La storia vera dei cables senza filtro

Gennaro Carotenuto su Giornalettismo

Il sogno di Wikileaks (informato di molta retorica sulla libera stampa e accecato dal dogma della pubblicità) era sostituire le burocrazie statali con presunti rappresentanti di un interesse pubblico in contrasto con l’interesse di “poteri forti”. Tali rappresentanti del pubblico interesse, i giornalisti, si impegnavano ad editare i documenti e inserire filtri (comunque necessari) con l’unico criterio della sicurezza delle persone nominate rispetto ad eventuali persecuzioni politiche.

I giornali contattati (chi scrive conosce in prima persona tale procedura per averla realizzata la scorsa primavera a Londra per il settimanale uruguayano Brecha) hanno tutti firmato un contratto nel quale si impegnavano ad editare TUTTO il pacchetto di documenti a loro consegnati e pubblicarli TUTTI sul sito di Wikileaks indipendentemente dall’usare (e citare) il tal documento in uno o più articoli. In cambio della prima esclusiva (l’unica cosa giornalisticamente rilevante) le testate si impegnavano alla creazione di un enorme archivio pubblico che poteva essere consultato da privati cittadini ma anche da studiosi di varie discipline, storici, economisti, sociologi, politologi, specialisti di diritti umani. Una fonte di straordinaria importanza.

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Il pane quotidiano e il lavoro manuale e intellettuale

Via valigia blu

Caro signor Gramellini, oggi ho letto, come ogni mattina, il suo Buongiorno. E ci sono rimasto male. Il pane quotidiano si basa su due presupposti: un dato non verificato e una testimonianza diretta.

Il dato non verificato è quello dell’Unione Panettieri romana. La fonte è probabilmente una notizia che gira in rete, a giudicare dal numero di articoli che si possono trovare con una rapidissima ricerca su google (che richiede molto meno di otto ore).

La testimonianza diretta è invece quella di un suo amico pizzaiolo (a che serve l’ISTAT, quando hai un amico pizzaiolo?). Ciò serve per affermare in sostanza che i giovani sono schizzinosi, e non vogliono fare i lavori manuali, socialmente considerati umili, ma che alla fine la colpa è del capitalismo moderno.

Per quanto riguarda l’Unione Panettieri, il dato è incompleto, e mi pare falsifichi la realtà. Manca qualunque rimando ad annunci e comunicazioni ufficiali da parte dell’Unione Panettieri: non si tratta di dati certi, ma di un commento che riprende una notizia che, come si suol dire, gira in rete; in sostanza non è nemmeno un dato.

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Gli indignatos italiani in Piazza san Giovanni il 10 e 11 settembre

Il 10 e 11 settembre a Roma ci sarà la manifestazione del Popolo Viola. Prima il corteo alle 14.00 da Piazza della Repubblica a Piazza S. Giovanni, dove una volta arrivati piazzeremo le tende come gli indignados in Spagna. Per protestare pacificamente contro la manovra economica.

L’isola dei cassintegrati partecipa organizzando il Tavolo sul Lavoro (potete scaricare il programma in pdf) che si terrà nei 2 giorni in Piazza S. Giovanni. Una serie di interventi di un’ora circa in cui i diversi gruppi di lavoratori provenienti da tutta Italia racconteranno la loro storia, le proteste e le occupazioni. Ad accompagnare i racconti, dibattiti moderati dai redattori del blog, e proiezioni di foto e video.

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Il fatto che uno di noi accetti di essere pagato poco dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti

Via Silvia Bencivelli

Nel mio lavoro, prezzo e valore dell’opera spesso funzionano così. La prestazione, poniamo una puntata alla radio o un articolo su un giornale, ha un prezzo fissato a monte. A dispetto del fatto che mi chiamino libero professionista, non è possibile contrattarlo e non dipende da quanto sono brava e ricercata. Anzi: il mio cliente in genere si fa un punto d’orgoglio del pagarlo a tutti sempre nella stessa misura (guarda, paghiamo tutti così, siamo equi…), che poi è anche un sistema per abbassarlo a tutti, di colpo, senza possibilità di discuterne (guarda, siamo costretti ad abbassare i compensi, lo facciamo con tutti, siamo equi…). Ma il valore che può avere è molto variabile.
Per esempio: se intervisto l’amico mio faccio molta molta meno fatica che a cercare una voce diversa, e se chiamo l’ufficio stampa dell’azienda che mi tempesta di comunicati probabilmente avrò anche qualche dato in più, senza nessuno sforzo. Peccato che nel primo caso faccia un servizio discutibile al pubblico (non è detto: ho amici strepitosi, io) e che nel secondo rischi di fare decisamente male il mio lavoro (è necessario che spieghi il perché?). Potrei giocare alla giornalista d’inchiesta, uscire di casa, fare più interviste, ammazzarmi di telefonate, scovare temi nuovi, situazioni critiche, aspetti loschi, ma chi me lo fa fare? Tanto sono pagata a cottimo, o ad articolo, e non mi è mai successo che al valore che ho dato alla mia opera corrispondesse un premio o una punizione: pagano tutto uguale, a tutti uguale, sono equi, no?! E poi la spesa al supermercato la pago con il prezzo, non con il valore, e dopo un po’ può anche scappare di decidere che il primo è più urgente.

