Lo sciopero di Eutelia a Ivrea

Via Localport

Nel corso dell’assemblea è soprattutto emerso, infatti, che l’azienda non sembra mai aver avuto un piano industriale. Nelle ricostruzioni fatte sia dai sindacalisti che dai lavoratori stessi si è delineato l’assenza di strategia: prima le acquisizioni Getronics Bull sarebbero dovute servire per indirizzarsi verso il Wi-Max, poi l’azienda sceglie di non partecipare all’asta e di dirottare le risorse su Mobyland, nuovo operatore mobile in Polonia. Oppure l’indirizzo dell’azienda che dice di voler abbandonare il settore Pubblica Amministrazione, perché paga poco e male, per poi scrivere sulla trimestrale che il mercato Pa rimane importante.

Senza contare la tragicomica sequenza temporale in cui il 28 marzo nella Relazione e Bilancio di Esercizio 2007 si dice che «Il fatturato proforma 2007 del Business IT è pari a circa 175 milioni di euro, con un peso della componente dei servizi (a più alta marginalità) superiore al 75 per cento». Il 24 aprile, sul quotidiano La Nazione, viene annunciata la crescita dell’azienda e l’aumento del fatturato. Ma il 29 aprile arriva la richiesta di messa in cassa integrazione.

Dagli interventi dei lavoratori è poi emerso un diffuso sentimento di sfiducia nell’azienda. Dalla gestione del personale che passa attraverso la filosofia del “tutti fanno tutti” e che spedisce gente «Che programma a montare le antenne». Al clima aziendale sempre più teso che porta a comportamenti da parte dell’azienda che vengono percepiti come antisindacali.

Vi è poi la sensazione che non vengano valorizzate le conoscenza presenti nella ex Getronics, tanto da perdere commesse. Sempre nella ricostruzione della Rsu, all’atto dell’acquisizione la Getronics aveva un portafoglio commesse di oltre 550 milioni. Nel 2007 Eutelia, e quindi Getronics più Bull, non arriva ai 200.

Nonostante questo in Eutelia si continua a lavorare a ordini importanti, tra i quali alcuni del Ministero degli Interni. Anche se il sentimento che si respirava ieri era quello del rischio di perderli, anche perché «Le Amministrazione, ma anche le aziende grandi e piccole, – come ha evidenziato un lavoratore – tendono a evitare di dare commesse e lavori ad imprese di cui non è certa la sopravvivenza».