Tralasciando la responsabilità, presunta o meno, dell’Ing.Frezza, che non è rilevante ai fini di questa discussione e sulla quale lo studio legale Marazzita & Associati ha già chiarito la sua posizione, prontamente pubblicata nell’articolo incriminato, nella diffida si legge che: «Lo stesso brano, con il medesimo titolo, è stato da Lei pubblicato sotto lo pseudonimo di “Byoblu” in altri siti web, tra cui http://hardcorejudas.tumblr.com, http://umanesimo.tumblr.com, http://gravitazero.tumblr.com, http://aubreymcfato.tumblr.com […] Con riserva di agire per le vie giudiziarie La invito, anche ai sensi dell’Art.8 della Legge n. 47/1948, a rimuovere immediatamente dal suo sito e dagli altri sopracitati il brano, ed a pubblicare tempestivamente la presente rettifica.»
Voilà. La frittata legale è servita! I nostri legislatori, con il DDL Sicurezza, stanno per applicare una legge del 1948, pensata per la carta stampata, al mondo di sessant’anni dopo, dominato dal TCP/IP, dai Feed RSS, dai Blog, dai Trackback, dai Social Network, dai forum di discussione, dalla cache dei motori di ricerca e da mille altre diavolerie. Lo studio legale mi chiede di rimuovere contenuti duplicati da altri, presenti su altre piattaforme, sui quali io non ho alcun potere nè alcuna responsabilità.
Diritti
Il mobbing nasce dagli studi sugli uccelli
Il termine mobbing è stato coniato agli inizi degli anni settanta dall’etologo Konrad Lorenz per descrivere un particolare comportamento di alcune specie animali che circondano in gruppo un proprio simile e lo assalgono rumorosamente per allontanarlo dal branco. In etologia, particolarmente in ornitologia, mobbing indica anche il comportamento di gruppi di uccelli di piccola taglia nell’atto di respingere un rapace loro predatore.
Mobbing è un gerundio sostantivato inglese derivato da “mob” (coniato nel 1688 secondo il dizionario Merriam-Webster), dall’espressione latina “mobile vulgus”, che significa “gentaglia (mobile)”, cioè “una folla grande e disordinata”, soprattutto “dedita al vandalismo e alle sommosse”. Da qui il significato assunse presso le classi sociali più elevate anche una connotazione spregiativa, per cui “mob” era, anche in assenza di azioni violente, equivalente pressapoco all’italiano “plebaglia”.
Africa
Bob Geldof condirettore de La Stampa per un giorno. L’ex cantante irlandese dei Boomtown Rats, diventato paladino della lotta contro la fame e le malattie in Africa e organizzatore di grandi eventi come il Live Aid, lavorerà fianco a fianco con il direttore del quotidiano Mario Calabresi. La missione? Realizzare un numero speciale dedicato all’Africa che uscirà domenica 5 luglio, al quale daranno il contributo protagonisti della scena mondiale, da Kofi Annan all’arcivescovo sudadricano Desmond Tutu, da Bono degli U2 a Carla Bruni, da Tony Blair a Francesco Totti.
“Geldof – racconta Calabresi – passerà domani tutta la giornata in redazione, a fare le pagine, decidere i titoli, scegliere le foto. Geldof lavora per One, un’organizzazione africana di cui fanno parte anche Bono e Desmond Tutu, impegnata soprattutto a fare pressione sui governi dei Paesi più industrializzati perché rispettino l’impegno di combattere la povertà e le malattie.
Il blogger togato fa logout
Fulvio Milone su Lastampa.it Fino a ieri lo hanno chiamato il «magistrato blogger». Da domani Gaetano Dragotto, procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, sarà solo un blogger. Ha deciso di dimettersi dopo che il Csm ha bocciato la sua conferma nell’incarico, mettendo con quella decisione la parola fine a una vicenda che si trascinava … Leggi tutto
La nuova resistenza da internet
Via Lastampa.it «Dai blog ai social network fino al recentissimo, e già quasi invecchiato, sistema twitter, sempre di più oggi l’informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale». Ne è convinto il presidente del Garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti, che nella sue relazione annuale al Parlamento … Leggi tutto
Fermata la Diga Verde
Il Governo Cinese ha deciso di non mettere in atto il filtro per bloccare siti non graditi (Via Federico Rampini)
Alla fine la scadenza ultimativa di questo primo luglio è stata cancellata: i produttori mondiali di computer non sono più obbligati a vendere entro oggi solo dei pc dotati del software Diga Verde, cioè il filtro censorio elaborato da una società cinese legata alle forze armate. Quel filtro, ufficialmente progettato per impedire l’accesso a siti pornografici, in realtà blocca anche la navigazione su siti sgraditi al regime per ragioni politiche.
Che cos’ha pesato di più sul governo di Pechino per indurlo a questo ripensamento?
Le proteste ufficiali dell’Amministrazione Obama contro una misura palesemente protezionista? L’appello congiunto di tutti i big dell’informatica mondiale, anch’essi convinti che la legge li avrebbe messi in svantaggio verso la concorrenza cinese (i produttori locali hanno avuto più tempo per studiare e integrare il software Diga Verde)? Le proteste diffuse all’interno della stessa Cina, nel popolo dei blogger e con la clamorosa iniziativa di un gruppo di avvocati?
La Siae in subbuglio e le major che tentano di fare cassa
L’Assemblea dei rappresentanti degli Associati Siae del 23 giugno, che fra gli altri temi all’ordine del giorno, doveva approvare alcune norme regolamentari necessarie alla gestione e la designazione del Presidente, si è conclusa con un nulla di fatto.
I rappresentanti delle multinazionali musicali e alcuni editori (circa 1/3 dell’intera compagine) al momento di votare le modifiche statutarie, sono usciti dalla sala, facendo così mancare il numero legale, mentre la stragrande maggioranza degli autori e un buon numero di editori italiani erano pronti a procedere alla votazione.
Sembrerebbe che la ragione del contendere non sia tanto quella legata alla gestione della Società, infatti il Bilancio 2008 è stato approvato a maggioranza, senza voti contrari, bensì una ben più urgente e concreta questione di soldi, legata alla ripartizione supplementare di alcuni diritti pregressi.
La guerra civile iraniana è sempre più elettronica
C’è una cosa che Obama e tutto l’Occidente potrebbero fare per i ragazzi di Teheran: approvare misure e mettere soldi per sviluppare le tecnologie di “internet censorhip evasion” (tecniche per aggirare la censura sulla rete e non essere individuati). Detta in parole semplici: la radio Londra di internet, la radio voce della libertà della rete. Alla camera dei rappresentanti il progetto è già stato presentato, e ci sono 50 milioni da spendere per aiutare i popoli del mondo ad aggirare le loro censure. Altrettanto potrebbe fare l’Europa.
Questo detto in generale, perché per “questi” ragazzi di Teheran, per quelli di questi giorni, ora è il tempo della repressione e della fuga. Forse degli arresti e chissà altro. II silenzio è sceso, ma la loro epopea resta e fa discutere l’occidente.
150 anni di carcere per il criminale diabolico
Via Repubblica E’ stato condannato a 150 anni di carcere, la massima pena possibile, Bernard Madoff, il finanziare di 71 anni autore di una delle più grandi truffe della storia. Madoff si è dichiarato colpevole di tutte le 11 imputazioni emerse da uno dei più grossi scandali della storia di Wall Street: le somme da … Leggi tutto