Come capita spesso in Italia, in solitudine ( e miseria) ha sperimentato metodi nemmeno troppo moderni od astrusi, come sui media si cerca di far passare, visto che se fosse vero a Taiwan, forse una delle aree a più alta attività tellurica del mondo, sono allora tutti matti, visto che nel 2000 nel centro-sud dell’isola, è stato impiantato un sistema di monitoraggio del Radon, con il quale lavorare seriamente sulla relazione tra eventi tellurici e gli anormali valori riscontrabili nell’area colpita.
Sempre sulle tesi di Giuliani, esistono poi molte pubblicazioni scientifiche di varie università di Taiwan, basate su prove empiriche sul campo da questo “laboratorio” privilegiato, vista la frequenza degli eventi tellurici nell’area, dati che sembrano dimostrare una relazione tra i grandi terremoti rilevati sull’isola e le anomalie nei livelli di Radon riscontrati.
Questi ricercatori hanno pubblicato le proprie ricerche anche in prestigiose Università Americane come ad esempio Stanford, oltretutto molto interessata stando in California e la necessità di monitorare la faglia di S.Andrea, che potrebbe scatenare il “Big One” che può distruggere questa parte d’America.
Ovviamente nella continua lotta tra uomo e natura per cercare di prevedere fenomeni come quelli dei terremoti, siamo ancora nella fase di ricerca e del provarci comunque ad ogni costo, sperando di trovare un metodo valido ed affidabile.
La storia è costellata di successi ed insuccessi per quanto riguarda la previsione dei terremoti, così accade che nel 1975 in Cina fu previsto il terremoto di magnitudo 7,3 di Haicheng, mentre nulla si riuscì a fare nel prevedere quello dell’anno successivo a Tangshan che procurò centinaia di migliaia di morti.