Arrestate Scaglia, commissariate Fastweb e Telecom Italia Sparkle

Via Repubblica.it (per aggiornamenti sul tema il blog di Stefano Quintarelli)

Una colossale operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro è stata scoperta dai carabinieri del Ros e dalle Fiamme Gialle: 56 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Ordine d’arresto anche per Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb. Il provvedimento restrittivo, però, non è stato ancora eseguito perché Scaglia non è stato rintracciato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. L’imprenditore, che in una nota inviata alle agenzie di stampa si dice estraneo a qualunque reato, ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda. Indagato anche Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb a partire dal primo novembre 2004.

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Una buona ragione per non bere neppure una goccia di Red Bull

Via Corriere.it

«Buongiorno dottoressa. Il direttore generale la aspetta nel suo ufficio». La voce della segretaria lasciava intuire un certo distacco. Strano. Torni dalla maternità, di solito i colleghi ti accolgono con un sorriso e mille domande. Come va la piccola? Piange? Come ti sei organizzata a casa? Stefania Boleso, 39 anni, marketing manager di Red Bull Italia (multinazionale austriaca presente in oltre 180 Paesi, ndr) non ha voluto ascoltare quel brivido di disagio. Come uno sportivo che si è preparato al meglio, dopo dieci mesi di maternità era stanca di immaginare la gara imminente. Baby sitter assunta a tempo pieno, marito pronto a dare una mano nelle emergenze: meglio scendere in campo e giocare. E allora via, dal capo. «Buongiorno Stefania. Scusa ma… Per motivi di costi la tua posizione non è più prevista». Tradotto: devi andartene. Con le buone o con le cattive. «Non dimenticherò mai quell’attimo — racconta adesso Stefania Boleso —. Erano le dieci del mattino del 30 settembre scorso. E’ stato come essere lasciata dal primo amore».

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I furbetti della trasparenza e la manipolazione dei motori di ricerca

Raccomandare la trasparenza, ma evitare che qualsiasi informazione che deriva dalla sua attuazione sia indicizzata dai motori di ricerca. Questa è la morale – immorale della storia che state per leggere.

Di trasparenza se ne parla da tempo e il buon Brunetta ne ha fatto un suo cavallo di battaglia chiedendo che siano resi pubblici i dati relativi a  curriculum, stipendi, tassi di assenteismo dei dirigenti pubblici e molte altre cose. Una splendida ventata di civiltà per il nostro paese.

In particolare si cita

La legge n. 69 del 18 giugno 2009 (“Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”) impone, all’art. 21, comma 1, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano rendere note, attraverso i propri siti internet, alcune informazioni relative ai dirigenti (curriculum vitae, retribuzione, recapiti istituzionali) e i tassi di assenza e di presenza del personale, aggregati per ciascun ufficio dirigenziale.

Ma c’è qualcosa che non quadra. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una segnalazione da un amico espertissimo di cose di rete che ci consigliava di dare una occhiata  al file robots.txt di molti siti di importanti enti pubblici. Come spiega bene Wikipedia robots.txt è un file creato dai gestori di un sito per imporre ai motori di ricerca, compreso ovviamente Google, delle restrizioni nella indicizzazione delle pagine del proprio sito.  Non è difficile capire la sua sintassi: se per esempio troviamo in robots.txt la direttiva

User-agent: *
Disallow: /pippo/

vuol dire che il gestore del sito comunica a tutti gli spider dei motori di ricerca di non leggere la cartella che si chiama pippo ed i suoi contenuti. Tutto chiaro ? Speriamo di sì, perchè ora dobbiamo vedere degli interessanti casi concreti.