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Abomini pensionistici

Via GenerazioneP

Cosa c’è di meglio che alzarsi la mattina e, dopo aver gustato un buon cappuccio e brioche, sfogliare il giornale e scoprire che sono stati finalmente definiti i punti bui della finanziaria….un po’ come se ci avessero accesso la luce su una strada lastricata di escrementi….ma finalmente vediamo in chiaro gli abomini deliberati.

Oltre all’ormai annunciato taglio delle province e la soppressione della “Robin Tax” (mi sembra giusto che gli stra ricchi non debbano pagare tanto….poverini…) la parte più dolente riguarda l’ennesima riforma (scempiosa) del sistema pensionistico. I principali provvedimenti sono:

A) La decadenza del limite di età per il raggiungimento della soglia pensionabile;
B) L’impossibilità di riscatto dell’anno del servizio di leva e degli anni di università;
C) L’accesso alla pensione esclusivamente al raggiungimento del 40° anno di contribuzione.

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Giornalismi e giornalisti a Firenze il 7-8 ottobre

Una voce può cambiare il mondo. Tante voci insieme cosa possono fare? A Firenze, il 7-8 ottobre l’Ordine dei Giornalisti ha organizzato gli stati generali della precarietà. “Giornalismi e giornalisti per la dignità della professione” è il titolo della nostra manifestazione. Hanno aderito anche Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei giornalisti della Toscana e l’Assostampa Toscana, con il sostegno di Inpgi e Casagit.

Faremo sentire le nostre voci, ma presenteremo anche una carta deontologica, la Carta di Firenze, che è uno spartiacque in una professione sempre più da far west. La carta, alla quale lavoreremo tutti insieme, impone comportamenti ‘etici’ tra colleghi, puntando l’accento sulla rispetto di chi vive la precarietà sulla pelle. La dedicheremo a Pierpaolo Faggiano, il collega pugliese che si è tolto la vita proprio perché non riusciva più a tollerare la precarietà lavorativa.

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Scittori per vincere la depressione per disoccupazione forzata

Via Affari Italiani Un corso di scrittura per combattere la depressione da cassintegrato: è quanto hanno organizzato Cgil di Milano e scuola Holden per i lavoratori dell’Eutelia di Pregnana Milanese. È da fine 2009 che i 375 dipendenti dello stabilimento lombardo sono in cassa integrazione: metà di loro quasi subito ha dovuto far ricorso a … Leggi tutto

La manovrona prevede organi disciplinari diversi per gli ordini professionali (anche per i giornalisti)

Articolo 3 comma 5/f del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138. (tanto per capirsi la manovrona di ferragosto del Governo) gli ordinamenti professionali dovranno prevedere l’istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli  aventi  funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l’istruzione  e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale … Leggi tutto

E rimettere online i redditi degli italiani ?

Via ZeusNews Per ora lo ha chiesto pubblicamente solo il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, del Pd; Tremonti sembra assolutamente indifferente alla cosa. Rimettere on line tutte le dichiarazioni dei redditi, aggiornate, trasparenti, accessibili gratuitamente a tutti: lo aveva fatto Visco nel 2007, provocando le reazioni di tanta parte della politica e del mondo economico … Leggi tutto

Cause e obiettivi del mobbing

L’obiettivo del mobbing lavorativo è di ottenere l’abbandono del lavoro senza ricorrere al licenziamento per ritorsione per comportamenti non condivisi: denuncia ai superiori o all’esterno di irregolarità sul posto di lavoro, per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte sessuali o operazioni contrarie a divieti deontologici o legali. Nel concreto il mobbing sul lavoro … Leggi tutto

Mobbing: storia di una donna che non si arrende

Un libro istruttivo Il mobbing, in quanto forma di violenza psicologica, è un fenomeno sociale dal quale nessuno è immune. La protagonista della vicenda è una dirigente che, improvvisamente, e apparentemente per futili motivi, diventa bersaglio dei vertici della struttura nella quale lavora. È una cronaca carica di emozioni, intensa, che narra dei continui trasferimenti, … Leggi tutto

Introduzione al mobbing

Il termine mobbing nasce dai lavori del famoso etologo Konrad Lorentz per descrivere il comportamento di animali contro altri animali della stessa specie che tende ad emarginali portandoli anche alla morte. Parliamo poi di mobbing verticale da parte dei superiori o orizzontale da parte dei colleghi.
Il mobbing è sempre più diffuso in questo periodo di crisi percheè si cerca di tagliare costi facendo fuori non i meno preparati, ma quelli che vengono scelti come vittime sacrificali da piccoli e incompetenti gerarchi che vedono nella loro paranoia in queste azioni la sublimazione del loro supposto potere aziendale
Il mobbing è una operazione che oramai viene gestita da cinici specialisti che cercano di lavorare nella maniera più subdola aggredendo psicologicamente la vittima del mobbing in momenti successivi evitando per quanto possibile di venire allo scoperto o di essere scoperti o denunciati ma agendo con cura nel silenzio.
Il mobbing purtroppo diventa fenomeno diffuso dove è bassa la sindacalizzazione o dove ancor peggio i sindacati sono infilitrati e compromessi da soggetti facilmente corruttibili.
Le prime mosse della strategia di mobbing sono spesso soft: strani spostamenti aziendali, normalmente celati da piccole promozioni pro forma o per la gestione di nuovi e imporbabili progetti. Lo spostamento in azienda è finalizzato anzitutto al distacco e all’emarginazione rispetto al gruppo di lavoro precedente, spesso quello che era stato guidato.

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