Il blackout di Internet in Egitto secondo Akamai

Akamai ha fornito dei dati interessanti dalla sua rete di server relativi alle connessioni Internet in Egitto. Akamai gestisce una rete per la distribuzione di contenuti digitali e applicazioni online, dotata di oltre 83.000 server su quali passa circa il 20% del traffico online globale.
Il grafico mostra quello che è accaduto alle connessioni online in Egitto veicolate sulla rete di Akamai da mercoledì 26 gennaio a mercoledì 2 febbraio. Si vede chiaramente come il traffico sia crollato quasi del tutto attorno alle 11.30 (ora italiana) di giovedì 27 gennaio. Il traffico Internet sulla rete di Akamai in Egitto è tornato a livelli normali ieri, mercoledì 2 febbraio. Gli orari indicati si riferiscono al fuso orario Eastern Time (ET), sei ore in meno rispetto all’ora italiana.

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Sito non raggiungibile

Per una moratoria alle nuove regole per la Rete, finché il Parlamento non deciderà in maniera esplicita sull’equilibrio tra diritto d’autore, accesso alla conoscenza e pericolo di nuove censure.

Il tentativo di infangare Raphael Rossi

Raphael Rossi sul Fatto Quotidiano

Ricordate la mia vicenda? Da vicepresidente dell’Amiat, l’azienda per la raccolta rifiuti di Torino, blocco l’acquisto di un macchinario – un presso estrusore – dal costo di 4,2 milioni di Euro che la direzione dell’azienda e gli altri amministratori volevano acquistare scavalcando la procedura di gara d’appalto pubblica prevista per legge. Blocco ogni operazione e, a conferma dei miei dubbi, ricevo la proposta di una tangente che cresce fino a 125mila Euro.

Ora al processo gli avvocati della difesa, per giustificare i loro clienti, cercano di far passare la tangente in secondo piano, presentando tesi grottesche degne di funamboli del linguaggio e della verità. Sarei contrario a quel macchinario, il presso estrusore, perché sarebbe “alternativo alla raccolta differenziata”. A questo punto, dicono che, essendo un tecnico proprio nello sviluppo delle raccolte differenziate, avrei un “conflitto di interessi”. Ecco una tesi che nella migliore delle ipotesi non conosce nulla della raccolta differenziata e nella peggiore è in chiara malafede.

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Un anno di parole per i lavoratori di Eutelia

Via l’isola dei cassintegrati

La prima è stata Impugnazione. Nel giugno 2009, Eutelia, dove lavoravamo in più di 2000, decide di disfarsi di 1500 di noi con una cessione di ramo d’azienda verso Agile. Dato che Agile, come messaggio di benvenuto, smette subito di pagarci, abbiamo la conferma che la cessione era fasulla e così la impugniamo. In pratica la contestiamo, ma la parola usata è “impugnazione”. (Il tribunale ci darà poi ragione, ma senza riparare al torto, ma questa è un altro racconto.)
Arriva poi l’Ingiunzione. Era settembre 2009, lavoravamo tutti, ma l’ultimo stipendio preso era quello di giugno e non si intravvedevano soldi all’orizzonte. Allora, con l’aiuto del nostro sindacato metalmeccanico, la storica FIOM, ci prepariamo a fare le “ingiunzioni di pagamento”.

Passa qualche altro tempo e capiamo che l’impugnazione e l’ingiunzione (sentite come suonano male?) non sono sufficienti ed allora passiamo all’Insolvenza. Firmiamo a centinaia perché Agile venga dichiarata “insolvente” dal tribunale e quindi venga tolta dalle mani di chi l’ha presa non già per farla crescere, ma con l’unico scopo di affossarla. E il tribunale a dicembre 2009 conferma l’insolvenza di Agile.

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Un Egitto senza Rete

Via Renesys blog

Confirming what a few have reported this evening: in an action unprecedented in Internet history, the Egyptian government appears to have ordered service providers to shut down all international connections to the Internet. Critical European-Asian fiber-optic routes through Egypt appear to be unaffected for now. But every Egyptian provider, every business, bank, Internet cafe, website, school, embassy, and government office that relied on the big four Egyptian ISPs for their Internet connectivity is now cut off from the rest of the world. Link Egypt, Vodafone/Raya, Telecom Egypt, Etisalat Misr, and all their customers and partners are, for the moment, off the air.
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At 22:34 UTC (00:34am local time), Renesys observed the virtually simultaneous withdrawal of all routes to Egyptian networks in the Internet’s global routing table. Approximately 3,500 individual BGP routes were withdrawn, leaving no valid paths by which the rest of the world could continue to exchange Internet traffic with Egypt’s service providers. Virtually all of Egypt’s Internet addresses are now unreachable, worldwide.

