Via Repubblica.it
Il Dalai Lama accusa l’esercito cinese di aver “sparato sulla folla” il 18 agosto scorso nella regione di Kham, nell’est del Tibet. Secondo il leader spirituale buddista, sono stati uccisi circa 140 tibetani, bilancio che “deve essere confermato”. Lo ha dichiarato in un’intervista a Le Monde sul numero in edicola oggi pomeriggio. Il leader tibetano si trova a Parigi per una visita e domani incontrerà dei componenti del governo francese.
I morti di Lhasa. Il Dalai Lama ha poi denunciato che dall’inizio delle sommosse il 10 marzo scorso ”testimoni affidabili hanno potuto constatare che 400 persone sono state uccise nella sola regione di Lhasa. Uccisi da colpi di arma da fuoco, mentre manifestavano disarmati”. ”Se consideriamo tutto il Tibet, il numero delle vittime è sicuramente più elevato. Diecimila persone sono state arrestate, però non sappiamo se siano state incarcerate” ha aggiunto.
Colonizzazione militare. Secondo il premio Nobel per la Pace, l’esercito cinese starebbe costruendo ”dei veri accampamenti militari”. ”La presenza militare in Tibet è antica, ma la frenesia di nuove costruzioni, nelle regioni dell’Amdo e del Kham, mi fa dire che questa colonizzazione da parte dell’esercito è destinata a durare”. Per il Dalai Lama, ”non è stata registrata alcuna apertura” nelle discussioni con Pechino. ”Dopo le sommosse di marzo e i Giochi Olimpici avevamo creduto a dei segnali positivi. Il nostro entusiasmo è però calato rapidamente. I nostri emissari si sono scontrati contro un muro”, ha concluso.