Ha atteso tanto prima di parlare al giudice e ieri ci è riuscita. “Valeva la pena di ingrandire in modo sproporzionato un conto in banca? Valeva la pena che a Casale morissero 1600 persone?”, si è chiesta davanti a magistrati, avvocati e pubblico. Al maxi-processo Eternit, Romana Blasotti Pavesi, 81 anni, presidente dell’Associazione familiari delle vittime dell’amianto, ha testimoniato dopo tante udienze passate fuori dall’aula, per via della norma che vieta ai testimoni di assistere al processo fino al momento del loro interrogatorio. E per lei, che per decenni si è battuta vedendo morire parenti e compaesani, era uno strazio stare fuori, nel corridoio, e non poter far niente in attesa del 12 luglio, giorno in cui era fissata la sua udienza.
Ha ricordato i cinque parenti morti: il marito Mario, dipendente Eternit, la sorella Libera, il nipote Giorgio Malavasi, la cugina Anna Borsi, morta in Slovenia, dove c’era un’altra fabbrica dell’Eternit, e infine la figlia Maria Rosa. Di questi, solo il marito lavorava nel cementificio, mentre gli altri sono venuti a contatto con la fibra killer in altri modi.
Diritti
Il kit anticensura di Reporters sans frontières
L’idea è venuta dopo gli arresti a raffica di blogger durante le proteste in Iran. Senza contare i dissidenti cinesi pedinati, perseguitati, incarcerati per aver mandato una mail di troppo. Cosi’ è nato il kit per navigare «sicuri» su Internet. E in maniera del tutto anonima. E’ la nuova iniziativa di Reporters sans frontières a disposizione di dissidenti politici, giornalisti e blogger in Paesi a rischio, dove la censura è sempre in agguato. Obiettivo: inviare articoli, dati, racconti in presa diretta senza essere intercettati.
L’organizzazione internazionale, nata a Parigi per difendere la libertà di informazione, ha messo a punto il kit, dal nome «rifugio anticensura», assieme a una società, Xerobank, specializzata in sicurezza informatica, che ha sede a Panama. Questa assiste già banche, imprese e ambasciate per fornire loro connessioni a prova di interferenze e di attacchi informatici. Il nuovo servizio sarà fornito gratuitamente, in collaborazione con Reporters sans frontières. «Operiamo nel campo commerciale, ma possiamo permetterci anche qualche attività filantropica – ha sottolineato Bruno Delpeuc’h, responsabile per l’Europa di Xerobank -. Molti di noi hanno un passato da militanti in qualche associazione. Abbiamo conservato uno spirito libertario».
Anche a Torino il primo luglio si manifesta contro tagli e bavagli
Giovedì primo luglio dalle 17 alle 19 in piazza Castello a Torino l’Associazione Stampa Subalpina organizza un presidio a sostegno della battaglia della Fnsi contro la Legge Bavaglio per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto … Leggi tutto
30 anni fa la strage di Ustica
Venerdì 27 giugno 1980 nel cielo tra le isole di Ustica e Ponza cadeva in mare un DC-9 dell’Itavia su cui persero la vita 81 persone.
Per Stallman Apple è il vero nemico
Via Lastampa.it “Apple? È molto più subdola di Microsoft. Inganna la gente, facendole credere di essere “cool”, quando in realtà sta rinunciando alla propria libertà”. Parola di Richard Stallman, guru del software libero, e fondatore dellla Free Software Foundation, in Spagna per un ciclo di conferenze. Da sempre critico verso i programmi dell’azienda di Bill … Leggi tutto
Le indagini sugli affari segreti di Eutelia
Salvatore Mannino su La Nazione
Il triangolo no, Renato Zero non l’aveva considerato. Ma la vecchia gestione di Eutelia, quella che faceva capo alla famiglia Landi, sì, almeno secondo le accuse che martedì prossimo saranno presentate nell’udienza preliminare davanti al Gip, la principale delle quali si avvia ad essere la bancarotta fraudolenta, il reato in cui sono sfociate, dopo il fallimento, le vecchie contestazioni di appropriazione indebita e falso in bilancio. Sono ipotesi, quelle del Pm Roberto Rossi, che traggono origine da un certosino lavoro di ricostruzione dei movimenti finanziari del gruppo, delle telefonate intercorse fra dirigenti e membri della famiglia Landi, di rapporti fra società estere riconducibili di fatto agli imputati, svolto dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e sfociate in un dettagliato rapporto di servizio di ben 107 pagine. E’ un atto non più coperto dal segreto istruttorio dopo il deposito degli atti seguito all’avviso di chiusura indagini. “La Nazione” è in grado di anticiparne alcuni stralci.
