Un doveroso e necessario momento di stop

La situazione professionale e umana del titolare di questo blog continua a non migliorare, anzi volendo ci sono sintomi di peggioramento. E’ necessario fermarsi, sospendere, ripiegarsi, riflettere e lasciare non sappiamo fino a quando, il pilota di questo blog alla sua stimata blogsitter che da giorni sta postando alacremente. Il titolare di questo blog ha … Leggi tutto

La FIEG studia il passaggio ai contenuti a pagamento

L’ANSA ci racconta che esiste un prestigioso steering commitee FIEG sulle news a pagamento

Le news on line a pagamento potrebbero essere introdotte presto anche in Italia. A pochi giorni dalla sfida lanciata dal magnate australiano Rupert Murdoch, che ha annunciato che entro un anno i suoi media faranno pagare l’informazione sul web, il presidente della Federazione italiana editori giornali, Carlo Malinconico, in un’intervista all’ANSA spiega che è già al lavoro un comitato per individuare le possibili formule, da sottoporre poi alla libera scelta di ogni editore. Parole chiave: flessibilità, prezzi ragionevoli e condizioni trasparenti da parte di motori di ricerca e provider. “C’é la profonda convinzione, da parte degli editori – sottolinea Malinconico – della necessità di valorizzare con ogni mezzo il prodotto editoriale proprio nel momento in cui si accetta la sfida della convergenza multimediale. Occorre fare i conti con il luogo comune secondo cui l’informazione deve essere gratuita, dimenticando che per produrre i contenuti giornalistici i costi sono rilevanti. Senza risorse non c’é qualità. Ma dobbiamo evitare l’illusione che il passaggio sia semplice e indiscriminato”. Anche per questo la Fieg ha creato “un gruppo di lavoro, uno ‘steering committee’, presieduto da Piergaetano Marchetti – annuncia – che affronterà il tema della valorizzazione dei contenuti editoriali in relazione alle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione”.

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Formaggini e delikatessen nei social network

Vittorio Zambardino commenta l’acquisizione di Friendfeed da parte di Facebook. Blogger disperati tenteranno suicidi di massa ?

C’è in giro una grande agitazione e curiosità per l’acquisizione di Friendfeed da parte di Facebook, mentre io la considero una mossa quasi “naturale”. Finalmente qualcosa che chiunque, non solo gli specializzati e gli impallinati di tecnologia, possono capire. Purtroppo sono lontano dai miei attrezzi di scrittura consueti, quindi sarò schematico, ma possiamo schematizzare così:

Delikatessen e supermercati. Facebook è ormai al di là di ogni punto di non ritorno. Ha più di 200 milioni (c’è chi dice 300) di utenti. E’ un “ambiente” che in certi momenti si sovrappone al web, come se sostituisse un mondo di libera navigazione solitaria e fortemente conoscitiva con una “città telematica”, molto caotica e affollata, ma sicuramente più facile da usare (ma sregolata da un autoritarismo privo di diritti). Abusato il paragone della 500 del web, forse una 126 direi, che però mette a disposizione di tutti, senza chieder loro una competenza aggiuntiva,  forme di comunicazione interattiva.

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Nuovi diciotto mesi ai domiciliari per San Suu Kyi

Via Enrica Non c’è da sorprendersi che Daw Aung San Suu Kyi, leader della democrazia in Myanmar da 14 anni agli arresti domiciliari (negli ultimi 20) e fervente buddhista, sia stata condannata a tre anni di lavori forzati per aver violato i termini degli arresti ospitando John Yettaw. Immediatamente la sentenza è stata commutata a … Leggi tutto

Come salvare un giornale: inchieste e informazione locale

Federico Rampini su Repubblica.it (in effetti un piccolo inghippo c’è: il competitor si è rifugiato solo sul web)

La storia del Seattle Times diventa un caso da studiare per tutta l’industria dei mass media. Il quotidiano della West Coast è sempre stato considerato una delle migliori testate regionali. Per garantire un’informazione di qualità, e continuare la tradizione del giornalismo investigativo di cui va fiero, l’editore Blethen ha voluto mantenere una redazione in apparenza sovra-dimensionata per un giornale locale: 210 giornalisti. E’ vero che i tagli di organico hanno colpito anche lì: fino a cinque anni fa i redattori a tempo pieno erano 375. Ma adesso Blethen si dice convinto che in casa sua la cura dimagrante è finita, proprio mentre altri editori devono varare piani di ristrutturazione per far fronte alla crisi delle entrate.

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Porta Palazzo, una piccola Barcellona

Emanuela Minucci su Lastampa.it

Il progetto, nato grazie ad un accordo con l’amministrazione di Barcellona, è già sulla scrivania dell’assessore Altamura: «Si chiama Mèd Emporion e sarà in grado di regalare a piazza della Repubblica il clima vivace delle ramblas della Boqueria e inserire Porta Palazzo in un nuovo e organizzato tour turistico che partirà dal Mao e, passando per il Quadrilatero Romano arriverà nella piazza del mercato più grande d’Europa».

Al di là dei proclami, la ricetta è bella sostanziosa: a marzo 2010 inaugurerà (finalmente, è il caso di dirlo) il Palafuksas e, insieme con il ritorno dei commercianti di scarpe, l’assessore promette l’arrivo di attività commerciali e di loisir «in grado di cambiare faccia alla zona, ma soprattutto di tenerla viva anche di pomeriggio e di sera, quando anche il senso di sicurezza sembra calare. Tutt’attorno al Palafuksas – aggiunge ancora l’assessore – la deregulation delle licenze permetterà la nascita di bar e ristorantini etnici e a tema.

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Il futuro del giornalismo è non-profit

Bernardo Parrella fa il punto sul futuro di modelli di business possibili per il giornalismo.

“I nuovi modelli di aggregazione del pubblico e le nuove forme di finanziamento guideranno il giornalismo su strade inesplorate. E ci stupiranno”, spiegava recentemente Clay Shirky. Ed è proprio proseguendo sui tali percorsi (tutt’altro che teorici) che torna assai utile un elenco di risorse e segnalazioni sul The Future of Nonprofit Journalism. Proposto dall’autorevole Poynter Institute, il cui sito offre un marea di strumenti e info di prima qualità, la lista copre una varietà di fonti e cita articoli dal 2007 ad oggi in cui si sottolinea, fra l’altro, la
Growing Importance of Nonprofit Journalism o si dettaglia il Case for a free/paid hybrid model. Ancora, un recente pezzo del New York Times svela come il quotidiano stia meditando addirittura di bussare alalporta di fondazioni ed enti filantropici: “We’ve begun to ask ourselves whether it would be possible to get the kind of support that NPR does from foundations for its journalism.”

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Airone diventerà una low cost ?

Mentre continua la tragedia di disservizi di CAI, si pensa finalmente una strada diversa per Airone (Via Lastampa.it) Dal cappello magico di Roberto Colaninno esce l’idea di trasformare la compagnia AirOne nella branca «low cost» del gruppo Alitalia. Le low cost sono quei vettori tipo Ryanair e EasyJet che offrono biglietti a prezzi stracciati in … Leggi tutto

Per una Informazione Pulita

Questo blog aderisce alla  Campagna “Informazione Pulita”. Le richieste della campagna – Chiedo che in Italia i finanziamenti alle imprese editoriali siano stabiliti dai cittadini in base a indicazioni espresse nella dichiarazione dei redditi con un meccanismo simile a quello del cinque per mille. Voglio decidere io quale quotidiano, associazione culturale, casa editrice o rivista … Leggi tutto