Per chi non è mai stato comunista, non è comunista adesso e neppure ha intenzione di diventarlo in futuro, a meno di improbabili sbandamenti cerebrali, il dibattito che si è innestato intorno alla figura del presidente Napolitano è semplicemente lunare. Nel senso che appare così distante da una ragionevole comprensibilità da sembrare paradossalmente un corpo estraneo allo Stato. Eppure niente di così materialmente istituzionale si sta consumando come in questi giorni, in attesa che l’Alta Corte si esprima sul conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale.
Ai cittadini qualcosa però andrà spiegato. Anche perché non capiscono, non ne hanno gli strumenti, meno che mai leggendo le quattrocento righe quotidiane che i protagonisti di questa disfida propinano ai lettori dei loro giornali (Scalfari, Zagrebelsky, Bonsanti, Macaluso, Violante e altri comunisti e non). Sembra esattamente roba loro. Solo roba loro.
Diritti
Assange = Internet
La ragioni dell’accanimento contro Julian Assange non hanno molto a che fare con la personalità dispotica e paranoica dell’uomo, né con le sue scelte di campo. Riguardano invece due pilastri della società occidentale che si scoprono improvvisamente in pericolo: la politica e i media, che del controllo politico sono da sempre estensione naturale.
Per queste ragioni Assange gode di cattiva reputazione e di cattivissima stampa: il fondatore di Wikileaks oggi rappresenta tutto quello che il potere teme di Internet. E anche tutto quello che Internet dovrebbe temere di sé stessa.
Storie di inciuci, tangenti, impianti siderurgici, salute pubblica a Taranto (Puglia, Italia)
Il consulente della procura accusato d’aver intascato una “mazzetta” da 10mila euro. Il responsabile dell’Arpa, Giorgio Assennato, che diventa un obiettivo da “distruggere”. Le ispezioni della Commissione ministeriale che devono essere “pilotate”. Non soltanto inquinava, l’industria della famiglia Riva, ma adottava un sistema volto a eludere i controlli, a condizionare le verifiche, a premere sull’Agenzia regionale, sulla Regione e sul Governo, per non subire danni. Il motore di queste operazioni, secondo l’accusa, è il dirigente dell’Ilva Girolamo Archinà, in grado anche di “ricevere notizie riservate – in quanto coperte dal segreto istruttorio – sull’andamento delle indagini”. Gli indagati ormai sarebbero una dozzina.
Il gip Patrizia Todisco aveva già sottolineato come, tra il 2003 e il 2006, l’Ilva avesse firmato ben quattro atti d’intesa “volti a migliorare le prestazioni ambientali” operando, invece, soltanto un inefficace “maquillage”. Il sistema partiva dall’interno dell’industria: Todisco segnala che quattro responsabili delle aree, “forti del sostegno della ‘proprietà’ e ossequiosi alle indicazioni che ricevevano”, cedevano “alla logica del profitto personale” e reprimevano “ogni rigurgito di coscienza”. Ma nell’informativa redatta dalla Guardia di Finanza si trova anche di più. Man mano che l’inchiesta della procura va avanti, che l’Arpa diventa più esigente, il sistema si muove all’esterno, decide di corrompere il consulente della procura, professor Lorenzo Liberti.
Il silenzio spaventoso dei media mainstream italiani sui depistaggi e sulla corruzione all’Ilva di Taranto
Da quando sono venute alla luce queste notizie sui comportamenti dei manager dell’Ilva di Taranto non casualmente i problemi delle acciaerie pugliesi sono sparite dalle prime pagine dei giornali mainstream. Una volta ci lamentavamo che era colpa di Berlusconi per la scarsa libertà della stampa italiana. Ora la colpa di chi sarà ?
La Procura ha infatti aperto un nuovo fascicolo dopo i dati sul monitoraggio del benzo(a)pirene realizzato da Arpa Puglia. I livelli di emissione nel periodo gennaio-maggio sono triplicati. Archinà lo sapeva: “in via confidenziale” è stato il capo di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, a inviargli con una mail con i dati ancora ufficiosi. Forse l’ex collaboratore della siderurgia ionica sperava che rimanessero tali. La notizia, però, trapela: il sindaco Ippazio Stefàno emana un’ordinanza, l’onda ambientalista cresce, l’opinione pubblica chiede misure. L’ex capo delle relazioni istituzionali dell’Ilva attiva il “sistema Archinà”: il giorno seguente, con Fabio Riva, vice presidente del gruppo dell’acciaio, è già in riunione con Vendola. All’uscita Riva chiama il figlio Emilio e gli comunica che il nuovo piano d’azione è basato sul “vendere fumo”: l’azienda comunicherà di essere disposta a collaborare con la Regione e questa spiegherà che il rapporto instaurato con l’Ilva è l’esempio da seguire anche con le altre grandi realtà industriali del territorio. Intanto Archinà ha raggiunto anche un obiettivo esemplare: “…convocato Assennato… Assennato è stato fatto venire al terzo piano però è stato fatto aspettare fuori…”.
