Il contrattacco di De Bortoli al Corriere

De Bortoli ha deciso di rispondere all’attacco ricevuto da una parte degli azionisti del Corriere Via Il Fatto Quotidiano

Al Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli reagisce alle pressioni dei suoi azionisti, Fiat in testa, e denuncia “assai seri fatti accaduti recentemente, in casa nostra”. Ai giornalisti che ascoltavano la comunicazione del direttore in un incontro che si è tenuto ieri in via Solferino (con la redazione romana in collegamento) è parso evidente il riferimento alla lettera di protesta partita da John Elkann (casus belli gli articoli critici di Massimo Mucchetti), presidente di Fiat e secondo azionista della Rcs, che due giorni fa è anche andato di persona nella sede del giornale.

De Bortoli se la prende con un “establishment economico e finanziario [che] mostra di gradire poco le voci libere e le critiche: preferisce gli amici e i maggiordomi”. E nel consiglio di amministrazione della Rcs Quotidiani, che edita il Corriere, i membri dell’establishment ci sono tutti: da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli a Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera. Il direttore, tornato a guidare il giornale nel 2009 grazie soprattutto all’accordo tra Bazoli e Geronzi, sceglie di legare i suoi due problemi principali: i rapporti con la proprietà e la riorganizzazione del giornale, che è ancora in stato di crisi, chiedendo ai giornalisti di votare in un referendum “sul piano editoriale, sul piano di mediazione e sulla fiducia al direttore”. Se vince, sarà più forte davanti alla proprietà e potrà attuare il piano di riordino del Corriere, se perde lascia. Una prova di forza che, stando alle parole del direttore, sembra indispensabile. Ma che a molti redattori ricorda il “ricatto” denunciato dalla Fiom a Mirafiori, nel referendum chiesto da Sergio Marchionne.

Leggi tutto

Public domain day 2011 a Torino

Il centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino ha organizzato sotto la Mole per sabato 22 gennaio un momento in cui celebrare la disponibilità e la liberazione di una fetta di cultura dai vincoli del diritto d’autore. Un’attenzione particolare sarà dedicata a due grandi autori scomparsi nel 1940: Vito Volterra, grande matematico … Leggi tutto

Il 23 gennaio scade il termine per i ricorsi dei precari

Via L’Unità

Conto alla rovescia per i precari con contratto a termine scaduto per poter presentare ricorso contro il datore di lavoro nel caso ritengano di aver subito un’ingiustizia. Scade infatti domenica 23 gennaio il termine fissato dal collegato lavoro per poter impugnare il licenziamento e passata questa data si perderà definitivamente ogni diritto per tutto il periodo retroattivo. Gli interessati sono tra i 100 e i 150mila secondo la Cgil che ha contrastato la norma fin dalla sua approvazione, due mesi fa, definendola, non a caso, «legge tagliola».

È una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro – torna a dire il segretario confederale Fulvio Fammoni – ma è soprattutto una norma, quella dei 60 giorni, che colpisce i lavoratori precari che attendono un eventuale rinnovo». Una norma «sbagliata e ingiusta, con vizi di costituzionalità», a cui si aggiunge la gravità della retroattività che, accanto alla brevità del tempo a disposizione (60 giorni dall’entrata in vigore) avrebbe richiesto una campagna per informare gli interessati, per portarli a fare una scelta consapevole tanto più che chi è precario subisce già molti condizionamenti. Invece nulla. Silente il governo, molto impegnato a tener testa alle Ruby di turno.

Leggi tutto

La scure degli editori si abbatte sui freelance e sulla legalità

Documento della commissione lavoro autonomo per il congresso Fnsi Via Refusi: Oggi in Italia essere giornalisti freelance non è quasi mai una libera scelta, e spesso è solo una costrizione, a causa di condizioni di mercato che raramente offrono la possibilità di assunzioni o prospettive di stabilità e a volte spingono all’apertura – controvoglia – … Leggi tutto

Nel refererendum dei lavoratori Fiat a Mirafiori ha vinto il sì dopo un lungo testa a testa

Il referendum fra i lavoratori del Lingotto per la ratifica dell’accordo con Fiat ha visto vincere il Si di poche centinaia di voti. Quando manca ancora lo scrutinio di un seggio, sospeso per il malore di uno scrutatore, il Si sta vincendo con il 54% contro il 46% del No. Le operazioni di scrutinio iniziate … Leggi tutto

Libera stampa in libero stato … o forse no ?

Dagospia sostiene che Momenti difficili al Corriere della sera. Una parte degli azionisti rappresentati nel cda della Rcs Quotidiani, secondo quanto risulta a Radiocor, non condivide alcune scelte editoriali della direzione del quotidiano. Tanto da immaginare la richiesta formale di una verifica. Le espressioni di Sergio Marchionne durante la presentazione del piano al Lingotto … … Leggi tutto

Una lettera da un gruppo di italiani all’estero sul caso di Mirafiori

Via Indipedia “Siamo un gruppo di italiani sotto i 40 anni che vivono e lavorano all’estero, ma che continuano ad avere contatti diretti con l’Italia a cui ci legano affetto e nostalgia, accompagnati dalla rabbia di vederlo in costante declino. Nessuno di noi si è finora impegnato direttamente in politica, pur essendo simpatizzanti per la … Leggi tutto

Wikileaks e l’aria maccartista negli USA

Via Pino Bruno

Joseph McCarthy da Wikipedia

Tira una brutta aria maccartista, negli Stati Uniti del democratico Barack Obama. La guerra fredda non c’è più, ma i metodi restano gli stessi. Sembra che Wikileaks e chi fa controinformazione siano diventati più pericolosi dei terroristi. Le pressioni su Twitter ( e forse su Facebook e Google) per consegnare dati personali e messaggi privati dei collaboratori di Julian Assange sembrano sinistri avvertimenti nei confronti delle centinaia di migliaia di cittadini che, in tutto il mondo, hanno solidarizzato e solidarizzano con Wikileaks, in difesa del diritto all’informazione.

I fatti: una corte federale della Virginia ha ordinato a Twitter di rimettere al Dipartimento di Giustizia statunitense tutta la corrispondenza privata transitata sul social network. La consegna è stata notificata da Twitter agli utenti interessati. Tra loro c’è anche la parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir, già collaboratrice di Assange, che però ha annunciato l’intenzione di opporsi.

”Il governo americano vuole sapere tutto sui miei tweet e su altri dati dal 1 novembre del 2009 in poi. Si rendono conto che sono un membro del Parlamento islandese?”, è stata la denuncia della Jonsdottir, che ha scaricato la sua indignazione proprio su Twitter.

Leggi tutto

Il referendum sull’accordo di Mirafiori il 13 e 14 gennaio

Si prevedono giorni intensi e forti campagne di condizionamento Via Repubblica La data è stata decisa: il referendum sull’accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio. Lo si apprende da fonti sindacali, secondo le quali l’esito della votazione si potrà conoscere già nella serata di venerdì. I primi … Leggi tutto