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Perchè oggi è il giorno della memoria

Via Wikipedia

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di O?wi?cim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.

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Minosse e la civiltà dei consumi

Via Corriere.it

Non è stato costruito da re Minosse per rinchiudere il Minotauro, ma l’interno dell’Ikea è un vero e proprio labirinto. Lo afferma una ricerca scientifica condotta dal professor Allan Penn, direttore del Virtual Reality Centre for the Built Environment dell’UCL (University College London). In pratica, dice il professore, la struttura dell’Ikea è un’arma psicologica tesa a confondere e disorientare i clienti in modo da farli spendere sempre di più. «Il successo dell’Ikea si basa – dice Allan Penn- su una specie di imbarazzo dei clienti che perdono l’orientamento. Per raggiungere l’uscita bisogna girovagare in una serie infinita di svolte e giravolte. In questo infinito viaggio si mettono perciò nel carrello molte più cose di quelle preventivate».

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Un appello per una Torino Open Gov

Abbiamo scritto questo appello rivolto a tutti i candidati Sindaco di Torino. E’ possibile aderire commentando questo post o scrivendo a fabio punto malagnino at gmail punto com

Cari candidati,
gli italiani non hanno fiducia nello Stato e nelle amministrazioni.
La corruzione nella Pubblica Amministrazione in Italia è oggi stimata tra i 50 e i 60 miliardi di euro all’anno. La qualità della nostra spesa pubblica è agli ultimi posti in ogni classifica tra i paesi avanzati.
Le pubbliche amministrazioni si trincerano dietro una legge sulla trasparenza amministrativa che mostra tutti i suoi limiti e dietro interpretazioni restrittive della normativa sulla privacy che stabiliscono che le informazioni pubbliche non siano necessariamente pubblicabili. Possono essere rese disponibili nei siti web degli enti, senza però poter essere indicizzate dai motori di ricerca (e quindi, di fatto, irraggiungibili).
Nell’epoca della cultura digitale essere trasparenti significa adottare il modello dell’Open Government.
Le amministrazioni pubbliche devono mettere a disposizione tramite Internet tutti i dati di cui dispongono, nella misura in cui non vengano rivelate informazioni personali coperte da privacy, in modo che possano essere utilizzati liberamente dai cittadini per analizzarne funzionamento, prestazioni e per costruire innovazione.

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Medialaws: un blog sul diritto comparato sui media in Europa

Via Lsdi Un blog dedicato al diritto comparato sui media in Europa. Lo ha aperto Oreste Pollicino, docente alla Bocconi, chiamandolo Medialaws. Si tratta di un blog multilingue che ospita contributi di accademici, professionisti e studenti. Con un’ottica precisa: quella della comparazione internazionale. Il sito, che contiene già una cinquantina di commenti, news e articoli … Leggi tutto

Il Corriere vuole assumere nuovi giornalisti con concorsi sulla Rete

L’Idea è intelligente: sarà interessante capire come reagiranno i giornalisti del Corriere, che è comunque un giornale con una redazione seria e a molte voci. Sarebbe bello vedere che reazione avrebbe una proposta del genere in redazioni mono tone comandate da ras e da principini che si sentono immortali e che non amano la trasparenza. Peccato che De Bortoli sostenga che “a questi giovani debbano essere offerti contratti meno vantaggiosi dei vostri. Ma non arbitrariamente. Applicando semplicemente il contratto nazionale”. (dal discorso di De Bortoli alla redazione via Il Post)

Chi parla poi del tentativo di trasformare la redazione in una redazione low cost è in assoluta malafede. Se non cambieremo, diventeremo rapidamente obsoleti e inutili. Oggi abbiamo ancora la possibilità di governare questo processo, fra qualche anno dubito molto. Vogliamo assumere giovani talenti. Lo vogliamo fare con concorsi sulla Rete. Ne vogliamo assumere uno al mese. Certo, pensiamo che a questi giovani debbano essere offerti contratti meno vantaggiosi dei vostri. Ma non arbitrariamente. Applicando semplicemente il contratto nazionale. Con i costi redazionali previsti dalla normativa nazionale possiamo investire in nuove iniziative; con i costi quasi doppi del Corriere no. Con i costi del Corriere le edizioni locali non starebbero in piedi. Non si sarebbero mai fatte.

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