Le idee di Google per i tablet con Android

Viac Lilliputing

I get the feeling that Google never really wanted Android tablets to exist in the first place and is just now playing catch up in response to the obvious demand. The company has another mobile operating system in the works called Google Chrome OS, which is basically an OS built around a web browser. Instead of downloaded apps, it will run web apps, although we expect there to be some offline caching capabilities which should let you do things like read eBooks or watch videos even when an internet connection isn’t handy.

Since Google is first and foremost a company that makes its revenue from web-based advertising and web-based software, it’s no surprise that Google’s vision for the future is cloud-based apps instead of downloads. Google doesn’t offer as many desktop apps as it used to, instead focusing on the cloud.

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Apple riammette a corte Flash

Via OneApple Non solo strumenti di sviluppo made in Cupertino per creare applicazioni per iPhone. È questa in estrema sintesi la dichiarazione che Apple ha diramato attraverso un comunicato stampa in cui si pone fine al monopolio di strumenti targati Mela e si apre la strada a tutte quelle società che fin’ora si sono viste … Leggi tutto

Antivirus embedded

Intel ha comprato McAfeee per 7.68 miliardi di dollari per inserire i sistemi antivirus direttamente nei suoi chip Intel Corporation has entered into a definitive agreement to acquire McAfee, Inc., through the purchase of all of the company’s common stock at $48 per share in cash, for approximately $7.68 billion. Both boards of directors have … Leggi tutto

Il geek Francesco Cossiga

Via Skytg24

Dagli smartphone agli auricolari bluetooth. Dai laptop alle connessioni a internet a banda larga. C’è una cosa di cui Francesco Cossiga, l’uomo a conoscenza di molti misteri, non faceva mistero: la sua passione per le nuove tecnologie. Un amore che lo spingeva a contattare le aziende per farsi mandare i prototipi di tutte le novità o a tirare giù dal letto i colleghi politici per vantarsi delle ultime conquiste digitali.

“A volte mi telefonava a casa alle 5 del mattino per raccontarmi di avere un cellulare che ancora non era in vendita in Italia”, ricorda Franco Grillini, ex deputato che con il presidente emerito della Repubblica condivideva la stessa passione per l’hi-tech. “Ci confrontavamo spesso sui nostri ultimi acquisti”, racconta Grillini. “Qualche anno fa, quando l’iPhone non era ancora in vendita in Italia, ero riuscito ad avere il telefonino della Apple. Appena Cossiga lo vide mi disse sorridendo: ‘Potresti regalarmelo, maledetto”.

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Il ricordo delle chat via Skype con Cossiga

Enrico Fedocci via Tgcom

Di lui, di Francesco Cossiga, da ragazzino mi piaceva la personalità, il piglio deciso, la profonda conoscenza dei segreti di Stato, la capacità di dire tutto ciò che pensava, senza ipocrisie. Ma che io potessi diventare suo “amico” tramite Messenger e Skype, questo proprio non me lo sarei mai aspettato. Già, riuscii a scoprire l’email personale del Presidente e gli scrissi una lunga lettera. Poche ore dopo mi arrivò la sua risposta.

Dopo questo incontro durato 4 ore nel suo appartamento romano, per mesi io e il Presidente Emerito abbiamo chattato parlando di terrorismo, Brigate Rosse, degli anni della contestazione. Lui mi raccontava di se stesso, a volte firmandosi, con ironia “L’EX POTENTE” o “L’EX LEADER”. I suoi argomenti preferiti? Il suo tumore, il rapporto – o meglio la sua passione – per l’Arma dei Carabinieri. Amava parlare dei suoi figli, dei loro studi. Diceva che lui e Berlusconi appartenevano allo stesso club. Il club K, ironizzando sul tumore che aveva colpito entrambi. Le videochiamate si susseguivano, soprattutto verso l’ora di cena o a tarda sera. Se ne stava seduto sulla poltrona in pelle rossa del suo studiolo, mentre guardava la televisione. Sulle gambe una coperta e uno dei suoi tanti computer portatili.

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Manager di Apple arrestato per tangenti

Via MercuryNews.com

A midlevel Apple manager was arrested Friday and accused of accepting more than $1 million in kickbacks from half a dozen Asian suppliers of iPhone and iPod accessories in a federal indictment unsealed and a separate civil suit. Paul Shin Devine, a global supply manager, and Andrew Ang, of Singapore, were named in a 23-count federal grand jury indictment for wire fraud, money laundering and kickbacks.

“Apple is committed to the highest ethical standards in the way we do business,” Apple spokesman Steve Dowling said in a statement. “We have zero tolerance for dishonest behavior inside or outside the company.” The alleged scheme used an elaborate chain of U.S. and foreign bank accounts and one front company to receive payments, the indictment said, and code words like “sample” were used to refer to the payments so that Apple co-workers wouldn’t become suspicious.

Devine, 37, of Sunnyvale, is being held by the U.S. Marshals Service, according to the Internal Revenue Service. He could not be reached for comment. IRS Agent Arlette Lee declined to comment on Ang’s whereabouts. The indictment describes a scheme in which Devine used his position at Apple to obtain confidential information, which he transmitted to Apple suppliers, including Ang. In return, the suppliers and manufacturers paid Devine kickbacks, which he shared with Ang. The information enabled the suppliers to negotiate favorable contracts with Apple, according to the indictment.

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Come salvarsi dall’e-waste

Via Lastampa.it La produzione di apparecchi elettronici consuma grandi quantità di energia e materiali tra cui sostanze tossiche o di valore, o entrambi; occorre quindi evitare che finiscano nelle discariche. L’alta frequenza con cui vengono rimpiazzati questi apparecchi e il fatto che la maggior parte dell’energia che consumano viene utilizzata per produrli piuttosto che per … Leggi tutto

Cronache d’uso del Tabdroid: prima puntata

Iniziamo a raccontare la convivenza oramai più che mensile con il Tabroid. Per chi non avesse seguito gli acquisti del titolare di questo blog si tratta di un tablet con Android di produzione cinese acquistato in vece dei classici upad d’ordinanza.

Raccontiamo prima di tutto l’antefatto. Dopo l’uscita dell’Ipad in Italia ci si chiedeva: “Splendido, meraviglioso. Me lo compro, ma poi che me ne faccio ?”. Con questo perdurante dubbio amletico per un bel po’ abbiamo testato Ipad gentilmente concessi in prestito da amici che cercavano di rispondere o che avevano già risposto al dubbio esistenziale predetto. Dopo averci giocato e lavorato per un buon periodo ci si chiedeva davvero che potesse farne un professionista che più o meno ha in dotazione continua due laptop, due telefonini e un ipod touch ? Che fare ? Lo compro non lo compro ?

Così per curiosità si è cercato di vedere il mondo al solito dall’angolatura laterale. Navigando e navigando in rete l’unico fenomeno serio alternativo al tablet Ipad è dato da una generazione ancora non pienamente espressa di tablet dotati di Android. Ce ne sono di noti e conosciuti dal Dell Streak allo JooJoo. Poi esiste una galassia apparentemente improbabile di tavolette cinesi realizzate da aziende sconosciute (un po’ quello che era qualche anno fa HTC). Il futuro dei tablet passerà attraverso Ipad, un’”Audi informatica” o attraverso tante “Punto informatiche” ovvero tablet con costo prestazioni – inferiori. La risposta ai posteri. Per ora notiamo solo che è più facile che il mercato per crescere quantitativamente trovi uno sbocco verso il basso che verso l’alto. Intanto un amico o un’azienda che ti presti un Ipad anche per giorni lo trovi sempre.

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