Ero seduto anch’io sul palcoscenico della Fenice di Venezia, sabato sera, quando d’improvviso abbiamo visto illuminarsi la faccia di Bruno Vespa: “Assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo ‘Acciaio’, e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso decolletè”. Non pago, quando s’è ritrovato al fianco la giovane scrittrice vestita di chiffon, Vespa ha indugiato sul tatuaggio che ne orna una spalla, gliel’ha cinta e –rivolto alla platea degli industriali veneti promotori del Campiello- ha soggiunto: “La sto toccando e vi assicuro che nonostante il grande successo già conseguito, vibra ancora d’emozione”.
A quel punto ho incrociato lo sguardo con quello allibito di Michela Murgia, la trionfatrice dell’edizione 2010, seduta accanto a me. Con la sua autorizzazione, riferisco l’istintivo commento sussurratomi dall’ottima autrice di “Accabadora”: “Ma come è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso!”.
Il cambio in corsa di contratti per Federmeccanica
Via Repubblica Dopo la decisione di Federmeccanica di recedere dal contratto nazionale dei metalmeccanici siglato nel 2008, la CGIA di Mestre ha verificato i numeri e le conseguenze che questa decisione avrà su tutto il mondo imprenditoriale del settore. Dall’analisti è emerso che a fronte di poco più di 120.000 imprese dell’industria metalmeccanica presenti sul … Leggi tutto