Donne in rete
Mercoledì 30 giugno, alle 20.30, nella Sala Roccati al Circolo della Stampa in corso Stati Uniti 27 a Torino, è in programma Donne in rete, incontro delle giornaliste del Piemonte. Confronti tra professione e vita privata: come uscirne vive? L’altra metà del cielo del giornalismo si interroga e propone strategie.
Rete richiama i concetti di relazione, stare insieme, incontrarsi e condividere risposte ai problemi. Le condizioni di lavoro delle giornaliste sono molto diverse dal punto di vista economico, contrattuale, della posizione professionale, ma restano difficoltà comuni. Sempre più donne entrano nella professione: tuttavia, resta profondamente “maschile” per i tempi, totalizzanti e sregolati, per organizzazione del lavoro e per il persistere di pregiudizi discriminatori.
Picchiata dal capo perchè chiedeva solo un contratto
“La mia prima esperienza di lavoro? In una parola, traumatizzante”. A parlare è Veronica, 25 anni, torinese che nella vita lavora nel campo della grafica e dell’illustrazione. Due anni e mezzo fa il primo impiego presso un piccolo editore locale. “Ho lavorato circa sei mesi, da maggio a ottobre. Cinque ore al giorno e seicento euro al mese”. In nero, senza cioè alcun tipo di contratto.
Una storia che si ripete per settimane, con promesse mai mantenute. “Ogni mese mi assicurava che mi avrebbe regolarizzato, ma le settimane passavano e di un contratto manco l’ombra. Forse scocciato dalle mie continue richieste, un bel giorno d’ottobre l’editore decide che non ha più bisogno di me e mi licenzia. Eravamo alla fine del mese e dunque volevo almeno farmi pagare. In tutta risposta si è imbestialito, mi ha preso per un braccio, tirandomi su di peso e facendomi cadere su una sedia lì vicino. Gli ho chiesto di non mettermi le mani addosso, ma lui mi ha letteralmente sbattuto fuori dalla porta”. Oltre al danno, anche la beffa: la ragazza non ha visto una lira.
Libera Rete il primo luglio
Via Valigia blu Giovedì 1 luglio – in occasione della manifestazione nazionale promossa dalla FNSI per la libertà di informazione – la rete delle micro web tv, dei portali iperlocali, delle web tv e web radio d’università, dei blog e videoblog, delle piattaforme online create dal basso rilancia online una maratona “a rete unificata”. L’evento … Leggi tutto
A Pomigliano 62,2% sì, 36% no
Via Lastampa.it Vince ma non sfonda il sì al referendum che si è svolto oggi allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco: un voto che è servito ai lavoratori per esprimere il proprio consenso o meno all’intesa siglata lo scorso 15 giugno tra la Fiat e la sigle sindacali, eccetto la Fiom. I sindacati si dicono … Leggi tutto
Incursione in casa di Silvia Resta
Preoccupazione a Roma per una «incursione » di ignoti in casa di Silvia Resta, giornalista de LA7 che si occupa di inchieste sulla criminalità organizzata. La sua abitazione è stata rovistata da cima a fondo da sconosciuti malviventi che si sono introdotti nell’appartamento mentre non c’era nessuno.
Venerdì sera la giornalista ha trovato la porta di ingresso scardinata, ha chiamato la polizia e ha presentato una denuncia formale. Gli agenti della Digos hanno constatato che non mancano oggetti di valore. Quelli rinvenuti non sono stati portati via. Gli strani ladri hanno svuotato armadi, cassetti, librerie e hanno esposto in massima evidenza un libro sul disastro aereo di Ustica e la locandina della presentazione di un recente libro-inchiesta della stessa Silvia Resta sulla strage mafiosa di via dei Georgofili: «La bomba di Firenze – Fantacronaca delle stragi del ’93». Nei giorni precedenti la giornalista aveva denunciato una analoga intrusione nella sua automobile: qualcuno aveva rotto un vetro, era entrato, aveva rovistato, ma non aveva portato via gli oggetti di valore trovati.
Falsi contratti di Iride per luce e gas
Continuano i tentativi di truffa sul mercato dell’energia, via Marco Accossato su Lastampa.it
In via Vandalino la chiamano, semplicemente, «truffa». Due giovani promotori – un ragazzo e una ragazza – hanno bussato nei giorni scorsi alle porte di una palazzina al numero 23, sostenendo di dover rilevare per conto di Iride Mercato i dati dei contatori e delle bollette di luce e gas «in vista di una prossima unificazione e automazione del servizio di lettura a distanza dei consumi». Grandi sorrisi, modi gentili, e il cartellino «Iride» appeso alla camicia.
Su un modulo prestampato i due hanno annotato codici di bollette e contatori, poi hanno chiesto una firma che nascondeva in realtà la sottoscrizione di un nuovo contratto per la fornitura unica. Un passaggio da Eni o Sorgenia a Iride Mercato. Gas ed energia insieme.