La via cinese per l’internet italiana

Via Cineserie e dintorni

Nel preciso istante della collisione tra il souvenir meneghino e le labbra del nostro presidente del Consiglio, è iniziato in Italia un processo di modernizzazione. Se qualche anno fa qualcuno avesse ipotizzato una virata delle istituzioni italiane verso la politica cinese del controllo mediatico, sarebbe stato additato come un pazzo o un vecchio catorcio stalinista, portatore di povertà terrore e morte, citando fonti autorevoli del nostro ordinamento statale attuale.
Invece sta succedendo ora, e noi non siamo pronti.
La stretta che il ministro Maroni ha annunciato per “le manifestazioni ed i siti internet” sembrano le dichiarazioni di un funzionario qualsiasi della Repubblica Popolare Cinese.

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La pandemia da stress dei lavoratori moderni

Per tutti i lavoratori la vera pandemia moderna è lo stress, un disagio in aumento sul piano globale che raggiunge picchi di contagio nei momenti di maggiore difficoltà economica. In Italia sono già state condotte numerose ricerche, ma negli altri paesi come stanno? E soprattutto qual è la causa principale dello stress? Ora una ricerca condotta da Regus, leader mondiale di soluzioni per gli spazi lavoro ci racconta la situazione nel resto del mondo.

Regus ha commissionato uno studio globale che ha coinvolto oltre 11.000 dipendenti in 13 paesi di riferimento, ai quali è stato chiesto di descrivere l’esperienza lavorativa durante i momenti di crisi economica.

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I cattivi maestri di Facebook

Per quanto da queste parti non si ami per niente Facebook,  Schifani pare non conoscere troppo la Rete. In effetti da tempo l’idea che uno come Schifani sia la seconda carica dello Stato fa venire i brividi. A dare un’idea di quel potrebbe essere il “limite” da imporre ai contenuti che viaggiano in Rete è … Leggi tutto

Ci si muove per la libertà di rete in Italia

Via Enzo di Frenna Piace la mia  idea di usare il corpo fermo e in silenzio, come risposta al golpe digitale pensato dal Governo piduista per imbavagliare la Internet italiana. Ieri ne parlava Repubblica on line qui. Con Alessandro Gilioli, Pippo Civati, l’avvocato Guido Scorza e Luisa Capelli (Meltemi editore) ci stiamo coordinando per una … Leggi tutto

Noi stiamo sempre di più con gli eretici digitali per la libertà in rete

La siuazione della libertà di internet in Italia si va incubendo, noi nel caso stiamo preparando souvenir torinesi per difendere l’espressione in rete.
La parola agli eretici digitali Massimo Russo e Vittorio Zambardino.

Bisogna dirlo con chiarezza: con questi propositi l’Italia si candida a raggiungere il lotto degli Ahmadinejad e dei Castro in fatto di politica della rete. Come  ha detto Casini, le leggi sulla responsabilità personale già esistono e  in una democrazia liberale non verrebbe in mente a nessuno di mettere le mani – in modo preventivo – sulla libertà di espressione delle persone. Anche se non escludiamo che, nel delirio generalizzato di questi anni, possa capitare ad altri governanti democratici. Ma la strada è quella: si toglie alle persone uno strumento di espressione libera a priori, in nome di un “lato oscuro” della rete che viene enfatizzato, equivocato e di cui si ignora la grave responsabilità del potere nella sua nascita. Perché è vero che in altri paesi gli utenti internet sono più pacati. Ma è altrettanto vero che i loro  governanti (e alcuni oppositori) tedeschi o francesi non si sono mai promessi “palle a 300 lire l’una”, non hanno mai invitato  a buttare a mare o torturare gli immigrati, non hanno mai detto di voler strozzare con le loro mani gli autori di una fiction televisiva. La rete, in fondo, da questo punto di vista non è che un ventilatore che rispara in giro il fango che hai buttato dentro.

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10, 100, 1000 souvenir della Mole Antonelliana

La paura che il mondo della rete si pone è di tipo politico, etico e sociale, ma praticamente risolvibile in poco tempo utlizzando server dove la giuristizione birmano – italiana non abbia effetto. Ma i timori e le paure che si cerchi davvero di imbavagliare la rete italiana. Via l’Unità Con buona probabilità al prossimo … Leggi tutto

Berlusconi deve rispettarla non cambiarla

Che cosa ? La Costituzione ! Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nei carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, … Leggi tutto

Lottare via internet per il proprio lavoro funziona

quarto-statoI risultati recenti di molti casi di  singoli o di casi aziendali sono l’ennesimo successo della difesa in rete dei lavoratori.  Attraverso la  lotta in rete gestita da siti che  fanno attivismo e informazione che non riusciva a passare attraverso i filtri perbenisti o anche solo annoiati della stampa old media si ottengono straordinari risultati di tutela dei propri diritti calpestati. La rete, i network sociali, i media fuori da un controllo bottom up sono una straordinaria arma per difendere il proprio lavoro, la dignità del proprio lavoro, la prosecuzione del proprio lavoro da sopprusi e ingiustizie o, se il caso, da datori di lavoro banalmente delinquenziali.

Le informazioni circolano veloci in rete e si è competenti e bravi per gestire la rete e il flusso informativo i risultati sono straordinari. Una volta se un singolo o un gruppo di lavoratori subivano delle vessazioni dovevano subire, rivolgersi ai sindacati, ricorrere alla giustizia ordinaria, cercare spazi non facili sui media. Spesso si doveva subire in silenzio vessati e presi per i fondelli.

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Free Bronkhorst: tentano di sequestrare anche la madre

Il caso di Free Bronkhorst, trentenne olandese, fiorentino di adozione, rinchiuso ingiustamente dall’ottobre scorso nel carcere di Cancun in Messico, dopo aver subito un’aggressione in una discoteca della località balneare dello Yucatan, si arricchisce di un grave fatto di cronaca. Nelle scorse ore la madre del ragazzo, Ana Villaplana è stata rapita da tre malviventi mentre era alla guida di una Mustang per le vie di Cancun. La madre di Free, era stata contattata dalla fidanzata di un altro recluso messicano che aveva trascorso alcune settimane a stretto contatto con Free nell’infermeria del carcere di Cancun.

La ragazza aveva telefonato ad Ana e le aveva chiesto un appuntamento. Ma all’incontro non si era presentata e al suo posto Ana aveva trovato i suoi rapitori. Il rapimento è avvenuto in pieno centro a Cancun. Ana ha tentato di resistere agli uomini che volevano gettarla in un’auto e portarla via, ha gridato a lungo, e ha tentato di svincolarsi dalla stretta degli assalitori. La sua  resistenza ha provocato la reazione di alcune persone che hanno assistito alla scena, molte di queste hanno immediatamente avvisato la polizia. L’auto con Ana a bordo è partita correndo all’impazzata per le vie della città messicana ma è stata quasi subito raggiunta dalle macchine della polizia. Ne è seguito un lungo inseguimento con ripetuti scambi a fuoco, da una parte e dall’altra.

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