Affanculo la ragion di stato o la paura di crollo del regime: vogliamo chiarezza nei rapporti fra stato e mafia
In questi giorni sta crescendo in me l’inquietudine per il tentativo di ostruzionismo o di silenziamento da parte del sistema omogeneo dei giornali tradizionali e dei partiti sulla vicenda trattative stato-mafia, sulle telefonate fra Mancino e Napolitano e sull’azione di pestaggio morale nei confronti dei giudici di Palermo e Caltanissetta. Per questo al Fatto Quotidiano stiamo facendo una raccolta di firme per uscire dal silenzio e ridare verità e dignità all’Italia e alla sua informazione.
Il punto sulla situazione da Marco Travaglio
Il regime dei Cinque dell’Apocalisse (Quirinale, Avvocatura dello Stato, Procura della Cassazione, Csm e Governo) che assedia la Procura di Palermo può ritenersi soddisfatto. La notizia anticipata dal Fatto sul procedimento disciplinare contro i pm Messineo e Di Matteo, rei del terribile delitto di intervista, ha raccolto l’audience mediatica auspicata: omertà assoluta di politici, giornali e tg. Fa eccezione il Foglio che, per quanto clandestino, fa il suo sporco mestiere: plaude al Pg della Cassazione e lo esorta a radere al suolo la Procura, “luogo di mille abusi”, anche con processi penali per “violazione del segreto istruttorio”.
Il comunicato più stupido dell’anno lo ha fatto il CONI
Mentre tutta l’Italia e il mondo sanno che cosa è successo ad Alex Schwazer Choc doping sugli azzurri nel giorno in cui l’Italia ha conquistato altre tre medaglie. Alex Schwazer, campione della 50 km di Pechino, è stato escluso da Londra 2012 perché positivo all’Epo ad un test anti doping, effettuato il 30 luglio ad Oberstdorf, … Leggi tutto
Umberto Rapetto consulente Telecom
Secondo il Corriere della Sera Dalla Guardia di Finanza alla Telecom, come consulente strategico dell’amministratore delegato Franco Bernabè. Sarebbe questo il nuovo incarico del colonnello Umberto Rapetto, 52 anni, ex comandante del Gat, Gruppo anticrimine tecnologico della Finanza. Come consulente di Bernabè, si occuperà da luglio di scenari digitali e internet.
Il Tg1 dei pannoloni viene assolto dall’Ordine dei Giornalisti
Una vergogna per l’Italia e per l’Ordine dei Giornalisti: vogliamo nomi e cognomi dei consiglieri nazionali che hanno votato per l’assoluzione di Franco Di Mare, conduttore di Uno Mattina
La storia della pubblicità della Fater Spa e di Franco Di Mare, conduttore di Uno Mattina che la lanciava come se fosse un servizio del Tg1, finisce con un’assoluzione. La storia la racconta oggi “Il Fatto”, che l’aveva portata alla luce qualche tempo fa.
Julian Assange chiede asilo all’ambasciata dell’Ecuador a Londra
Secondo Adn Kronos Julian Assange chiede asilo all’Ecuador. Secondo quanto riportano i media britannici, il fondatore di Wikileaks, che nei giorni scorsi ha perso l’ultimo appello alla Corte Suprema britannica contro l’estradizione in Svezia dove e’ accusato di violenza sessuale, e’ entrato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra con l’intenzione di chiedere asilo sulla base della dichiarazione … Leggi tutto
In un libro i rapporti fra aziende, affari, pseudo intellettuali e politica a Torino
Via QP Maurizio Pagliassotti, giornalista “in mobilità” di Liberazione, fa proprio il punto della drammatica situazione torinese nel suo nuovo libro Chi Comanda Torino inserito nella neonata collana di Castelvecchi che ha lo scopo di indagare i centri di potere delle maggiori città italiane. Ad inaugurare la serie è stato, qualche settimana prima, il libro … Leggi tutto
Questa settimana il Governo tratta il problema della riforma degli ordini professionali
Via Editoria.tv Mancano ormai poco più di due mesi alla scadenza, fissata per il prossimo 13 agosto, per l’emanazione del decreto del Presidente della Repubblica con le linee guida per la riforma degli Ordini professionali. Secondo indiscrezioni, il ministero della Giustizia intende portare all’attenzione del Consiglio dei Ministri della prossima settimana un dpr che demanderà … Leggi tutto