Contro il decreto Alfano sulle intercettazioni.

Difendere la libertà di stampa è un dovere di tutti. Il Festival Internazionale del Giornalismo è pronto ad impegnarsi in prima linea: intanto aderisce all’appello per fermare il decreto Alfano sulle intercettazioni. Serve una mobilitazione trasversale, la questione riguarda tutti i cittadini, riguarda la nostra democrazia, la nostra libertà, il nostro diritto ad essere informati.

Per gli studenti delle scuole di giornalismo che non hanno diritti

Su Facebook, via il Barbiere della Sera

Gli allievi delle Scuole superiori di giornalismo d’Italia vogliono far sentire la loro voce sui recenti avvenimenti che hanno colpito la possibilità per molti di noi di svolgere gli stage formativi previsti nei programmi delle Scuole. In seguito alla comunicazione del segretario Fnsi Franco Siddi del 27 aprile u.s. alcune redazioni, con le quali erano stati presi accordi per lo svolgimento dei nostri stage, hanno comunicato in data 29 aprile – dunque pochi giorni prima che iniziassero i tirocini – l’annullamento dei medesimi.

Abbiamo deciso quindi di unirci per esporre la nostra posizione in merito e nel giro di pochi giorni abbiamo raccolto più di 300 adesioni (con il gruppo su Facebook), coinvolgendo gli allievi di 9 scuole.

Allo stato attuale decine di studenti hanno visto i propri stage sfumare all’ultimo minuto e devono quindi cercare in fretta altre destinazioni. Poiché tutto il settore dell’editoria è in difficoltà e le opzioni, se si escludono le aziende in stato di crisi, sono veramente poche, mancano le alternative. Altri ancora aspettano di capire se questo nodo si scioglierà e quando.

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Voglio vivere così

Domenica 16 maggio, al Salone del Libro, Spazio Autori A, alle 10.30, si presenta il romanzo Voglio vivere così – Esistenze negli anni di piombo, Gli uomini e le donne delle prime Brigate Rosse, i poliziotti e i misteri di un Paese in un romanzo di storia contemporanea con l’autore Ansoino Andreassi, già vice-capo della Polizia di … Leggi tutto

Politici a equo canone

Via Enrica Ieri a Ballarò D’Alema ha reagito maluccio alle provocazioni di Alessandro Sallusti, vicedirettore de Il Giornale, per un suo appartamento prestigioso che pagava a l’equo canone. Appena venuta a Milano, più di 13 anni fa, ho visto degli appartamenti stupendi con le finestre affacciate in Galleria Vittorio Emanuele, su in alto (vedere l’immagine). … Leggi tutto

Corsi di giornalismo o venditori di fumo

Via Cronisti.info Hai pagato centinaia di euro per uno pseudo corso di giornalismo, magari on-line? Hai scoperto solo ora che quel corso per diventare cronista non è servito a niente? Raccontaci la tua esperienza anche in forma anonima: finirà nell’inchiesta del Coordinamento giornalisti precari della Campania che sarà presentata venerdì 14 maggio alle ore 10.30 … Leggi tutto

Il cda di Eutelia e i suoi lavoratori in corteo

Via Il Mesaggero

Lancio di monetine, sputi sulle auto, urla “ladri ladri”. È finita così la manifestazione della rappresentanza di lavoratori di Agile e Eutelia che protestava davanti all’hotel Minerva di Arezzo dov’era in corso l’assemblea dei soci e il cda dell’Azienda.

Ingiurie e sputi sono toccati ad un socio proveniente dalla Repubblica di San Marino, il primo a uscire dall’albergo e a imboccare il cancello d’uscita dal parcheggio prima che la polizia creasse un corridoio protetto. I manifestanti hanno appoggiato sui finestrini del suo suv i volantini con gli slogan e le loro storie: “Sette mesi senza stipendio”, “Ci avete rubato il futuro”, “Siamo senza presente, senza Cassa integrazione e senza mobilità”.

Poi, in corteo, sono usciti tutti gli altri soci, compresi i componenti della famiglia Landi che hanno fondato la società, anche oggi non la gestiscono più. I sindacati hanno confermato che il 26 maggio Eutelia è stata convocata in tribunale ad Arezzo per una verifica sulla solvibilità a fronte di eventuali sanzioni o condanne.bLa protesta andrà avanti anche domani, Primo Maggio davanti alla sede della società in via Calamandrei.

