Gli editori smascherati o quasi: si fa largo l’idea di non dare finanziamenti a quelli che fanno i furbi

Oggi è stata presentata all’Ordine Nazionale dei Giornalisti una semplice ricerca su quanto sono pagati e sfruttati i giornalisti freelance da alcune testate nazionali. La ricerca riporta i compensi lordi pagati dalle testate, quando disponibile i tempi di pagamento e il contributo statale annuale alla testata. La ricerca non riporta nessun dato relativo a testate piemontesi dove evidentemente non esistono irregolarità o molto più facilmente nessuno ha avuto il coraggio di raccontarle.

Durante la presentazione è stata rilanciata l’auspicabile idea, che deve diventare legge, che non ricevano sussidi gli editori che hanno compiuto azioni illegali di sorta per sfruttare i giornalisti.

Un bollino blu” per dire all’opinione pubblica che quelle testate rispettano il lavoro dei giornalisti. E’ la proposta che Giorgia Meloni, ministro per la Gioventù, ha lanciato nella sede dell’Ordine nazionale in occasione della presentazione della ricerca “smascheriamo gli editori”, conclusione di un precedente studio messo a punto dal gruppo dei free lance nell’aprile del 2009.

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La piaga dei falsi corsi da giornalisti

Via l’Espresso

Diventare giornalisti in un giorno. Lo promette una locandina in bella mostra in un bar lungo la centralissima via Roma, sospesa tra i Quartieri Spagnoli e i Palazzi del potere napoletano. Prezzo modico: solo 50 euro «per le pratiche di segreteria». Ai formatori bastano – dicono loro – quelle poche ore per capire chi è più dotato, chi potrà cioè accedere al corso vero e proprio, a numero chiuso. «Un’occasione irripetibile: la mia occasione», pensa il giovane studente appena diplomato: due anni, 35 ore settimanali, teoria e pratica, soprattutto la pubblicazione degli 80 articoli per iscriversi all’albo dei pubblicisti. Tremila euro e nemmeno all-inclusive. Perché non solo non si viene pagati per i servizi pubblicati su una testata collegata alla scuola di formazione, com’è invece buona norma. Ma bisogna sborsare di tasca propria la ritenuta d’acconto, cioè le tasse da versare all’erario per dimostrare di aver percepito reddito per quelle prestazioni. Altrimenti, addio iscrizione all’Albo dei pubblicisti.  È una delle tante proposte che a Napoli offrono corsi full-immersion, semestrali o biennali ai tanti giovani che inseguono il sogno di diventare cronisti.

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I browser che lasciano in giro le nostre impronte digitali

Via Electronic Frontier Foundation New research by the Electronic Frontier Foundation (EFF) has found that an overwhelming majority of web browsers have unique signatures — creating identifiable “fingerprints” that could be used to track you as you surf the Internet. The findings were the result of an experiment EFF conducted with volunteers who visited http://panopticlick.eff.org/. … Leggi tutto

Internet è informazione a Bari

Via Xcitta Bari “L’Osservatorio pugliese della proprietà intellettuale concorrenza e consumo digitale (Oppic), la Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”, W-Labs e il Centro Studi informatica giuridica di Bari sono lieti di invitarvi alla tavola rotonda sul tema ‘Internet è informazione. Tra libertà e controllo nell’era della rete’ il 22 maggio alle 11 presso la … Leggi tutto

Agile ex Eutelia: i lavoratori chiedono un tavolo di confronto

Via Zipnews

Incontro questa mattina in Regione, tra il vicepresidente e assessore al Lavoro, Roberto Rosso, l’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Massimo Giordano e una delegazione di lavoratori dell’Agile.

Questi ultimi hanno chiesto la riconvocazione di un tavolo di confronto nazionale, ribadendo che, dal loro punto di vista, solo un gruppo di lavoro coordinato dal Governo potrà affrontare la questione della ripartenza dell’azienda e della riapertura delle commesse pubbliche.

UPDATE: il comunicato dei lavoratri Eutelia dopo l’incontro

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Le bozze del codice di autodisciplina di internet

Via Guido Scorza

Lo scorso 12 maggio il Ministro degli Interni Maroni ed il Viceministro alle Comunicazioni Romani hanno presentato agli operatori internet il testo della loro “Bozza definitiva” di “Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona sulla rete Internet” nonché quella del relativo “Protocollo d’intesa”.
Si tratta della prosecuzione dell’iniziativa già lanciata, nel dicembre dello scorso anno, dal Ministro Maroni, a seguito dei fatti di Piazza del Duomo a Milano: ieri come oggi, l’idea del Governo è quella di affiancare alla disciplina vigente una nuova regolamentazione capace di prevenire la commissione di illeciti a mezzo Internet e/o rimuoverne gli effetti.