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L’ultima notizia e l’era del vetro

E’ uscito L’ ultima notizia, dalla crisi degli imperi di carta al paradosso dell’era di vetro scritto per Rizzoli da Marco Bardazzi e Massimo Gaggi Dal libro: le 3C introdotte dal web: condivisione, comunità, conversazione le 3C classiche del giornalismo: contenuti, credibilità, creatività Ovunque le redazioni chiudono, i corrispondenti esteri fanno fagotto e tornano a … Leggi tutto

Facebook e le immagini di nudo e altri contenuti sessualmente espliciti

Tutta da leggere l’avventura di Enrico Scarsi con Facebook

“Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita” Invece ti svegli un bel giorno e scopri che il tuo account di Facebook  non è più attivo, i compagni del liceo che avevi rintracciato, le foto del compleanno della tua migliore amica, quel bellissimo video trovato in rete, tutti i tuoi messaggi, tutto sparito !!!

Oppure come nel mio caso, che lo utilizzavo per “ esporre “ il mio lavoro … centinaia di fotografie e più di 4300 “ amici” scomparsi nel nulla ..più di un anno di “ lavoro “ cancellato in un clik. Cosa è accaduto ?? Cosa fare ??? cerchi di capire e trovi la risposta, l’indirizzo di posta elettronica  [email protected]

Bene ti dici, sarà un errore, un fraintendimento … scriviamo una mail e sicuramente il problema sarà risolto velocementi. Intanto ti arrovelli il cervello, quale delle sacre regole di Facebook avrò mai violato ?? avrò chiesto troppe amicizie ?? ma quante sono troppe ?? mandato troppi messaggi ?? una delle mie fotografie sarà stata ritenuta indecente ??

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Una normativa seria sul whistleblowing, il soffiare civile nei fischietti

In questi giorni in cui si rivedono i sintomi di una corruzione pubblica e in cui la crisi permette a manager senza scrupoli e senza controlli di prendere atteggiamenti e provvedimenti al di fuori delle leggi varrebbe la pena di rispolverare uno strumento legale che ha ottenuto buoni risultati nei paesi anglosassoni: il whistleblowing Il … Leggi tutto

La crescita sotterranea del telelavoro

Via Ennio Martignago La mancanza di una disciplina seria e della diffusione del telelavoro è un caso di evidente concorrenza sleale di cartello del top management nei confronti dei propri impiegati. Di fatto il telelavoro è ovunque! A parte l’executive e lo specialista DOC che non hanno un vero ufficio e sono sempre in telelavoro, … Leggi tutto

Acqua pubblica: un bene per tutti

Il Comitato Referendario Sì acqua pubblica ha organizzato un convegno internazionale sul tema dell’acqua pubblica e dei beni comuni, che si svolgerà Lunedì 15 febbraio a partire dalle 9 presso il Circolo dei Lettori. La giornata di studio serve per fare il punto sugli  sviluppi del lavoro della Commissione Rodotà per la Riforma dei Beni … Leggi tutto

Anche dagli USA partono appelli contro lo sfruttamento dei giornalisti

Via LSDI

I giornalisti devono smetterla di partecipare al loro stesso sfruttamento lavorando per una miseria o, peggio, offrendo gratis il loro lavoro. E devono ribadire, tutti insieme, la statura della loro professione. La ragione è semplice: se non danno loro valore a quello che fanno, non lo farà certo nessun altro.

Dovete  dire no a chi vi invita a lavorare per niente promettendo solo il compenso di un vago mettersi in mostra. Inviti che, soprendentemente (o bisognerebbe dire scandalosamente?) vengono da persone che vengono pagate per il loro lavoro da organizzazioni più o meno profit. Invece di un semplice no, però, io direi loro qualcosa come:

Il Giornalismo di qualità richiede addestramento, tempo e tenacia. Sebbene sia facile riempire gli spazi con parole, immagini e video che vengono prodotti velocemente e a basso prezzo, il giornalismo di bassa lega è l’ equivalente delle calorie ‘’sporche’’.

Più calorie sporche consumi e più stai male. Non sarebbe bello per la nostra democrazia – per non parlare della nostra autoconsiderazione di giornalisti – se dovessimo cercare di nutrire la conversazione pubblica a livello locale, statale e federale con l’ equivalente giornalistico di Ding Dongs e McNuggets.

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