Una redazione da ‘’Tempi moderni’’, unaNews Factory, una ”fabbrica dell’ informazione”, come si dice, che inietta notizie sportive nei quotidiani La Tribune e Le 10 Sport, le radio RMC e BFM e presto la rete BFM TV. Un laboratorio a grandezza naturale, che non si sa ancora se sia il precursore di un nuovo giornalismo moderno ed efficace oppure il promotore di una informazione a basso prezzo e a buon mercato.
‘’Al ribasso?’’. Nel suo ufficio parigino, il fondatore di NextRadioTv, occhialini e spilla della Legion d’ onore sul risvolto della giacca, sospira. Alain Weill non è un giornalista-padrone come Jean-Francois Kahn, né un capitano d’ industria come Arnaud Lagardère, e ancor meno un rappresentante di qualche oscuro fondo pensioni americano. E’ un imprenditore, passato attraverso la radio NRJ e attraverso Sodexho, mosso da una certezza piuttosto rara di questi tempi: i media, possono essere redditizi. Basta riorganizzarli. Cioè sviluppare sinergie, collegarli gli uni agli altri, industrializzare i processi. ‘’L’ informazione è un prodotto marketing come un altro’’, ama ricordare. Il suo modello è il low cost.
Ma attenzione precisa con una sua vocina tranquilla: ‘’C’ è un po’ di disprezzo attorno a questo concetto: noi siamo low cost perché siamo gli ultimi arrivati in un settore sottoposto a una fase di frattura tecnologica. Non soffriamo delle stesse pesantezze organizzative e produttive dei vecchi media. Siamo quindi più competitivi. Ma low cost non significa assenza di qualità! Per caso si dice che Easy-Jet non è una compagnia di qualità solo perché non funziona come le compagnie aeree tradizionali?’’.
‘’Qualità’’: Alain Weill impiegherà questa parola una buona trentina di volte durante la nostra intervista. Ma anche, molto, la parola ‘’pragmatismo’’.