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Le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti 2010 in Piemonte: operazione trasparenza

Domenica 23 maggio 2010 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, del Collegio dei revisori dei conti e dei consiglieri nazionali. Il 30 maggio si terranno eventuali ballottaggi. Analoghe elezioni si svolgeranno nei diversi ordini regionali italiani. Per maggiori informazioni logistiche basta dare un’occhiata al sito dell’Odg piemontese.

Il sistema dell’informazione italiana prevede ad oggi l’Ordine dei Giornalisti normato dalla legge 69 del 1963. Si tratta di un ordine professionale che nasce con una funzione sociale, per tutelare i cittadini per una migliore informazione e per vigilare sull’operato dei giornalisti. Le leggi che definiscono la funzione dell’Ordine rispetto a giornalisti, informazione e cittadini sono delle buone leggi nei loro intenti. Non si tratta di leggi fasciste come si dice impropriamente a volte. Nel 1963 fino a prova contraria il regime fascista era morto da tempo.

Le leggi sull’informazione in Italia sono delle buone leggi. Probabilmente andrebbero aggiornate dato che il quadro sociologico, economico e tecnologico è drasticamente cambiato. Il problema è che le leggi in questione vengono spesso male applicate o non applicate per nulla. Così l’Ordine è diventato un sistema autoreferenziale chiuso, e avulso, al mondo esterno. Un luogo  in cui i giornalisti si dimenticano che esistono i cittadini e il mondo esterno. Per curare interessi collettivi e privati dei giornalisti esiste correttamente un sindacato, anzi due, ma è un’altra cosa. Per tutte queste ragioni l’immagine sociale dei giornalisti è ai minimi storici.

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Saviano, Ciccone, Fede a Radio Radio

L registrazione audio del tentativo di talk show radiofonico sul caso Saviano con Arianna Ciccone ed Emilio Fede a Radio Radio

[audio:http://www.pasteris.it/download/audio/saviano-ciccone-fede.mp3]

Update: Via Agoravox

Oggi Arianna Ciccone si è confrontata con Emilio Fede a Radio Radio sulla questione Saviano. Il direttore del Tg4 si è prodotto nelle seguenti affermazioni (potrebbe esserci qualche imprecisione nella forma dettata dalla trascrizione in tempo reale dell’audio originale, ma non nella sostanza):

Verso una carta dello stagista in redazione

Via AGSP

Le polemiche in atto tra Ordine dei Giornalisti e Fnsi sulla questione degli stage nelle aziende in stato di crisi ci inducono ad alcune riflessioni. Come ex allievi della Scuola di giornalismo di Perugia sappiamo bene che i praticanti in stage nelle redazioni non possono in alcun modo sostituire i colleghi che lavorano nelle aziende editoriali né tantomeno devono essere utilizzati come manodopera a costo zero per evitare il ricorso a sostituzioni ferie e malattia da parte degli editori. Ma la partecipazione a stage nelle redazioni di grandi e piccole testate rimane per noi un’attività formativa fondamentale che consente ai colleghi più giovani di acquisire quel bagaglio di conoscenze professionali e deontologiche che li renderà giornalisti più preparati, più sicuri, più consapevoli, ed in definitiva, più liberi.

Non è dunque negando ai colleghi che si affacciano al mondo del lavoro la possibilità di accedere ad una formazione più completa ed efficace che si risolvono i problemi dei colleghi che perdono il posto di lavoro o che vengono messi in cassa integrazione, anche perché quegli editori che vogliono “dribblare” le regole già utilizzano – e potranno continuare a farlo – stagisti provenienti da corsi universitari non riconosciuti dall’Ordine, o addirittura giovani (e meno giovani) non contrattualizzati né tutelati in alcun modo.

Il punto è un altro, ed è il rispetto delle regole, che solo può evitare la guerra generazionale, quella dei “giovani” contro “vecchi”, dei tutelati contro i non tutelati, degli stagisti e dei contrattisti a termine contro gli espulsi dal mercato del lavoro. Crediamo che sia compito degli organismi di categoria, a cominciare dai Cdr, fino alle Associazioni di Stampa, alla Fnsi, all’Ordine, e persino alle stesse Scuole di giornalismo, far rispettare le regole che già ci sono per consentire che l’accesso alla professione non si risolva in una guerra “tra poveri”. Pensiamo però anche che le regole per l’accesso alla professione giornalistica possano essere definite più chiaramente in modo da evitare in futuro scontri e confusione.

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Una ricerca per smascherare gli editori disonesti

Sperando che la ricerca sia stata fatta con correttezza ed onestà senza omettere nulla Quanto paga Il Foglio i suoi collaboratori? Quanto Il Giorno? E quanto la Nazione, Il Giornale di Sicilia, il Gazzettino, la Sicilia, La Gazzetta di Parma, Il Piccolo, Il Mattino, Il Quotidiano della Calabria, Il Riformista, la Repubblica, il Corriere Fiorentino … Leggi tutto