Quando leggerete questo post il senatore Barack Obama sarà stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Si tratta del primo presidente di colore o per dirla politically correct afro americano degli USA. Un nuovo presidente democratico dopo 10 anni di disastri Bush.
Questo blog ha sostenuto da tempi non sospetti la candidatura alla presidenza di Obama. Perché si sentiva da subito la novità della sua proposta per il cambiamento che è la sua promessa del futuro.
A ben riflettere non si tratta di un “vero” afroamericano: i nonni di Obama non sono figli di piantatori di cotone del sud degli Usa, gente portata a forza nel pieno colonialismo. Obama è un presidente etnicamente “globale”. Figlio di Mamma Africa, del Kenia che speriamo gli rimarrà nel suo cuore anche da Presidente, ha vissuto e conosciuto nell’Oriente, nelle Haway, nell’America profonda. Questo essere nuovo e globale lo ha fatto vincere contro un McCain vecchio e locale.
Obama sembra voler spiegare che la politica è una cosa per la gente e della gente, non dei furbetti e dei falsi. Una bella sberla concettuale contro il mondo politico dominante in Italia, ma anche a una parte dei perdenti delle recenti elezioni.
Obama piace e convince perché ha saputo unire l’intelligenza e la preparazione con caratteristiche non comuni nei politici di oggi. Un carisma non comune, che deriva della sua vis oratoria non comune, quella dei grandi predicatori di colore con quel vocione profondo che emoziona. Obaama piace perché è giovane, perché è veramente un self made man, uno che è cresciuto da una famiglia non ricca e pure piuttosto sfigata.
Obama piace perché è un democratico illuminato che pare affidabile. Non un santo, ma neppure un semi dio ruffiano come John Kennedy che figlio di ricchi bostoniani da un lato parlava come un papa buono, dall’altra correva maniacalmente dietro a tutte le possibili gonne in movimento…
Obama ha saputo usare internet per costruire una rete di volontari, per reperire fondi, per comunicare come nessun politico prima di lui.
Obama rischia anche di ottenere un risultato non comune: far piacere gli americani ai molti che dopo anni di pensiero Bush continuano a pensare che non siamo i padroni benevoli del mondo , ma un pericoloso circolo di guerrafondai narcisi. Mentre noi in Italia ci teniamo Berlusconi e i suoi ancora per un po’ di anni.
Nota: Questo post è stato scritto il 31 ottobre a partire alle ore 20.15