai quotidiani che avevano pubblicato la notizia. Il che non impedì che la storia facesse il giro del mondo.

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Teaching Copyright: educare ai diritti per stimolare creatività

Via Antonella Beccaria Non c’è bisogno di altre parole per presentare Teaching Copyright, iniziativa targata Electronic Frontier Foundation nata per spiegare a insegnanti e giovani cos’è il diritto d’autore (o, meglio, il copyright anglosassone) e come utilizzarlo per ampliare il proprio margine d’azione invece di farselo ridurre a suon di soperchierie: La fuori c’è un … Leggi tutto

Report e la Gabanelli aprono la scatola del digitale terrestre

Via Adg Informa

Polemica su Report, il programma di Milena Gabanelli in onda su RaiTre. La bufera si è scatenata in seguito alla puntata di domenica scorsa, il 24 maggio, sulle frequenze televisive e l’avvento del digitale terrestre. Si evidenziava come Rai e Mediaset continueranno a dominare il panorama televisivo italiano, nonostante la nuova tecnologia consenta un numero elevato di canali. Nel servizio, “Modulazione di frequenza”, c’erano contributi di: Fedele Confalonieri, presidente Mediaset; Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo; Paolo Romani, vice ministro delle comunicazioni; Corrado Calabrò, presidente Agcom dal 2005; Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni dal 2006 al 2008; Stefano Mannoni, commissario Agcom.

In seguito ad alcune dichiarazioni del vice ministro Romani su documenti riservati forniti da commissari dell’Agcom al giornalista Bernardo Iovene, il commissario Mannoni ha annunciato le proprie dimissioni da vicepresidente del comitato Italia digitale, l’organismo che coordina il passaggio alla televisione digitale terrestre. “Si tratta – spiega Mannoni – del punto di arrivo di un modo di fare del viceministro che tiene in scarsa considerazione le nostre competenze. Non ritengo dunque che vi siano più le condizioni per continuare la collaborazione”. La puntata di Report non ha però solo portato alle dimissioni di Mannoni, ma ha anche avuto un seguito politico.

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Morire sul lavoro alla Saras di Sarroch

Via Luca Sofri

Vi ricordate il documentario “Oil” sulla raffineria di Sarroch, di cui era stato chiesto il sequestro dagli avvocati della società Saras (quella della famiglia Moratti)?
Tre operai sono morti questo pomeriggio intorno alle 14 all’interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari). I tre, secondo le prime informazioni, si trovavano in un ambiente chiuso che si sarebbe saturato di esalazioni tossiche.

Ecco dove si trova il mega impianto della famiglia Moratti

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