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Una professione da rifondare

Via OnLyon

Ci rifletto da giorni. Uno sta a studiare per diventare giornalista e poi si vede scavalcato da quello col cognome figo. Deve averlo pensato il ragazzo – un po’ provocatore – che domenica ha assistito alla tavola rotonda sui giovani e sul precariato al Festival del Giornalismo. C’era Claudio Cerasa, firma nota perché leggo il suo blog su il Foglio. Cerasa è caporedattore del giornale di Giuliano Ferrara. Cerasa è del 1982 e ha 28 anni. Claudio Cerasa – s’è scoperto grazie a questo ragazzo un po’ provocatore – dà buoni consigli su come entrare in una redazione, ma è figlio del caporedattore delle pagine romane di la Repubblica.

Nulla contro i figli di papà. Penso che anche loro abbiano bisogno della loro chance. E nulla contro Cerasa. Però non vorrei diventare anche io un provocatore perché – a un certo punto -mi ritroverò scavalcato, o perché mi ritroverò come collega un incompetente dal cognome che “mi suona già qualcosa”. I segnali ci sono tutti. L’ambiente è malato, lo si dice, sembra un cliché, ma è vero e nessuno fa niente. (Anzi, piuttosto si cercano maniere di limitare l’accesso alla professione di chi studia e fa il praticantato, vero caro sindacato nazionale dei giornalisti? Vero Franco Siddi?)

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Milano: arrestato famoso gallerista per sevizie e abusi su minori

Via Corriere.it

Francesco Tadini, noto gallerista milanese 50 enne figlio del pittore Emilio Tadini, è stato arrestato con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali con una minorenne in cambio di denaro e di detenere un ingente quantità di materiale pedopornografico, foto e video, tra cui anche immagini di bambini seviziati, torturati, legati con funi e costretti ad atti sadici. Il 17 febbraio scorso Tadini era stato interrogato per oltre due ore in Procura, a Milano, perché indagato con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione minorile nell’ambito di un’inchiesta del pubblico ministero Antonio Sangermano sullo sfruttamento di giovani ragazze straniere. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il gallerista avrebbe avuto rapporti con prostitute minorenni e, a suo carico, ci sarebbero anche alcune intercettazioni telefoniche che dimostrerebbero la sua volontà di avere incontri con bambine.

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Lo sporco che cola del giornalismo italiano

Sarebbe importante che si iniziassero a fare i nomi degli stfuttatori, che sono ad oggi molto più frequenti nei media tradizonali e che spesso restano impuniti per le omertà di giornalisti o sindacalisti complici. E così la credibilità di giornalisti ed editori finisce ai minimi storici. Si potrebbe dire l’omicidio di massa per ingordigia del sistema dell’informazione italiana. Via Larepubblicaceglistagisti

Ho 26 anni e il giornalismo è la mia grande passione: compro cinque-sei quotidiani ogni giorno, leggo di tutto e mi informo su qualsiasi argomento. Se potessi lavorare per Report vedrei avverarsi un sogno. Per diventare pubblicista, ho accettato di pagarmi da sola i contributi scrivendo per un blog online con incarichi da freelance ufficialmente retribuiti. In realtà, il mio direttore mi rilascia le ritenute d’acconto e io gli restituisco i soldi in contanti. Ovviamente non ho nessuna retribuzione: di fatto, pago in tasse circa 160 euro ogni sei mesi e in più lavoro gratuitamente per scrivere gli 80 articoli in 2 anni richiesti dall’Ordine del Lazio

Come sono arrivata a questo punto? La mia storia è semplice: mi sono laureata nel 2007 alla facoltà di Scienze umanistiche della Sapienza di Roma. Avevo già in mente l’obiettivo del giornalismo, ma ho voluto evitare la laurea in scienze delle comunicazioni perché è considerata un po’ un “parcheggio” e perché qui a Roma c’erano già migliaia e migliaia di iscritti con lezioni tenute nei cinema. I miei sono della provincia, quindi ho anche i problemi e le spese di chi vive fuori sede. Dopo la laurea mi sono messa in cerca di annunci da parte di giornali disposti a pagare le ritenute d’acconto per diventare pubblicista. Ho trovato soltanto un quotidiano che però non pagava gli articoli, neanche in nero: ne ho approfittato per fare più o meno un anno di pratica in redazione, a titolo totalmente gratuito, e nel frattempo mi sono cercata uno stage. Sono stata tirocinante in una grande emittente televisiva per circa 6 mesi, dove mi sono occupata dell’ufficio stampa di una trasmissione d’informazione, poi sono stata per qualche altro mese in una radio della capitale, e infine ho iniziato uno stage in un’agenzia stampa. Me ne sono andata subito, però, perché ormai avevo capito l’andazzo ed ero proprio stufa: anche qui facevano moltissima leva sul lavoro dei ragazzi, chiedendoci di lavorare per nove ore al giorno, il tutto senza nessuna retribuzione o rimborso spesa, neanche i ticket per la mensa.

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