Telefonia internet, diritto alla privacy, lotta alla criminalità. Sono i tre elementi che si intersecano nell’indagine che sarà avviata da Eurojust, l’organo comunitario che ha il compito di sviluppare politiche comuni in tema di criminalità organizzata e cybercrime. Un’indagine che punta a risolvere il problema dell’intercettazione dei software VoIp (Voice over Internet Protocol), programmi come il popolarissimo Skype che consentono di telefonare gratis via internet. L’impossibilità di ascoltare le conversazioni di sospetti e indagati che utilizzano questi software ha messo in crisi decine di indagini penali.
Una decisione che arriva dopo le richieste della Direzione nazionale antimafia che lo scorso venerdì aveva invitato le autorità competenti, nazionali e comunitarie, a trovare soluzioni per tracciare anche le comunicazioni vocali sul web. A mettere in moto il tutto è stata un’inchiesta di Repubblica, che portava alla luce il nuovo costume dei boss mafiosi: parlarsi con Skype, il software leader della telefonia web, un sistema “blindatissimo”, basato su un algoritmo segreto di criptazione, invulnerabile alle intercettazioni. La società ha sede in Lussemburgo e per questo ha opposto motivi di natura legale di fronte alle richieste di collaborazione da parte dei magistrati.