Via Marco Pratellesi, l’articolo tradotto da LSDI
Dunque è nel cambiamento, nella virata decisa che Meyer intravede la possibilità di aprire una nuova stagione per i giornali, con un modello di business diverso, con utili forse meno importanti, ma con una ritrovata autorevolezza. Ecco la ricetta di Meyer per ottenere questo risultato:
1. I giornali dovranno essere meno “pesanti”, cioè ridotti non solo nel formato ma anche nel numero di pagine e inserti;
2. potranno avere una cadenza non più necessariamente quotidiana;
3. dovranno contenere principalmente analisi, interpretazioni e inchieste;
4. dovranno abbandonare la copertura di incontri pubblici, comunicati e agenzie raccontati senza approfondimento per dedicarsi principalmente a informazioni elaborate che sono il valore aggiunto dell’era dell’informazione;
5. dovranno collocare i fatti nei loro contesti, spiegarli in cornici teoriche, suggerire al lettore strade per agire rispetto ad essi;
6. dovranno sperimentare una sempre più stretta interazione con il lettore sul web.Meyer pensa dunque a giornali tagliati “su misura” per un pubblico più di “elite”, consumatore incallito di buona informazione. Questi quotidiani ridurranno necessariamente le tirature, ma manterranno la loro influenza sulla comunità, il loro prodotto più importante, riposizionandosi come il media più affidabile per l’informazione locale, le analisi e le inchieste giornalistiche sulla pubblica amministrazione e i pubblici affari. Una influenza che ha sempre reso i giornali anche attraenti per gli inserzionisti.