Zopa bloccata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze

E’ stato notificato a Zopa il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione di Banca d’Italia, ha cancellato Zopa dall’elenco degli intermediari finanziari ex art. 106. Come conseguenza immediata Zopa ha sospeso la trattazione di nuovi prestiti e l’ingresso di nuovi Prestatori.

A Zopa Banca d’Italia ha contestato di aver fatto raccolta del risparmio e non semplice intermediazione di pagamenti a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito.

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Grilli, statuti, paure, burosauri politici, liquefazioni

Da domenica ci si chiede a più voci perchè i leader del PD trovano ogni seria e meno seria scusa per fare in modo che Beppe Grillo non si candidi alle primarie. L’unica ragione seria sono certi adempimenti secondo lo statuto, che però i leder PD non citano mai. Il problema è decisamente un altro

Le cose sono a questo punto. Il Pd paga uno scotto altissimo e interminabile al divario plateale fra una buona intenzione e gli inciampi della pratica. Oltretutto, non si può ignorare come il lungo congresso promuova comportamenti di apparato incresciosamente contrari all’investimento originario sulle primarie, tesseramenti democristiani o napoletani: per non dire dei guai già consumati in una quantità di situazioni locali. E con le elezioni regionali che incombono. Del resto qualcosa incombe sempre. Incombe oggi, ieri, il rischio di rinviare l’azione politica a cielo aperto perché si è troppo concentrati a farsi la fototessera nella cabina con le tendine tirate. E incombe la liquefazione del Pd. Anche la sua rianimazione: purché si veda come stanno le cose.

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La difficile strada verso il sindacato 2.0: il caso IBM

Davide Barillari ha cercato strade nuove per il confronto sindacale: ora viene punito arbirariamente; qui l’articolo dal Manifesto, qui il gruppo di solidarietà su facebook

ibmvergognaIBM Italia si vendica e sanziona con 3 GIORNI DI SOSPENSIONE DAL LAVORO E DALLA RETRIBUZIONE il delegato RSU della Flmuniti-Cub Davide Barillari reo di aver denunciato un viaggio premio del management a fronte di un piano con 10mila licenziamenti

Questa e’ la risposta di IBM ITALIA all’unico rappresentante sindacale CUB che svolge, fra mille difficolta’, il ruolo per il quale e’ stato legittimamente eletto.
Davide Barillari, membro del Direttivo Nazionale della FLMUniti/CUB, membro del Coordinamento Nazionale RSU IBM  e rappresentante sindacale dei lavoratori della sede IBM di Vimercate, ha ricevuto un provvedimento disciplinare di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per 3 giorni.

Davide e’ stato fra gli organizzatori di innovative proteste sindacali che hanno sancito la partecipazione di moltissimi lavoratori e lavoratrici IBM: dal primo sciopero virtuale al mondo in SecondLife, alla campagna nazionale contro gli sprechi dei managers IBM di poche settimane fa attraverso Facebook.
Un modo di fare sindacato che da’ fastidio perche’ grazie ai nuovi strumenti di comunicazione e partecipazione…riesce davvero a colpire nel segno. Anche troppo.

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Digitale terrestre: il nuovo che avanza

Da un titolo dulla conferenza sul digitale terrestre svoltasi a Torino Digitale terrestre, è la tivù in chiaro del futuro Ci piacerebbe una proposta di titolo per raccontare il lancio in corso di Nitegate che offre il meglio della produzione hard mondiale, le elettrizzanti vibrazioni dell’universo amatoriale, le passioni più nascoste di esotiche bellezze e … Leggi tutto

Gli italiani, Berlusconi e il conflitto di interessi

Umberto Eco sull’Espresso

Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo ‘robuste’ non c’è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.

Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l’interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?

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La repressione contro Pier Luigi Tolardo

Mario Adinolfi su Europaquotidiano Fino a che punto un blogger può spingersi a criticare on line la propria azienda? Negli Usa ci sono già stati casi di grandi aziende che stilano severe policy su cosa può e non può scrivere sul proprio blog un dipendente e c’è stato già qualche caso di licenziamento per chi … Leggi tutto

L’editoria italiana si finanzia in maniera alternativa

Una riflessione anomina di un collega rende l’idea di come va l’editoria in Italia Da anni le aziende editoriali si stanno “finanziando” attraverso ogni sfruttamento possibile sistematico e scientifico dei collaboratori. Se utilizzassero quelle che sono i compensi minimi per le prestazioni dei giornalisti stabiliti dall’Ordine avrebbero chiuso da tempo. E nessuno ha mai avuto … Leggi tutto

Faccio cose, vedo gente, acquisto pagine

Un indicatore di come stiamo nel mondo dell’informazione in Italia è rapresentato dalla serializzazione dl fenomeno dell’acquisto di pagine sui quotidiano per far valere le proprie ragioni o per far sentire il proprio pensiero. Prima il raggrupparsi in rete di cittadini per comprare una pagina su Repubblica, poi Di Pietro che acquista una pagina dell’Herald … Leggi tutto

Caritas in veritate: il papa comunista

La nuova enciclica del papa è ricca di passaggi pericolosamente comunisti

Dal punto di vista sociale, i sistemi di protezione e previdenza, già presenti ai tempi di Paolo VI in molti Paesi, faticano e potrebbero faticare ancor più in futuro a perseguire i loro obiettivi di vera giustizia sociale entro un quadro di forze profondamente mutato. Il mercato diventato globale ha stimolato anzitutto, da parte di Paesi ricchi, la ricerca di aree dove delocalizzare le produzioni di basso costo al fine di ridurre i prezzi di molti beni, accrescere il potere di acquisto e accelerare pertanto il tasso di sviluppo centrato su maggiori consumi per il proprio mercato interno. Conseguentemente, il mercato ha stimolato forme nuove di competizione tra Stati allo scopo di attirare centri produttivi di imprese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la deregolamentazione del mondo del lavoro. Questi processi hanno comportato la riduzione delle reti di sicurezza sociale in cambio della ricerca di maggiori vantaggi competitivi nel mercato globale, con grave pericolo per i diritti dei lavoratori, per i diritti fondamentali dell’uomo e per la solidarietà attuata nelle tradizionali forme dello Stato sociale.

poi

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